Airolo sugli sci, a poco più di un’ora da Como: «Vicinanza e comodità, ma speriamo che nevichi»

Intervista La stagione invernale alle porte e il comprensorio ticinese più vicino alla provincia di Como si sta preparando. Il direttore di Valbianca, Simone Beffa: «Costi energetici e personale, ma una bella nevicata risolverebbe tutto»

Il Consiglio di Amministrazione «ha nominato Simone Beffa quale nuovo direttore di Valbianca Sa Airolo». Era il 4 agosto 2021 e sul profilo facebook delle “Funivie Airolo Valbianca” veniva pubblicato questo post in cui si formalizzava il passaggio di consegne tra Mauro Pini - tornato nel mondo del Circo Bianco da allenatore - e Simone Beffa, con tanto di stretta di mano beneaugurale.

”Frontiera” nel difficile inverno segnato dalla seconda ondata di contagi (con gli impianti in Italia chiusi) aveva chiesto proprio a Mauro Pini un focus sulla realtà del comprensorio di Airolo, negli anni meta (data la vicinanza) anche di tanti sciatori comaschi. Con una nuova stagione alle porte, la parola passa ora al nuovo direttore di “Valbianca Sa”.

La prima domanda è quasi d’obbligo. Che stagione si aspetta?

«D’obbligo anche la prima risposta. Speriamo che nevichi. Sicuramente ci aspettiamo una stagione migliore rispetto a quella a cavallo tra 2021 e 2022, caratterizzata purtroppo dall’assenza di neve. E così è aumentata la voglia di andare sugli sci. Ci sono dunque le premesse per iniziare la stagione sotto ottimi auspici, guardando al cielo e confidando che i primi fiocchi non si facciano attendere a oltranza».

Venti chilometri di piste attendono dunque di essere percorse. Qual è il vostro mercato di riferimento?

«Ne approfitto dell’intervista con un quotidiano comasco per dire che la pandemia ha temporaneamente interrotto il filo diretto che ci legava a territori come il vostro. Airolo dista un’ora e mezza d’auto da Como. Certo il franco “forte” non sta giovando a riallacciare i fili di questo discorso, ma sono sicuro che alla fine la nostra è una proposta anche economicamente accattivante. Per contro, ci stiamo rivolgendo anche al mercato interno, in primis quello della Svizzera tedesca».

Qual è la carta vincente degli impianti di Airolo per convincere uno sciatore comasco a tornare da voi?

«Vicinanza e comodità nel raggiungerci sono due importanti carte vincenti, per rispondere a tema alla domanda. Anche con il franco forte a livello di costi i nostri impianti sono tra i più bassi a livello svizzero, pur garantendo standard qualitativi elevati. Abbiamo neve sempre in ordine. Siamo attrattivi su più fronti, inclusa la gastronomica. Ma ripeto la vicinanza è il primo elemento che ci lega a Como ed alle province di confine».

Quanto incideranno sui conti e sulle prospettive i temuti rincari energetici?

«Un aumento c’è stato, ma non così marcato. Penso all’aumento della nafta per i gatti delle nevi e così all’elettricità. Diciamo che al momento siamo nell’ordine di rincari pari al 5-10%. Cercheremo comunque di risparmiare ove possibile, seguendo un trend generale che al momento vede diverse iniziative finalizzate al risparmio energetico”.

Tra le tante incognite della scorsa stagione invernale l’assenza di neve sicuramente non era contemplata ai primi posti della graduatoria. Eppure nonostante la pandemia ancora (in parte) presente e da fine febbraio gli echi del conflitto ucraino alla fine l’inverno senza neve ha davvero rappresentato una criticità forte, nonostante l’8 dicembre una nevicata importante aveva fatto sperare che tutto andasse per il meglio. Cosa ci dobbiamo aspettare?

«Nessuno ha la sfera di cristallo. Diciamo che l’abbinata Covid- assenza di neve in pochi l’avrebbero immaginata a inizio stagione. Siamo stati costretti a chiudere gli impianti in anticipo (il 27 marzo, ndr). Abbiamo cercato di resistere, ma alla fine senza neve c’era ben poco da fare».

Abbiamo già affrontato diversi argomenti, ma non abbiamo ancora parlato della data di riapertura degli impianti.

«Dal 10 dicembre i nostri impianti saranno aperti quotidianamente. Con una bella nevicata nei prossimi giorni, è ipotizzabile anche un’apertura limitata prossimo fine settimana (3-4 dicembre, ndr). Ma ripeto, dovrebbe arrivare una nevicata in grado di garantire un buon fondo. Se così non dovesse essere, l’appuntamento è dal 10 dicembre. Saremo poi aperti sino a Pasquetta, con la solita sottolineatura - neve permettendo - che ormai risuona anche come una scaramanzia».

Il tema dei rincari energetici fa il paio con quello della ricerca del personale. Tema comune peraltro sui due lati del confine. Com’è da voi la situazione?

«Qualche difficoltà c’è, per quanto concerne la ristorazione. Ma credo di non dire nulla di nuovo. Per il resto, invece, siamo messi bene e questo ci dà tranquillità. Non vedo al momento grosse criticità».

Di sicuro, tornando all’ubicazione degli impianti, vi aiuta la posizione baricentrica. Airolo è uno snodo importante tra nord e sud del Gottardo. E questo rappresenta un punto di forza. E’ così?

«Siamo la stazione più attrattiva quanto a costi. Ed a questo si aggiunge l’ubicazione in quanto i nostri impianti sono facilmente raggiungibili da entrambi i lati del Gottardo. Rimarcando che gli impianti a nord del Gottardo sono più cari rispetto al nostro. Il fatto di essere la stazione sciistica più grande del Canton Ticino rafforza la nostra proposta, allargando il bacino d’utenza. Non si tratta però di diritti acquisiti. Oggi anno cerchiamo di migliorare e migliorarci. L’augurio è che la clientela italiana possano tornare ad essere quella del pre-Covid, in primis per quanto concerne i gruppi».

Certo, come rimarcato poc’anzi, il franco forte potrebbe essere un ostacolo in più sulla strada che porta gli sciatori italiani verso il Gottardo. Che idea si è fatto?

«E’ vero, ma solo in parte. Perché se si fa un calcolo dei costi, uno skypass giornaliero da noi può arrivare ad un massimo di 59 franchi. Ma noi abbiamo prezzi dinamici, in base anche all’acquisto. Ma quei 59 franchi saranno comunque riferiti al giorno top nel fine settimana di punta. Se no i prezzi saranno sempre più bassi. Francamente, spesso sono stato da voi. Non mi sembra che quanto a prezzi l’Italia sia inferiore. E non mi riferisco unicamente al mondo dello sci e dei comprensori sciistici. Como è una città davvero bella. Ci vengo spesso. Quanto a prezzi si fa valere, diciamo così».

Eventualmente è possibile colmare il gap “sparando” la neve sugli impianti?

«In parte lo stiamo facendo. Il problema è che in questo momento non abbiamo tantissima acqua. Veniamo da mesi senza pioggia. La siccità è un problema in più. Nella parte alta stiamo “sparando” neve. Non possiamo però osare più di tanto, mettiamola così. Altrimenti rischiamo di veder vanificati tutti gli sforzi fatti per avere un minimo di riserve idriche. Lo ripeto. Una bella nevicata risolverebbe parecchi problemi».

Nel frattempo sono iniziati anche ad Airolo i lavori per la realizzazione del “secondo tubo” del tunnel autostradale del Gottardo. Un aiuto in più in fatto di attrattività per il vostro comprensorio?

«Credo proprio di sì. Cambierà in parte anche la prospettiva con cui i turisti si approcceranno ai nostri impianti. Allo sciatore di giornata ci sarà chi magari deciderà di fermarsi in giorno in più, vista la comodità con cui Airolo potrà essere raggiunta. Ed anche il Comune - inteso come abitato - diventerà ancor più attrattivo. Già ora assistiamo al fenomeno delle persone che scappano dalle città per vivere in realtà come la nostra. Dal prossimo anno avremo poi una proposta unica nel panorama svizzero».

Si può rivelare?

«Ad Airolo avremo il Centro nazionale Freestyle (Centro nazionale “Mogus & Aerials” la dizione corretta, ndr), disciplina che già qui è di casa. Si tratta di un’importante novità. Avremo così anche più neve “programmata”, che andrà poi a beneficio di tutta la stazione. Per allenarsi arriverà qui gente da tutto il mondo. Di sicuro un’opportunità e una vetrina importante per il nostro comprensorio e per Airolo».

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