Il “glamping”, la vacanza comoda in mezzo alla natura

Intervista Valeria Sartorio, esperta in comunicazione, promuove un nuovo tipo di soggiorno che coniuga tutte le esigenze

Valeria Sartorio, esperta di comunicazione per il settore glamping, da tempo si occupa di promuovere un tipo di campeggio di lusso o, anche se non di lusso, soprattutto rispettoso dell’ambiente e delle comodità di chi vuole una vacanza nella natura, ma con tanti comfort. Un modo di fare turismo che ha preso piede anche in Canton Ticino e sul lago di Como.

Valeria, glamping, non tutti sanno cos’è. Quali sono le strutture più richieste?

La parola “glamping” è la fusione di glamour e camping, la nuova frontiera del turismo all’aria aperta che offre tutti i comfort di un resort con la libertà e l’immersione nella natura tipiche del campeggio. Negli ultimi anni, l’offerta si è ampliata e molto diversificata: si parte dalla classica mobile home – tecnicamente una maxicaravan – e le tende safari, molto più spaziose di quelle che conosciamo con cucina accessoriata, bagno full comfort, camere da letto fino a mezzi di trasporto ristrutturati a cui viene data nuova vita (dagli scuolabus, alle roulotte vintage fino agli aerei) o, ancora, le cupole geodetiche, palloni trasparenti per godere della natura 24 ore su 24.

Perché sceglierlo?

Se dovessi basarmi sulle statistiche degli ultimi due anni, direi che viene scelto per il senso di sicurezza che trasmette: soggiornare in glamping assicura un contatto diretto e costante con la natura, molto spazio personale che garantisce privacy per sé e per la propria famiglia. Per la mia esperienza personale direi che lo si sceglie per la libertà di vedere i bambini giocare liberi nei boschi, davanti al mare o affacciati sulle montagne e godere di esperienze enogastronomiche di alto livello o cucinare nel proprio alloggio. E perché il glamping permette di sperimentare il turismo all’aria aperta senza essere esperti campeggiatori. Lo consiglio soprattutto a chi è più scettico e pensa ancora che open air significhi solo tende canadesi o igloo!

Da quando ha preso piede la vacanza all’aria aperta, ma con tutti i comfort?

Potrei dire dall’800, nel senso che i safari che i nobili facevano in Africa, portandosi dietro arredi e tappeti dall’Europa, ci hanno dato ispirazione per l’organizzazione delle tende lodge o le “bathing machine”, cioè delle cabine come quelle da spiaggia montate su ruote e trainate da cavalli, che servivano per andare sulle spiagge a godere di un po’ di sole e mare nell’Inghilterra dell’era industriale, sono state una forma embrionale di maxicaravan. A proposito, consiglio di cercare un libro che si chiama “Mobile Home. Per il turismo all’aria aperta. Storia Evolutiva” (edito da Il Pavone) scritto da Carlo Berizzi e Luca Trabattoni, docenti dell’Università di Pavia, in collaborazione con Crippaconcept, che è il produttore italiano più importante di queste strutture. La paternità del glamping come lo conosciamo in Europa ha un capostipite che è l’olandese Loek van de Loo, fondatore del Gruppo Vacanze col Cuore, a cui ADAC, un’istituzione delle vacanze open air, ha conferito il titolo nel 2020. Suo il merito di aver installato negli anni‘80 la prima tenda safari sul Lago di Garda che ha cambiato negli ultimi quarant’anni le sorti del turismo all’aria aperta.

Esiste un glamping ecosostenibile, magari con accorgimenti per risparmio energetico o altro?

In realtà più di uno. L’esigenza di essere ecosostenibili nel glamping e nel turismo all’aria aperta esiste da sempre. Se ci si pensa è proprio la natura il datore di lavoro di questo settore e gli imprenditori e tutti gli operatori lo sanno bene. Sono molte le strategie eco che vengono messe in campo: ho citato prima il recupero e restauro di mezzi di trasporto “in pensione” che vivono così una seconda vita. Lo stesso makeover lo vivono le mobile home più anziane che non vengono smantellate con il rischio di danneggiare i boschi, ma completamente rinnovate con materiali ecosostenibili. Allo stesso modo il settore della produzione sta mettendo a punto, grazie ad un lavoro immane di ricerca e sviluppo, mobile home sempre meno impattanti e con tecnologie di bordo che consentono di misurare i consumi degli ospiti, in modo che con un piccolo sforzo da parte di tutti si continui l’operato dei camping village.

Il Covid ha dato una spinta al glamping che può essere considerato meno rischioso per i contagi, visto che è all’aperto e più “isolato” dagli altri rispetto al campeggio tradizionale?

Il glamping sta vivendo una spinta senza precedenti, sicuramente. Le condizioni che l’ospite vive non costringono a condividere spazi chiusi e lo spazio esterno a disposizione (si parla di ettari ed ettari di verde e natura) garantisce a ciascuno di vivere la propria dimensione. Inoltre, il settore ha messo in campo misure di igienizzazione attentissima e servizio delivery per gli ospiti e ha sviluppato prodotti per minimizzare i rischi: per esempio ci sono glamping village che hanno dotato di bagno privato anche le piazzole camper.

Bambini, il glamping per loro può essere un modo per imparare e rispettare la natura?

I glamping village e resort italiani al loro interno non hanno un’animazione standard, ma spesso offrono veri e propri servizi di edutainment, cioè intrattenimento educativo a contatto diretto con la natura, ma anche con gli animali del luogo ma anche con le tradizioni della cucina locale o culturali. Un ottimo modo per scacciare la noia e per continuare a lavorare per costruire un futuro eco. E spesso i ragazzi sono i primi ad insegnarci a rispettare la natura, perché lo fanno come abitudine ormai acquisita. Chiaramente, non mancano i momenti di giochi d’acqua o il cinema all’aperto o ancora i balli con la musica a tutto volume. Il glamping è un modo meraviglioso per vivere senza auto, in piena libertà e conoscendo tanti nuovi amici.

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