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Giovedì 15 Settembre 2022
Equità e formazione a scuola: il modello Canton Ticino
Intervista Dall’aggiornamento continuo degli insegnanti al superamento dei corsi A e B per gli studenti delle medie. Emanuele Berger, coordinatore del dipartimento dell’Educazione, adesso spera nel via libera del Parlamento
Tutti a scuola. In Canton Ticino le lezioni cominciano a fine agosto e, a distanza di qualche giorno dall’inizio della scuola, Emanuele Berger direttore della Divisione della scuola e coordinatore del Decs (dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport) evidenzia come la partenza sia stata positiva e ci siano in arrivo alcune novità legate alla valutazione e alla crescita didattico-psicologica degli studenti.
Anche la frenata, in Ticino relativa, imposta dal Covid pare essersi tramutata in accelerazione.
Dottor Berger, come è stato questo inizio anno scolastico, come lo stanno vivendo ragazzi e insegnanti in Canton Ticino?
L’inizio è stato positivo. Finalmente le scuole hanno potuto riaprire senza il “peso” imposto dalle incertezze e le preoccupazioni legate all’emergenza pandemica prima e al conflitto ucraino poi. Anche se non possiamo dire che le due crisi siano ormai solo un ricordo, la scuola ticinese ha potuto iniziare l’anno scolastico in un clima di “normalità” che mancava ormai da tempo. Tengo a ricordare che in Ticino le scuole sono rimaste completamente chiuse per pochissimi mesi, dopo di che, non senza opposizioni interne, ci siamo ostinati nel volerle riaprire. Una decisione difficile in quel momento, ma che è stata giusta e di cui andiamo fieri.
Il 2022 è il primo anno che speriamo “libero” dalla pandemia, quali accorgimenti adotta la scuola ticinese?
Non sono previsti particolari accorgimenti. Come già detto, in Ticino la chiusura delle scuole è stata applicata per un periodo sostanzialmente limitato ai mesi di marzo, aprile e maggio del 2020. Da lì in poi è invece stato possibile mantenere una scuola aperta e in presenza grazie al ricorso a un approccio basato all’utilizzo combinato delle quarantene (individuali, di classe o di istituto) e della didattica a distanza. Questo dispositivo si è dimostrato efficace sia dal punto di vista sanitario che educativo, perché ha permesso innanzitutto di evitare che le scuole diventassero dei ‘focolai’ e, allo stesso tempo, non ha reso necessario tornare a chiudere le scuole e dover quindi nuovamente subire tutte le ricadute negative sul piano educativo, psicologico e sociale che abbiamo sperimentato per alcuni mesi nel 2020. Nel caso la situazione epidemiologica dovesse aggravarsi si ricorrerà quindi all’impiego del dispositivo appena descritto.
La situazione degli insegnanti è soddisfacente o ne mancano? Quali sono le materie in cui mancano insegnanti? C’è posto per gli insegnanti italiani frontalieri?
Diversamente da quanto accade nel resto della Svizzera, l’inizio di questo anno scolastico non è stato segnato dalle grosse difficoltà nella copertura del fabbisogno di insegnanti che hanno dovuto affrontare alcuni Cantoni della Svizzera tedesca. Questo non significa che la problematica non interessi in alcun modo anche il nostro Cantone che non è immune dal subire le dinamiche che, a livello internazionale, rendono più difficile reclutare personale docente rispetto al passato. In Ticino, tuttavia, già da qualche anno sono state prese misure per aumentare l’attrattività della professione e poter formare e assumere docenti motivati, qualificati e in possesso dei requisiti formali necessari (abilitazione riconosciuta dalla Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione). La prima consiste nell’istituzione di nuove modalità per il conseguimento del master necessario all’insegnamento del tedesco nella scuola media: i candidati interessati che non posseggono ancora una formazione disciplinare adeguata, potranno ora acquisirla in parallelo alla formazione di docente attraverso dei corsi appositi istituiti dall’istituto di abilitazione ticinese (il dipartimento formazione e apprendimento della Supsi, Dfa). La seconda, invece, consiste nell’introduzione di una modalità di accesso al master necessario all’insegnamento della matematica nella scuola media per i candidati che non dispongono ancora di una formazione completa nella materia. Ricordo infine che nel corso del 2020 era stata introdotta la possibilità di ammettere all’abilitazione candidati in possesso di una maturità specializzata o professionale, oppure di candidati ammissibili sulla base di un esame di dossier. Il nostro Cantone fa degli sforzi considerevoli per formare insegnanti, e naturalmente auspica il loro pieno impiego. Detto questo gli insegnanti residenti oltre frontiera, di qualsiasi nazionalità (vi sono anche svizzeri), possono partecipare ai nostri concorsi.
Criticità, positività e novità? Quali sono nella scuola ticinese che ha appena iniziato l’anno 2022/2023?
L’inizio di anno scolastico è segnato dalla ripresa del dibattito attorno al tema della differenziazione strutturale. In Ticino è in effetti in vigore un sistema “a livelli” che prevede di separare gli allievi del secondo biennio della scuola media in base alle loro capacità nelle materie di matematica e tedesco: chi riesce meglio frequenta un corso attitudinale (corso A); chi invece attesta maggiori difficoltà frequenta un corso base (corso B)
Questo sistema mostra tuttavia notevoli criticità. Le ricerche svolte in Ticino hanno infatti mostrato che l’origine socioeconomica degli allievi influisce sulla loro attribuzione all’interno delle due filiere indipendentemente dalle loro reali capacità: si osserva infatti che tra chi frequenta due corsi A c’è una sovra rappresentazione degli allievi di estrazione sociale alta, mentre tra chi frequenta due corsi B vi è un numero maggiore di allievi di estrazione sociale più bassa. Al di là del fatto che questa disfunzione è incompatibile con uno dei valori che fonda la scuola ticinese – vale a dire l’equità – l’attuale sistema produce ricadute negative in termini di autostima e motivazione sugli allievi che frequentano i corsi base e, non da ultimo, crea notevoli tensioni tra i genitori e la scuola al momento dell’attribuzione di un allievo a una delle due filiere. Il Ticino è quindi da tempo alla ricerca di soluzioni per superare l’attuale forma di differenziazione strutturale presente nella scuola media e, proprio negli scorsi giorni, il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport ha presentato un modello di superamento dei corsi A e B basato sulla continuità di apprendimento (abolizione delle filiere), sulla codocenza (co-teaching), sui gruppi-classe ridotti e su una valutazione sommativa (giudizi intermedi) e certificativa (nota finale) unica per tutti gli allievi. Ora sarà in primo luogo il Parlamento che dovrà dibatterne, e in caso di valutazione positiva consentire una sperimentazione.
In Ticino ci sono molti studenti ucraini in fuga dalla guerra e che avete accolto? Come li state inserendo?
Al termine dello scorso anno scolastico si contavano nelle scuole ticinesi oltre 630 allievi provenienti dall’Ucraina, di cui oltre 100 nella scuola dell’infanzia, 250 nelle scuole elementari, 170 nelle scuole medie e 100 nelle scuole post obbligatorie. Nella scuola dell’obbligo l’accoglienza dei profughi è stata prestata in accordo alle finalità e alle modalità utilizzate abitualmente per l’accoglienza di allievi alloglotti: priorità alla socializzazione e all’integrazione linguistica e culturale; promozione di un contatto diretto e personale con ogni famiglia; ricorso al docente di lingua e integrazione a supporto dei docenti. Pur potendo ricorrere a una ormai consolidata esperienza nel campo dell’accoglienza degli allievi alloglotti, i numeri e l’intensità del flusso di profughi ha richiesto di ricorrere a mezzi straordinari. Da qui c’è stata la necessità di potenziare il servizio cantonale di lingua e integrazione in modo da supportare adeguatamente gli istituti scolastici comunali e cantonali. A inizio aprile 2022 è inoltre stato avviato uno specifico programma con l’obiettivo di garantire un sostegno per la qualificazione dei giovani di età compresa tra i 15 e i 18 anni residenti in Ticino che in Ucraina (o in altri paesi stranieri) frequentavano una formazione postobbligatoria (liceo o formazione professionale)».
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