Ci sono meno disoccupati (e anche il Ticino respira), ma il merito è del turismo

L’analisi Cala il numero delle persone che non ha un lavoro stabile. Sono oltre duemila rispetto al mese precedente. Con qualche dubbio

In una sorta di teoria virtuosa di vasi comunicanti, se da un lato l’occupazione sul territorio federale è data in crescita (ne riferiamo in queste stesse pagine con il conforto di numeri e percentuali), dall’altro - secondo quanto comunicato dalla sempre solerte Segreteria di Stato dell’Economia (la Seco) - a fine aprile presso gli Uffici regionali di Collocamento erano iscritti 90.534 disoccupati, ovvero 2.221 in meno rispetto al mese precedente.

Invariato

I numeri dicono che sicuramente a questo segno meno “marcato” dei disoccupati ha contributo in primis la (ri)apertura su larga scala delle attività turistiche, che si sono trovate così ad affrontare con il giusto piglio una stagione che, numeri alla mano, già da gennaio ha regalato nuove soddisfazioni a realtà come il Ticino che avevano chiuso negativamente il 2022 (dopo l’exploit del 2021, con le frontiere solo parzialmente aperte).

Il tasso di disoccupazione, nel dettaglio, è rimasto invariato al 2% nell’arco di questi trenta giorni, ricordando l’eterna diatriba in essere tra i dati diffusi dagli Uffici Regionali di Collocamento e quelli pubblicati attraverso l’indice internazionale Ilo, che vedono la disoccupazione in Svizzera e in Ticino con numeri decisamente superiori rispetto a quelli dei già citati Uffici di Collocamento.

«Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (aprile 2022), il numero di disoccupati è diminuito di 13.857 unità (-13,3%) - ha rimarcato la Seco - In particolare, il numero di giovani disoccupati (tra i 15 ed i 24 anni) è diminuito di 504 unità (-6,1%) arrivando ad un totale di 7.726. Ciò corrisponde a 808 persone in meno (-9,5%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Anche il numero dei disoccupati tra i 50 ed i 64 anni è diminuito di 524 persone (-1,9%), attestandosi ad un totale di 27.049. In confronto allo stesso mese dell’anno precedente ciò corrisponde a una diminuzione di 5.838 persone (-17,8%)». Dettaglio questo di assoluto rilievo, viste le difficoltà del (re)inserimento lavorativo degli “over 50”.

Complessivamente le persone in cerca d’impiego registrate erano 156.036, 5.828 in meno rispetto al mese precedente e 27.184 (-14,8%) in meno rispetto al corrispondente periodo del 2022. Questo secondo dato - ovvero le oltre 27 mila persone in meno in cerca di un’occupazione nell’arco dei dodici mesi - ben inquadra la ripresa dell’economia svizzera dopo le incertezze legate alla pandemia, ma anche ai rincari energetici.

La ripresa

Ecco spiegati dunque i dati con la ripresa su larga scala dell’occupazione. Un’attenzione a sé la merita poi il tema dei posti di lavoro “annunciati”, prima e unica applicazione del referendum contro l’immigrazione di massa del 9 febbraio 2014, noto come il referendum anti-frontalieri, che ora l’Udc riproporrà, svelando il testo della nuova consultazione in chiave “Prima i nostri!” il prossimo 1° luglio.

E proprio il 1° luglio 2018 è stato introdotto in tutta la Svizzera l’obbligo di annunciare i posti vacanti per i generi di professioni con un tasso di disoccupazione pari almeno all’8%, percentuale scesa poi al 5% dal 1° gennaio 2020.

La Seco, in quest’ultimo dettagliato report, ha sottolineato come il numero dei posti annunciati all’Uffici regionali di Collocamento è diminuito in aprile di 4.519, raggiungendo quota 52.223 unità, 32.663 delle quali sottostavano all’obbligo di annuncio.

Infine una considerazione sul dato del lavoro ridotto, che in pratica è l’omologo della nostra cassa integrazione. «Nel mese di febbraio 2023 sono state interessate dal lavoro ridotto 1814 persone, ovvero 262 in più (+16,9%) rispetto al mese precedente - l’ultima annotazione della Seco -. Il numero delle aziende colpite è diminuito di 18 unità (-13,1%) portandosi a 119. Il numero delle ore di lavoro perse, per contro, è aumentato di 16’934 unità (+18,5%), portandosi a 108428 ore. Nel corrispondente periodo dell’anno precedente (febbraio 2022) erano state registrate 2 milioni 328 mila 007 ore perse».

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