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Giovedì 23 Febbraio 2023
Gli svizzeri viaggiano molto in treno, percorrono oltre 2.400 km all’anno (e si può ancora migliorare)
I numeri Una rete di quindicimila chilometri e 1.672 fermate certificate. Ma la società che gestisce il servizio pensa a “soluzioni più allettanti”
Per dare un ordine di grandezza facilmente riconoscibile, nella vicina Confederazione le infrastrutture di trasporto coprono una superficie pari ad una volta e mezzo il lago Lemano, che - lo ricordiamo - è il maggiore lago della Svizzera nonché dell’Europa Occidentale.
Dentro questo contesto in continuo divenire (il 29 settembre 2021 sono iniziati i lavori per la costruzione del “secondo tubo” del tunnel autostradale del Gottardo), le strade si estendono nei 26 Cantoni per oltre 84 mila chilometri, mentre le ferrovie superano i 5 mila chilometri, forti di ben 1672 fermate.
Il record
Numeri da record, tenendo conto anche dell’estensione territoriale della Svizzera, su cui insistono il massiccio del Giura, l’Altipiano e - su tutte - svettano le Alpi. Un altro dato - di assoluto rilievo - che depone a favore della Confederazione riguarda il fatto che «i cittadini della Confederazione detengono attualmente il record mondiale di chilometri percorsi su rotaia, con ciascun abitante che viaggia in treno, sul territorio nazionale, mediamente per 2400 chilometri l’anno» (fonte Ufficio federale dei Trasporti).
L’infrastruttura più importante è sicuramente rappresentata dalla galleria di base del San Gottardo, che è stata inaugurata il 1° giugno 2016 e che, con i suoi 57 chilometri, è il tunnel ferroviario più lungo del mondo. Attraverso la galleria di base transitano ogni giorno 325 treni, con velocità che raggiungono punte di 250 chilometri orari. Già un anno dopo l’inaugurazione (dicembre 2017) le Ferrovie Federali Svizzera davano conto del primo importante record di passeggeri (11 mila al giorno), con un +30% rispetto alla vecchia tratta. Numeri che poi - al netto del biennio segnato dalla pandemia - sono stati ulteriormente ritoccati al rialzo.
Appello
Il tema sui cui però il Governo federale ha deciso di investire importanti risorse - chiedendo anche agli Stati confinanti (in primis l’Italia) di fare altrettanto - è quello connesso a doppio filo al trasporto delle merci, con l’obiettivo di spostare gradualmente una parte considerevoli delle merci trasportate dalla strada, in particolare dalla sempre trafficata autostrada A2, alla rotaia. Nel 2021, un dettagliato report commissionato dal Governo federale rimarcava come le merci trasportate su strada e su rotaia attraverso le Alpi svizzere avessero raggiunto il valore di 37,9 milioni di tonnellate nette, che corrispondeva a più del doppio del volume trasportato nel 1981, quando fu inaugurata la galleria stradale del Gottardo. «In particolare è stato il trasporto su strada a registrare la crescita maggiore, anche se, rispetto ai Paesi confinanti, il trasporto merci transalpino in Svizzera avviene principalmente su rotaia - recitava il report federale -. Nel 2021, infatti, il 75% delle tonnellate nette ha attraversato le Alpi su rotaia. Tra il 1981 e il 2021 la quota di trasporto combinato con quello ferroviario è passata dal 17% al 76%».
Numeri che stanno anche alla base dell’inaugurazione del tunnel ferroviario del Ceneri, che ha permesso di collegare Vezia con Camorino cioè Lugano con Bellinzona, completando così il progetto Alptransit.
Ora l’asticella si sposta al 2030, data entro la quale le Ferrovie Federali Svizzere hanno assicurato la possibilità di «poter viaggiare in treno in modo più facile, confortevole e allettante». Obiettivi che potranno essere raggiunti assicurando «una migliore informazione alla clientela in caso di disagi al traffico, un accesso senza barriere alla ferrovia, nuovo materiale rotabile omogeneo e treni moderni che tengano conto delle varie esigenze come la domanda crescente nel trasporto di biciclette».
Il tutto garantendo un impatto climatico a “emissioni zero”, meno consumo di energia e un rafforzamento dell’economia circolare, con una sottolineatura finale in chiave green e cioè che «la Svizzera riduce ogni anno di cinque milioni di tonnellate la produzione di anidride carbonica, pari al 10% delle sue emissioni totali».
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