Acqua, quel bene prezioso che unisce (e fa litigare). Tutti la vogliono, ma non c’è

I dati In tempo di emergenza climatica è diventato un motivo di tensione. Dal lago Maggiore a quello di Lugano, problemi anche per l’economia

L’acqua che unisce, l’acqua che nelle emergenze soprattutto può dividere. L’anno scorso non sono mancate le tensioni sulla situazione idrica tra Svizzera e Italia. Di certo quest’anno il problema creato dal cambiamento climatico rischia di gravare ancora.

Secondo l’Ufficio di statistica ticinese, si è infatti chiuso un anno da record per la scarsità idrica, in termini assoluti, sia annuali sia mensili. Questo fenomeno ha toccato quasi tutti i corsi d’acqua, da Bedretto a Chiasso. Settembre e ottobre nel Sottoceneri hanno garantito una flebile pausa. Ma anche i laghi piangono: nuovi valori minimi assoluti sono stati misurati per il lago di Lugano da marzo a giugno e per il lago Maggiore da ottobre 2021 a fine 2022 (ciò significa in concreto oltre 440 giorni consecutivi con livelli inferiori alla media).

L’autunno caldo

Eppure a ottobre c’era stato appunto un po’ di respiro, con precipitazioni superiori alla media almeno nella regione del Luganese; nel resto del cantone si è raggiunto l’80-90% della media del periodo 1991- 2020. Si viaggia sotto le medie in molti casi. Il Cassarate a Lugano ha raggiunto il 95% della media del periodo, la Magliasina il 70%, idem il fiume Tresa, in uscita dal lago di Lugano, che ha segnato i tre quarti del valore medio. Anche negli altri corsi d’acqua la ricorrenza dei picchi di piena è annuale o biennale.

Poco, troppo poco. Come per i laghi. Prendiamo il lago Maggiore, che unisce Ticino, Lombardia e Piemonte. Spiccano i risicati deflussi degli immissari e nell’ultimo trimestre il deficit è peggiorato per quanto concerne lo stoccaggio delle risorse idriche. Ciò che è venuto a mancare drammaticamente, è la piena autunnale che garantiva il recupero dei livelli. Invece, su scala mensile il livello lacuale medio è risultato di quasi un metro inferiore alla media ad ottobre (-88 cm) e a novembre (-87 cm). A dicembre la situazione si aggrava e il deficit ha superato il metro (-104 cm).

C’è un dato particolarmente drammatico: non era mai accaduto che per 365 giorni consecutivi il livello lacuale fosse inferiore al livello medio dei rispettivi giorni. Quindi prendendo in esame pure il 2021, si tratta di 442 giorni consecutivi – dal 15 ottobre 2021 al 31 dicembre 2022 – con una quota lacuale a Locarno inferiore al valore medio dello specifico giorno.

Un po’ meglio a Lugano. È vero infatti che il l livello medio mensile di ottobre è risultato nella norma (-1 cm) grazie alle precipitazioni e agli afflussi dei giorni 8-9 e 21-24: si è così raggiunta quota 270,81 m sulla superficie del mare. il giorno 26 e di superare per la prima volta il valore medio. Novembre ha portato ancora un deficit (-9 cm in media) e le precipitazioni di inizio dicembre hanno riportato fino ai valori medi. A scala annuale, il valore medio del livello del lago è stato comunque di 29 cm inferiore alla media del periodo, soprattutto a causa dei valori eccezionalmente bassi tra gennaio e maggio.

Come si diceva, l’acqua è un elemento chiave nei rapporti transfrontalieri. Quantità e qualità delle acque vedono un lavoro comune. Particolarmente vigile su questo fronte la Regio Insubrica, che anche lo scorso novembre ha dedicato attenzione il gruppo di lavoro “Qualità delle acque” .

I regolamenti

Storicamente, la gestione dei livelli del lago di Lugano avviene sulla base di un “regolamento a linee”, definito nel 1953 e ratificato con la Convenzione di Lugano del 1955.

In funzione del livello misurato a Ponte Tresa e della stagione, viene definita la portata di rilascio attraverso le paratoie dello sbarramento di questa località.

Se del caso, grazie alle previsioni di piena, è possibile incrementare il rilascio preventivamente, creando un volume maggiore di stoccaggio nel lago. Ciò consente di ridurre durante il colmo della piena sia il livello massimo raggiunto, che la portata rilasciata, a beneficio dei rivieraschi lacuali e di quelli lungo il fiume Tresa.

Sul fronte del Maggiore, il livello è regolato con lo sbarramento della Miorina a Sesto Calende, in territorio italiano. Nel Disciplinare di Regolazione c’è una fascia di regolazione, all’interno della quale l’ente regolatore (Consorzio del Ticino, a Milano) può decidere quale portata erogare.

Nel periodo 2015-2020, dal 15 marzo al 15 settembre, le autorità italiane hanno avviato una sperimentazione dei livelli estivi di regolazione e alzato il livello di massimo invaso prima a +1.25 m o poi a 1.35 m sullo zero idrometrico di Sesto Calende.

L’obiettivo era garantire maggiori riserve idriche all’economia della pianura Padana, ma ha portato criticità – e proteste - alle popolazioni rivierasche del lago (sponde italiane e svizzere) nonché per gli ecosistemi lacuali secondo il Cantone: si citano le Bolle di Magadino in Svizzera e la Riserva di Fondo Toce in provincia di Verbania, in Italia.

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