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Giovedì 24 Ottobre 2024
Fuochi artificiali, la discussione in Parlamento: «È vietato vietarli»
Svizzera Il governo contro l’iniziativa popolare forte di 137mila firme. I cittadini vogliono abolirli per proteggere ambiente, persone e animali
I fuochi d’artificio potrebbero ben presto illuminare non solo i cieli svizzeri, ma anche il dibattito politico della vicina Confederazione. Questo in virtù del fatto che nella seduta del 16 ottobre il Governo di Berna ha preso posizione sulla curiosa iniziativa dal titolo “Per una limitazione dei fuochi d’artificio” (o “Iniziativa sui fuochi d’artificio”), forte di oltre 137 mila firme validate dalla Cancelleria federale.
La raccomandazione
«Dal momento che i Cantoni e i Comuni dispongono già delle basi giuridiche necessarie per limitare i fuochi d’artificio, il Governo raccomanda al Parlamento di respingere l’iniziativa senza controprogetto diretto o indiretto», si legge nella nota federale. L’iniziativa popolare “Per una limitazione dei fuochi d’artificio” (Iniziativa sui fuochi d’artificio), presentata il 3 novembre 2023, chiede che «le persone, gli animali e l’ambiente vengano protetti maggiormente dal rumore e dalle emissioni causate dai fuochi d’artificio».
Nello specifico, l’iniziativa popolare - la cui eco ha velocemente valicato i confini federali - intende vietare la vendita e l’uso di fuochi d’artificio ai privati, eccezion fatta per fuochi d’artificio non rumorosi, “come bengala o vulcani”. L’iniziativa contempla inoltre la possibilità per i Cantoni di accordare autorizzazioni eccezionali per eventi d’importanza sovraregionale, come per esempio le celebrazioni del 1° agosto, festa nazionale svizzera.
Le ragioni
«Il Consiglio federale è consapevole del fatto che i fuochi d’artificio rumorosi possono avere ripercussioni negative sull’ambiente, sulle persone e gli animali - viene rimarcato nella nota federale -.Tuttavia, tali ripercussioni sono limitate nel tempo e nello spazio. Molte persone collegano i fuochi d’artificio alla tradizione, come per esempio alle celebrazioni del 1° agosto o al Capodanno. Peraltro, i Cantoni e i Comuni dispongono già delle basi giuridiche per limitare, se necessario, la vendita e l’uso di fuochi d’artificio, basi di cui molte Città e Comuni si avvalgono già limitando nel tempo o nello spazio l’uso dei fuochi d’artificio o vincolandolo a un’autorizzazione».
Motivazioni forti che hanno portato il Governo di Berna a non ritenere necessarie “nuove limitazioni alla vendita e all’uso di fuochi d’artificio”. Da qui la raccomandazione al Parlamento di respingere l’iniziativa senza controprogetto diretto o indiretto. Il “no” del Governo ha anche solide motivazioni economiche, considerato che secondo l’Ufficio federale di Polizia (la Fedpol), in Svizzera si sparano ogni anno tra 1000 e 2000 tonnellate di fuochi d’artificio, di cui un quarto è costituito da materiale pirotecnico.
La voce popolare
Di sicuro, il “no” del Governo di Berna al quesito popolare riapre una campagna elettorale in cui - stando ad un recente sondaggio (che ha coinvolto un campione di 8250 cittadini della Svizzera tedesca e francese) - la proposta di modifica costituzionale godrebbe al momento di un forte sostegno, pari al 76% dei cittadini intervistati.
Un “Sì” motivato da ragioni di fondo quali il benessere degli animali e l’inquinamento atmosferico. I contrari sarebbero. per diretta conseguenza, il 24%. La lunga campagna elettorale verso il voto (si dovrebbe andare alle urne nella seconda metà del 2025) è dunque lanciata. Sul destino finale del quesito potrebbe alla fine pesare il contesto emozionale, considerato che i fuochi d’artificio rappresentano una colonna portante delle tradizioni della vicina Confederazione e non solo per quel che concerne la festa nazionale del 1° agosto.
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