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Lunedì 16 Maggio 2022
Fallimenti e cessazioni numeri in forte crescita (anche) per la pandemia
Il report L’Ufficio di Statistica conferma le grandi difficoltà del settore. E pensare che il 2019 aveva segnato il record delle aziende create
Ci eravamo lasciati con l’anno dei record - il 2019 (l’ultimo pre-pandemia) - e con l’annesso primato di imprese create (ben 42.606), tanto che l’Ufficio federale di Statistica confermava che «si tratta del numero più alto mai registrato, in crescita dell’8% rispetto all’anno precedente».
Con un’appendice e cioè che sempre nel 2019, erano ben 4803 unità le imprese che davano conto di una forte crescita. Poi la pandemia ha ribaltato tutte le certezze, anche se - come vedremo - la caduta in termini di fallimenti nel 2020 è stata meno rovinosa di quanto ci si potesse aspettare.
La situazione
Ed è degli ultimi giorni il report del sempre solerte Ufficio di Statistica che fa capo a Berna legato alle imprese della vicina Confederazione che nel 2021 - l’anno (lo ricordiamo) segnato per i primi quattro mesi e poi nella parte finale da importanti restrizioni - hanno dovuto chiudere i battenti o che sono state oggetto di procedimenti esecutivi. L’Ufficio federale di Statistica ha parlato apertamente di numeri in forte crescita, aggiungendo che “i fallimenti di persone o di società sono aumentati del 9,1% nel 2021 rispetto al 2020”, con la postilla di un altro aumento, quello dei procedimenti esecutivi in crescita del 5%.
«L’aumento dei fallimenti, che non comprende le chiusure di società causate da lacune nell’organizzazione, si spiega con un tasso eccezionalmente basso nell’anno in comparazione, il 2020 - si legge nel report dell’Ufficio federale di Statistica -. Un’ondata di chiusure d’imprese è probabilmente stata evitata in quell’anno grazie alle misure di sostegno del Consiglio federale durante la pandemia. In effetti, se ci si riferisce al 2019, le 14081 procedure fallimentari aperte nel 2021 rappresentano un aumento più limitato, dell’1,7%». Nel dettaglio, la stragrande maggioranza dei Cantoni - 22 su 26 - è stata toccata da questo aumento. Gli aumenti più importanti sono stati individuati in Canton Argovia, che registra 180 casi di fallimento supplementari (+24,6%) ed in Canton Zurigo con 238 fallimenti in più (+12,5%). Per contro, Ginevra, Giura e Appenzello Interno vivono delle diminuzioni lievi (tra -3 e -40 casi).
C’è un altro elemento di rilievo che il report federale ha evidenziato e cioè che «dopo una diminuzione del 12% tra il 2019 e il 2020, anche il numero degli atti registrati nell’ambito di procedure di fallimento è ripartito su percentuali importanti, con una recrudescenza del 5%».
Paragoni
L’Ufficio federale di Statistica ha poi fatto notare - come termine di paragone diretto e facilmente comprensibile - che «dal 1995 ad oggi, le procedure relative a ingiunzioni di pagamento sono progressivamente aumentate». E questo in virtù del fatto che «alla metà degli anni ’90, in Svizzera sono stati eseguiti 783 mila sequestri e 1,8 milioni di ingiunzioni di pagamento, contro 1,6 milioni di sequestri e 2,8 milioni di ingiunzioni di pagamento nel 2021».
Bisognerà capire ora quanto le misure messe in campo da Berna anche nel 2021 per arginare l’onda lunga della pandemia eviteranno un ulteriore aumento dei fallimenti e dei procedimenti esecutivi per l’anno in corso.
Ad onor del vero gli indicatori ed i primi dati che vengono trasmessi non promettono nulla di buono. Un’indagine della società di informazioni economiche “Dun & Bradstreet” ha certificato un aumento dei dati relativi soprattutto alle insolvenze, tanto che nel primo trimestre dell’anno ben 1190 aziende hanno dovuto chiudere per questo motivo (e cioè per insolvenza), vale a dire quasi il 20% in più rispetto all’analogo periodo del 2021, dove - lo ricordiamo ancora - erano in essere restrizioni su tutto il territorio federale. In cima alla graduatoria c’è Zurigo con un +56% di chiusure, mentre quello del Canton Ticino è un dato in controtendenza a livello federale, considerato che il Cantone di confine ha fatto segnare un meno 7%.
Ai fallimenti si sono aggiunte le lacune nell’organizzazione, la cui percentuale complessiva è aumentata del 30%, con picchi preoccupanti del 70% a Zurigo. Sempre in controtendenza il dato ticinese (-16%).
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