Per una notte dalla parte loro: i senza dimora

Edizione 2024 Un lungo elenco di appuntamenti per “La notte dei senza dimora”. Si comincia venerdì parlando di migranti e accoglienza

Torna la “Notte dei senza fissa dimora”, dal 18 al 26 ottobre a Como la ventiquattresima edizione.

In occasione della giornata europea conto la tratta degli esseri umani il primo appuntamento venerdì è curato dall’osservatorio giuridico per i diritti dei migranti. Dalle 8.30 un gruppo di studenti potrà ascoltare delle letture sul tema all’ex tintostamperia di via dei Mulini, poi la sera dalle 19 dopo un aperitivo si parla di nuovo delle vittime delle tratte (meglio prenotare sul sito comonontratta. eventbrite. com) insieme a Tiziana Bianchini, una delle responsabili del coordinamento nazionale comunità accoglienti.

Sabato invece i volontari della Croce rossa di Como al Broletto hanno preparato un pranzo conviviale, seguito nel primo pomeriggio da un laboratorio di dolci presso la casa Ozanam di via Cosenz (se ne occupano Le Cesarine e Siticibo il Banco alimentare, per iscrizioni [email protected]). Domenica sempre in via Cosenz alle 9.30 i comaschi a colazione potranno assaggiare quanto preparato il pomeriggio precedente. Infine il 26 ottobre la rassegna dedicata a chi vive per strada dalle 16 porta a spasso i curiosi con la delegazione comasca del Fai. Sarà possibile scoprire alcuni luoghi di culto e accoglienza, il ritrovo è al Crocifisso in viale Varese insieme al progetto Ponte tra le culture. Tutte queste iniziative sono promosse da Vicini di strada, Incroci, la casa Ozanam, la cooperativa Lotta contro l’emarginazione, il Centro per il volontariato Insubria, la Croce Rossa di Como in collaborazione con il Fai.

L’obiettivo della “Notte dei senza fissa dimora” è tenere accesi i riflettori sulla vita di chi non ha un tetto sopra la testa. In tutto a Como si calcolano circa 250, massimo 300 senzatetto per le strade. «Sì, l’ordine di grandezza è questo – spiega Alessio Cantaluppi, responsabile del centro d’ascolto della Caritas - molto però dipende dai periodi e dai flussi migratori anche alla luce della vicina frontiera». Proprio i centri d’ascolto però segnalano un crescente numero di persone che fatica a trovare una abitazione, per ragioni economiche e sociali. Il caro casa e il boom del turismo mettono in difficoltà le fasce più deboli, soprattutto gli stranieri, ma anche chi si trova a perdere il lavoro e la propria stabilità. Il principale dormitorio in città è in via Napoleona, il Comune da anni ne affida la gestione alla Caritas. I posti letto sono 56 e le persone accolte sono circa 140 all’anno. Nel periodo invernale da qualche anno nell’ex palazzina dei carabinieri di via Borgovico c’è l’emergenza freddo, con 35 letti. La struttura è della Provincia e l’accoglienza è curata per conto del Comune dalle associazioni che si occupano di grave marginalità. Fino a qualche giorno fa si era ancora in attesa di capire se anche quest’anno il piano freddo verrà confermato. Casa Ozanam, 35 letti, mette a disposizione altri cinque letti sempre durante i mesi più freddi mentre undici parrocchie in maniera diffusa ospitano fino alla primavera ad una trentina di bisognosi. Durante tutto l’anno il piccolo tetto del don Guanella ospita un’altra dozzina di ospiti, mentre la parrocchia di Rebbio in maniera più strutturata offre una abitazione a circa 200 persone che sono avviate verso percorsi di autonomia, in casi di emergenza però le porte vengono aperte anche per più stringenti necessità.

Da anni in città si discute dell’opportunità di aprire un nuovo dormitorio permanente, una ipotesi scartata però dalla precedente come pure dall’attuale amministrazione comunale.

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