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Giovedì 07 Settembre 2023
Ecco perché in Ticino mancano i prof: «Tanti docenti in pensione e un piccolo baby boom»
L’intervista Il parere del direttore del Centro svizzero di coordinamento : «Ma la professione continua a rimanere attraente nella Confederazione»
La carenza di docenti nelle scuole soprattutto della Svizzera interna non sarebbe legato alla poca attrattività della professione, come alcuni insegnanti svizzeri fanno notare in rete, ma a pensionamenti, aumento di nascite e forte immigrazione.
A dirlo è Stefan Wolter, direttore del Centro svizzero di coordinamento della ricerca educativa (SCCRE).
Professore, perché mancano docenti? Insegnare non è attraente per gli svizzeri?
Al contrario, è ancora molto attraente in Svizzera, come dimostrano tre osservazioni: le iscrizioni alle università per la formazione degli insegnanti sono in costante aumento; la professione di insegnante mostra - rispetto a quasi tutte le altre professioni - la più alta fedeltà alla professione, in altre parole, la permanenza in ruolo è più lunga che in altre professioni; c’è un elevato interesse di persone esterne alla professione per entrare nel mondo dell’insegnamento. La carenza di insegnanti ha altre ragioni. In primo luogo, due tendenze demografiche contrastanti: da un lato, la generazione dei cosiddetti baby-boomer ha raggiunto l’età della pensione e, dall’altro, un piccolo baby boom a partire dal 2000, unito a una forte immigrazione, ha portato a un aumento di studenti che in alcuni cantoni è storico. Ciò determina un divario tra l’offerta e la domanda di insegnanti, causa principale della carenza di insegnanti. Per la maggior parte degli studenti, però, l’inizio del nuovo anno scolastico è stato quello di sempre. Per una piccola percentuale, l’insegnante che li accoglie non è certificato, ma è un sostituto privo delle credenziali a causa della carenza di insegnanti.
Gli insegnanti italiani possono riempire le carenze di organico?
Sì, ma il Canton Ticino ha una carenza di insegnanti minore rispetto al resto della Svizzera e in particolare alla Svizzera tedesca, a causa di una diversa situazione demografica e del fatto che gli insegnanti ticinesi lavorano in media di più rispetto agli altri insegnanti del resto del Paese.
La differenza sta nella quota di insegnanti part-time. Mentre la maggior parte degli insegnanti in Ticino lavora a tempo pieno o quasi, la maggior parte degli insegnanti negli altri cantoni lavora a tempo parziale e a volte in percentuali molto basse. In un cantone, ad esempio, un quinto della forza docente lavora meno del 20%, ovvero un giorno alla settimana.
La scuola svizzera come accoglie e forma il crescente numero di studenti stranieri?
L’afflusso di stranieri è una costante in Svizzera e, da quando è stata introdotta la libera circolazione della manodopera, ha portato a una situazione più facile da digerire per il sistema scolastico, perché un maggior numero di immigrati proveniva dai Paesi limitrofi dove la gente parla la lingua della scuola a casa e, inoltre, un maggior numero di immigrati è più qualificato rispetto a prima dell’introduzione della libera circolazione della manodopera con l’Unione Europea. Tuttavia, con la guerra in Ucraina, c’è stato un improvviso e massiccio afflusso di giovani in età scolare che non parlano una delle nostre lingue nazionali e che dobbiamo educare prima nella lingua della scuola. Il nostro sistema è in grado di affrontare queste sfide, ma insieme alla carenza di insegnanti, già presente prima della crisi dei rifugiati, questo ha messo molte scuole e insegnanti allo stremo delle forze.
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