Progetto mare Osha, germoglio d’amore

Inclusione Ragazzi e volontari, un’estate insieme per abbattere ogni barriera. Divertimento ed emozioni in nome dello sport

«Se germoglia anche solo una piccola parte d’amore che c’ è nel “Progetto Mare”, il mondo sarà migliore. Aspetta Lele anche se è notte e hai appena toccato il letto rifletti bene: l’amore ha già germogliato, altrimenti il “Progetto Mare” non verrebbe proposto ogni anno da quindici anni. Maledetto Covid: oltre alle persone care ci hai portato via anche per due anni la “settimana più bella dell’anno” perché, se fosse stato possibile so che si sarebbe andati al mare anche in quei due anni. Osha, una parte importante di me».

Chi scrive, sulla pagina Facebook di Osha Como, è Gabriele Rainoldi. È un ragazzo in carrozzina di Claino con Osteno, uno dei tanti atleti dell’associazione comasca, da cinquant’anni dedita allo sport rivolta ai disabili.

Un pensiero scritto al ritorno dalla settimana a Cesenatico, il “Progetto Mare” che da quindici anni è uno dei momenti più attesi dai ragazzi e dai volontari dell’Osha. Una settimana senza genitori, trascorsa in una località balneare, tra attività, giochi, condivisione e sport, in compagnia dei soli volontari.

«Per noi – spiega Mariangela Volpati, presidente di Osha – è un momento importante. Dopo molti anni a Tortoreto Lido, quest’anno la vacanza si è svolta nella più vicina Cesenatico e ha concluso il progetto “Acquainclusion”, finanziato con l’aiuto della Fondazione provinciale della Comunità comasca e della Bcc, un progetto rivolto al nuoto che ha caratterizzato il nostro cinquantesimo di fondazione».

Cinquantasei tra ragazzi e volontari, per una settimana di autonomia in un ambiente protetto: «La positività di questo progetto è il pieno coinvolgimento di ragazzi e volontari che seguono la persona disabile h24. Grazie alla disponibilità dei volontari, riusciamo a portare avanti da 15 anni questo progetto. I ragazzi sono contenti: c’è un po’ di libertà dai genitori che dà aria anche a loro, oltre a essere una prova di autonomia perché devono tenere in ordine le camere e che ci sono delle piccole regole da rispettare. È il vero momento di amalgama dell’associazione».

La giornata è quella tipica del mare: colazione, spiaggia, attività con palloni, animazione e musica, ma anche risveglio muscolare, balli di gruppo e giochi. E poi ritorno al camping: «Quest’anno siamo andati anche al parco acquatico Atlantica a Cesenatico: è stato divertente e intenso per tutti».

I volontari, con il loro tempo prestato all’associazione, sono fondamentali. E sorprendenti, come spiega Cristina Leoni, la loro coordinatrice: «Quest’anno abbiamo avuto tra noi una ragazzina di 14 anni, Sofia. Ci dà una mano durante l’anno in piscina e appena le abbiamo chiesto se le interessasse anche “Progetto Mare”, ci ha detto subito di sì. Per i volontari l’impegno è notevole, perché seguono anche disabili gravi per tutta la giornata, aiutandoli in tutto quello che non riescono a fare da soli. È incredibile quello che questi ragazzi riescono a dare. Quest’anno sono tornati anche due volontari che mancavano alcuni da anni. Mi hanno detto una cosa toccante: “Come abbiamo fatto a stare senza tutto questo per così tanto tempo?».

Ma un punto di vista importante è anche quello dei genitori. Che, per una settimana, “delegano” la cura dei figli ad altre persone. Fernando Papis, padre di Silvia e vicepresidente Osha, è stato uno dei promotori di questa iniziativa: «È un progetto nato con due finalità: da una parte consentire ai ragazzi di uscire dalle famiglie sotto la guida di bel gruppo di volontari e dall’altra consentire alle famiglie di avere una settimana per “tirare il fiato” e ricaricarsi. Perché i nostri sono ragazzi impegnativi, fisicamente e mentalmente. Aggiungiamoci anche il valore l’esperienza per i volontari: lo porteranno con sé per tutta la vita».

Tirando le somme, per i genitori è un momento importante: «Dobbiamo concedere la massima fiducia ai volontari che stanno con i figli. Senza, vivremmo male l’esperienza. L’importante è il bene dei figli: mia figlia ha fatto tutti i “Progetti Mare” e vorrebbe che la vacanza fosse più lunga». Resta un problema, storico, della difficile reperibilità di strutture alberghiere idonee: «Servirebbero senza barriere e vicine al mare. Suggerimenti sono sempre ben accetti».

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