Tra le favelas di San Paolo il calcio con le vecchie maglie del Como

La storia Un comasco trapiantato in Brasile e una squadra di ragazzini davvero speciale: «Qui si può fare molto con poco. I colori? Sono quelli della squadra di Cavagnetto e Nicoletti»

C’è una squadra di calcio a San Paolo, del tutto particolare: ha i colori del Como ed è supportata da un comasco trapiantato in Brasile da quarant’anni. Una squadra che, per i bambini e gli adolescenti che ne fanno parte, è un modo per sorridere e andare avanti nella favela della metropoli brasiliana. A dare una mano, cercando materiale e impegnandosi perché questo progetto tanto semplice quanto potente possa andare avanti, c’è Angelo Frigerio, originario di Albese con Cassano, con tanti legami ancora attivi in città.

Angelo Frigerio si è trasferito in Brasile negli anni Ottanta

Trasferitosi in Sudamerica negli anni ’80, dopo gli studi al Setificio e i primi impieghi in una stamperia, ha lavorato sempre nel tessile. Fin dal suo arrivo, è entrato in contatto con la povertà e la realtà delle favelas. «Il Brasile – racconta Frigerio - offre tante possibilità e continuerà a crescere economicamente, è bello e gode di un clima fantastico. I brasiliani sono gioviali e ospitali, ma il Paese ha un grande problema: la differenza sociale. Un fenomeno al quale, purtroppo, ci si abitua con il tempo. Si finisce spesso nel chiudersi nella fascia sociale di cui fai parte e restare insensibile al resto della popolazione: si finisce per frequentare soltanto chi ha i tuoi stessi interessi e condizioni di vita. Una triste realtà». Cresciuto all’oratorio di Albese, Frigerio non è rimasto insensibile ai problemi sociali: «Ho sempre sentito la volontà di avvicinarmi al mondo dei più sfortunati e partecipo a piccole azioni di solidarietà: frequento una favela di Sao Paulo. Un frate francescano, frei Abelardo, mi ha chiesto di aiutarlo nello sviluppo della piccola comunità “Vila do Herois”, con qualche azione che permetta un’educazione migliore, una convivenza degna e un dialogo aperto».

Da quell’incontro, è nata dell’idea della squadra di calcio. E, un po’ per affetto, un po’ per mantenere vivi i legami, ha deciso di vestire i ragazzi con le magliette del Como anni ’70-’80: «Ho avuto esperienze di calcio ai miei tempi in Italia, con Libertas e Tavernerio: mi sono sentito in obbligo. Ho rintracciato l’amico industriale, nonché mio centromediano Graziano Brenna, che prontamente mi ha inviato il necessario per le magliette. Considerando che l’aiuto viene da Como ho cercato di far riprodurre le magliette azzurre con lo scudo bianco a croce rossa, come era una volta l’Ac Como. Il Como di Nicoletti e Cavagnetto, quello a cui sono più affezionato… Le magliette hanno avuto successo».

Per questi ragazzi, il calcio è una valvola di sfogo e rappresenta un momento di serenità: «Qua con poco si può fare molto. La vecchia scuola in legno è stata sostituita da una in mattoni e c’è stato un netto salto di qualità. Il calcio? Si allenano con un volontario il venerdì, la domenica giocano in un campetto pagato da frei Abelardo. Disputano amichevoli, spesso divisi perché ci sono bambini di sei anni e ragazzini di dodici. Tutti sognano di diventare degli atleti, dei grandi campioni e di giocare in Nazionale. Questo per loro è uno stimolo anche per andar bene a scuola: la loro insegnante li avverte, se non vanno a lezione, saltano il calcio». Alla Vila do Herois le necessità sono sempre tante. E una mano è sempre preziosa per aiutare le persone che ci vivono: «Sarò felice di ricevere chi, per un motivo o per l’altro, verrà in Brasile. Ho già portato per le strade di San Paolo parecchi comaschi che, in Brasile per motivi di lavoro, hanno rinunciato, per una sera a un ottimo ristorante per accompagnarmi a consegnare la zuppa ai “moradores de rua”: un’esperienza drammatica ma gratificante che non si dimentica». Tra gli amici coinvolti, Andrea Fagetti, che conferma il racconto di Frigerio: «C’è bisogno di un aiuto, quando passo da San Paolo per lavoro vado sempre a trovarlo. Vedere questi bambini che giocano con le maglie del Como è un grande orgoglio».

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