In Ticino non si è mai speso così tanto per il gas: «una cifra sei volte superiore alla media degli ultimi dieci anni»

Caro bollette Nei primi otto mesi, il conto supera i 4,4 miliardi di franchi. Di qui l’appello a evitare ogni tipo di spreco, dal riscaldamento in giù

I conti sono presto fatti. Nei primi otto mesi dell’anno i costi per l’importazione di gas naturale hanno raggiunto nella vicina Confederazione i 4,4 miliardi di franchi, 3 miliardi dei quali destinati alla vicina Germania.

La quota delle importazioni dall’Italia è stata (sin qui) pari a 280 milioni di franchi, ricordando a questo proposito (ne abbiamo conto su “Frontiera” un mese fa, rilanciando il grido d’allarme del consigliere nazionale Ppd, Marco Romano) che il Ticino dipende interamente dall’Italia per le forniture di gas naturale, non disponendo il Cantone di confine di impianti di stoccaggio.

La media

In base a quanto comunicato dal Governo federale, «la cifra sin qui messa a bilancio ha superato di ben sei volte quella pagata in media negli ultimi dieci anni». Complessivamente delle importazioni legate alle fonti energetiche sono destinate a superare i 15 miliardi di franchi, ricordando che nel 2021 il 43% del gas importato dalla Svizzera proveniva dalla Russia (via Germania).

A fronte di queste cifre decisamente ragguardevoli e soprattutto alla luce dei 14 miliardi di franchi sin qui a bilancio alla voce “energia” (+9% netto da gennaio ad agosto), il Governo di Berna ha varato una campagna di comunicazione - rivolta ai cittadini (ma non solo) e che durerà sino al prossimo aprile - dal titolo «L’energia è scarsa. Non sprechiamola». «Si tratta di consigli pratici rivolti alla popolazione e al mondo economico che descrivono al meglio come si possa risparmiare in modo molto semplice energia ossia gas, oli combustibili, elettricità e altri vettori energetici, a casa o al posto di lavoro - si legge nella nota a corredo dell’iniziativa - Le applicazioni sono innumerevoli. Si può risparmiare energia abbassando la temperatura dei locali, riducendo il consumo di acqua calda, spegnendo gli apparecchi elettrici o gli impianti di illuminazione non utilizzati oppure cucinando e utilizzando il forno domestico in modo parsimonioso».

Per rendere ancora più efficace la campagna di comunicazione, i consigli di risparmio sono stati abbinati «ad immagini a raggi infrarossi che illustrano quanto rapidamente va persa energia se ci si comporta in modo noncurante».

«Gran parte delle raccomandazioni dovrebbero già essere note ai consumatori, anche se spesso nel quotidiano vanno dimenticate», riporta ancora la nota a corredo dell’iniziativa, cui hanno collaborato 40 associazioni e organizzazioni nonché Cantoni, Città e Comuni, associazioni energetiche ed economiche oltre ad organizzazioni della società civile.

A proposito di Cantoni, il Ticino ha deciso di giocare d’anticipo approvando una serie di misure di risparmio energetico per gli edifici pubblici dell’Amministrazione cantonale.

Temperature

In particolare, al momento dell’accensione dei riscaldamenti (scattata lo scorso 31 ottobre), la temperatura nei locali durante gli orari di servizio è stata adattata al minimo previsto dalle indicazioni della Segreteria di Stato dell’Economia, il che significa 20 gradi negli uffici e nelle scuole, 14-16 gradi nelle palestre e nelle sale fitness, 28 gradi per quanto concerne la temperatura dell’acqua delle piscine e 22 gradi negli spogliatoi.

Misure a cui se ne aggiunge un’altra che ha destato parecchia curiosità, vale a dire lo stop all’acqua calda (sanitaria) nei servizi igienici. Da segnalare infine la creazione di una sezione ad hoc dentro il sito internet istituzionale del Cantone - www.ti.ch/penuria-energetica – costantemente aggiornato in base ai nuovi provvedimenti adottati.

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