Violenza sulle donne. Libri (e librerie), l’ultimo baluardo

Fare rete Un esperimento riuscito nelle Marche ehe ora si vorrebbe replicare anche nel Comasco

Il libro diventa veicolo per promuovere il cambiamento culturale nella lotta all’eliminazione della violenza nei confronti delle donne. Non avviene in astratto, ma nel concreto di uno spazio di incontro accessibile a tutti, soprattutto ai più giovani, in cui continuare un dialogo tra società civile e associazioni che da anni si occupano di questo tema, come Telefono Donna Como.

Le biblioteche possono ospitare laboratori e incontri a tema

Biblioteche e librerie sono decretati luoghi dove amplificare la necessità di prevenzione e informazione. Si fanno cassa di risonanza per nutrire una cultura del rispetto di sé e dell’altro e promuovere un amore sano, ma lo fanno in un’ottica di rete e con proposte specifiche che cercano di intercettare le esigenze della popolazione.

Nelle Marche, in particolare nella provincia di Pesaro Urbino, alcune librerie e alcune biblioteche, 140 in tutto, già oggi operano anche come presidi culturali contro la violenza di genere. Hanno aderito infatti al progetto “Rifugi”, ideato un anno fa dall’editore Settenove come racconta il Corriere della Sera nelle sue buone notizie.

All’interno di questi spazi culturali, ci sono angoli allestiti per consentire alle vittime di informarsi e magari, al sicuro e autonomamente, di prendere coscienza della decisione di dover chiedere aiuto o sporgere denuncia alle autorità competenti. Si danno supporto, contenuti, orientamento. Il personale è stato formato per riconoscere le vittime, ascoltarle, e, nel caso del bisogno, indirizzarle verso i servizi territoriali. Fuori dalle librerie e dalle biblioteche, sulle vetrine e agli ingressi, è stato apposto un logo che le rende riconoscibili a chi cerca aiuto.

A Como e anche in Lombardia questa iniziativa, a cui ha aderito la rete “Dire”, non si è, almeno per ora, realizzata. Nella nostra città e in provincia si ragiona però su un livello altrettanto importante, ma diverso. Il focus è sempre come le istituzioni culturali possano giocare un ruolo chiave contro la violenza di genere. L’orizzonte verso cui si progetta non è tanto l’apertura di sportelli o servizi di consulenza nei presidi culturali, piuttosto l’attivazione di iniziative come spettacoli, presentazioni di libri, proposte di bibliografie, laboratori, incontri a tema e tanto altro nelle librerie e nelle biblioteche, dove agganciare i più giovani, in luoghi già frequentati per studio e socialità.

«La violenza di genere è un fenomeno culturale. È ormai riconosciuto a livello di società che il cambiamento debba avvenire su questo piano – sostengono Arianna Liberatore e Laura Tettamanti, rispettivamente presidente e vicepresidente di Telefono Donna Como –. Quello a cui assistiamo è un abbassamento preoccupante dell’età sia delle vittime che dei responsabili di reato di violenza. Parliamo di giovanissimi, a volte minorenni, che non hanno sviluppato una cultura del rispetto di sé e dell’altra persona. Telefono Donna Como porta avanti progetti nelle scuole, ma sarebbe interessante e di supporto poter avviare un progetto che coinvolga altri luoghi di cultura, per arrivare a target diversi e con strumenti diversi. Le librerie e le biblioteche sono attori del territorio che potrebbero dare un valore aggiunto e una forte propulsione al cambiamento culturale. Banalmente una vetrina con una scelta di libri a tema, un angolo con pubblicazioni che parlano di amore sano, femminismo. Se vogliamo insieme combattere la violenza di genere dobbiamo già da ora costruire una cultura diversa basata sul rispetto, sul valore di essere persona e sulla lotta ai pregiudizi».

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