Diogene / Como città
Martedì 23 Gennaio 2024
Quei ragazzi che scelsero di non voltarsi
Il ricordo Le storie di Gavino Tolis e Salvatore Corrias. Erano finanzieri: e aiutarono migliaia di ebrei a fuggire
Gerardo Severino è un Maggiore della Guardia di finanza oggi in congedo. Vive a Roma e negli anni ha dedicato moltissimo del suo tempo a salvaguardare la memoria di alcune storie che, altrimenti, forse sarebbero andate perdute per sempre. «Con un gruppo di finanzieri abbiamo rintracciato gli atti della cosiddetta “epurazione”, un procedimento amministrativo cui furono sottoposti tutti gli appartenenti alla pubblica amministrazione in Italia, dovendo dimostrare cosa avevano fatto durante il periodo dell’occupazione tedesca e della Repubblica Sociale italiana. E quindi i militari che prestavano servizio lungo la frontiera svizzera dovettero raccontare cosa avevano fatto in quei mesi di occupazione. Chi si era dedicato all’attività resistenziale, chi aveva aiutato gli ebrei, chi la popolazione civile...».
Sono due le storie che Severino cita e che proprio del territorio comasco parlano: riguardano due giovani finanzieri che tra Como e la Svizzera hanno perso la vita, salvandone altre. Si chiamavano Salvatore e Gavino. «Sono storie commoventi, storie di uomini che hanno scritto pagine eroiche in momenti drammatici. Mi hanno colpito come uomo e come padre» spiega il finanziere in congedo. I due giovani, entrambi sardi, operarono nel comasco: in particolare Corrias prestava servizio sul monte Bisbino, sulla cosiddetta “frontiera del Bugone”, mentre Tolis si trovava a Ponte Chiasso. «Erano fidanzati con ragazze del posto, una di Moltrasio e una di Ponte Chiasso, che diedero loro manforte, rischiando la vita nell’attività di resistenza, e aiutarono migliaia di persone, non solo ebrei, in fuga verso la Svizzera, aderendo alle organizzazioni patriottiche locali, in particolare le Fiamme Verdi». Salvatore, che nelle foto d’epoca si presenta come un bel ragazzo dalla fronte alta, con i capelli molto scuri e folti, aveva lasciato la sua terra natia, la Sardegna, a soli 20 anni per diventare finanziere. Nel 1944 si era unito alla Resistenza, entrando a far parte della brigata “Emanuele Artom”.
Gavino Tolis invece, anche lui sardo, nella foto d’epoca presente sul sito della Guardia di finanza, sembra un giovane ardito, si adoperò a sua volta per salvare quanti più profughi possibile dalla persecuzioni naziste. «La storia di questi due giovani uomini è bella, anche se ha un finale drammatico perché sia l’uno che l’altro muoiono a causa della loro generosità. Salvatore Corrias viene fucilato il 28 gennaio 1945, mentre tornava dalla frontiera dove aveva appena accompagnato un ufficiale inglese che doveva raggiungere la Svizzera. Fu catturato da una banda fascista, la “banda Tucci”, e seduta stante fucilato nel cortile della caserma del Bugone, ancora oggi visibile. Il suo corpo fu abbandonato lì e recuperato solo nel maggio del ’45, quando si sciolse la neve».
Oggi Salvatore è sepolto al cimitero di Moltrasio, nella cappella degli eroi partigiani del comasco. «Gavino Tolis invece fu catturato e questa è una delle tante macchie di cui il popolo italiano si è reso responsabile: insieme a una signora di Ponte Chiasso, Giuseppina Panzica, moglie di un finanziere in congedo, fu denunciato dai vicini di casa perché favoriva gli espatri attraverso la rete metallica del giardino della signora, che si affacciava proprio sulla frontiera svizzera. Fu consegnato così ai tedeschi e morì di stenti e sevizie nel campo di sterminio di Mathausen, ma fu poi insignito del titolo di “Giusto fra le Nazioni”».
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