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Giovedì 13 Aprile 2023
Droga, il valico di Chiasso-Brogeda resta il crocevia del narcotraffico
Lotta al crimine Le sostanze stupefacenti vengono occultate nei doppi fondi dei tir in transito
Anche lo scorso anno il valico autostradale di Chiasso-Brogeda si è confermato come uno dei principali crocevia lungo le rotte del narcotraffico.
Ne ha dato conferma la sezione antidroga della polizia cantonale spiega che “il denaro sequestrato, provento del narcotraffico, ha raggiunto quota 1 milione e 429 mila franchi, anche a seguito di un episodio avvenuto presso il valico autostradale di Chiasso-Brogeda, dove all’interno di un Tir in ingresso in Svizzera, ben occultati nel doppiofondo ricavato nel semirimorchio, sono stati rinvenuti e sequestrati dall’Ufficio federale della Dogana e della Sicurezza dei confini, oltre a mezzo chilo di cocaina, diversi involucri contenenti banconote, per un ammontare complessivo di 1 milione 113 mila 800 franchi».
Tracciato il report dello scorso anno, la polizia cantonale ha rimarcato che nel mercato della droga ticinese vi sono state alcune (preoccupanti) evoluzioni, a cominciare dal fatto che «le organizzazioni gestite da cittadini albanesi, inizialmente dedite al solo spaccio di eroina, si interessano ora anche al mercato della cocaina».
E i motivi di questo cambio di rotta «sono da ricercare anche nel crescente aumento della richiesta di cocaina, nonché di un guadagno più elevato con la sua vendita al dettaglio».
Costantemente presenti nel Cantone sono anche i trafficanti di origini dominicane, attivi anch’essi nello spaccio di cocaina - si legge ancora nel report -. Per contro, il fenomeno dello spaccio di droga gestito da cittadini africani (soprattutto di nazionalità nigeriana) è invece quasi completamente scomparso”. Ricordando anche le ripercussioni su questo lato del confine - soprattutto alla voce “cocaina” - che queste dinamiche (non solo) ticinesi portano in dote.
Dalla polizia cantonale è arrivato poi un altro campanello d’allarme, direttamente connesso «al consumo di canapa, alcool e medicinali da parte di giovani e adolescenti». Problema che, anche in questo caso, supera le dinamiche nazionali.
I numeri complessivi, che comprendono anche alcuni sequestri effettuati ai valichi, parlano alla voce “stupefacenti” di 141,4 chili di hashish (erano 42 chili e mezzo nel 2021), 54.9 chili di marijuana, 27,2 chili di cocaina, 2,3 chili di eroina, 572 grammi di anfetamina e non da ultimo136 grammi di ketamina, 125 grammi di ecstasy, 102 grammi di Lsd, 23 grammi di metamfetamina nonché 1461 piante di canapa.
Dunque - postilla particolarmente preoccupante - in Ticino sono aumentati anche i sequestri di ketamina, che se usata in ambiente clinico controllato (e in determinate dosi) produce effetti anestetici ed analgesici, mentre a basse dosi determina stati psichedelici, allucinazioni ed euforia. Proprio a causa di questi effetti, la ketamina è diventata una droga purtroppo di largo consumo.
«Per quanto riguarda i sequestri operati ai valichi di frontiera va rimarcato il fatto che la droga, in parte, non è destinata al mercato svizzero o ticinese, bensì a quelli rispettivamente del Nord Europa e della vicina Italia», si legge ancora nel report.
Da segnalare infine che le persone denunciate per reati concernenti la Legge federale sugli stupefacenti sono state 1222 in leggero calo rispetto al 2021. A completare il quadro figurano 79 arresti e 11 decessi dovuti a overdose.
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