In Svizzera si va verso il salario minimo: «È un vantaggio per tutti»

Il dibattito La decisione affidata al Gran Consiglio: sarà intorno ai 20 franchi L’economista Amalia Mirante: «Non ci sono stati danni per l’economia»

In Canton Ticino non si potrà più scendere sotto un salario minimo orario (ora tra i 19,75 e i 20,25 franchi all’ora) se il Gran Consiglio approverà, dal 1 gennaio 2025, il dossier per l’introduzione definitiva di un salario minimo compreso tra i 20 e i 20,50 franchi l’ora.

E’ questo il risultato del primo rapporto presentato a fine giugno dall’Istituto di ricerche economico dell’USI sugli effetti dell’introduzione del salario minimo, a distanza di tre anni dalla sua applicazione in Canton Ticino. Gli analisti hanno infatti dimostrato che il mercato del lavoro ha beneficiato del salario minimo orario, che è aumentato del 36%, e nessuna conseguenza negativa c’è stata per i salari più alti, per la disoccupazione e neppure per i lavoratori indigeni a vantaggio dei frontalieri. La vicenda trova le sue basi lontano nel tempo, nel 2015, quando i ticinesi si erano espressi in una petizione popolare chiamata “Salviamo il lavoro in Ticino”. In quell’occasione il 54,7% della popolazione aveva detto sì al salario minimo, visto che allora c’erano lavoratori che venivano pagati anche molto meno di 17 franchi.

Amalia Mirante, economista e docente universitaria, analizza il risultato considerandolo un ottimo punto di partenza per il miglioramento delle condizioni economiche dei lavoratori.

«In Ticino l’idea del salario minimo vede la luce nel 2013 dall’allora partito dei Verdi, con Sergio Savoia coordinatore, e andava a superare il problema che abbiamo in Svizzera dei Cantoni che non possono legiferare sul salario minimo economico, prerogativa della Confederazione, ma lo possono fare legiferando sul minimo salariale di tipo sociale. In pratica – spiega l’economista -, non si frena la libera contrattazione, ma si può dire “sotto questo salario non è più dignitoso vivere” e, forte di questo concetto, il Cantone mette delle regole definitive per non scendere sotto il minimo vitale, stabilito nelle tabelle delle nostre assicurazioni sociali. L’iniziativa lanciata nel 2013 (e di cui io ero tra i proponenti) chiedeva per il Ticino l’introduzione di un salario minimo dignitoso; dopo due anni si era andati in votazione popolare e il Ticino aveva accettato il principio della raccolta firme “Salviamo il lavoro in Ticino”. Bisogna però aspettare il 2021 perché la politica approvi un disegno che realizza il salario minimo che prevedeva un’entrata graduale 21,50 franchi l’ora, cominciando da un salario di 19,25 franchi all’ora e vedendo i risultati a distanza di tre anni. Ora il rapporto indipendente dell’IRE dice che l’introduzione del salario minimo non ha causato danni».

Una buona notizia che permette ai lavoratori ticinesi di avere una paga oraria un po’ più dignitosa che in passato, rapportata al costo della vita in Ticino.

«Il rapporto ha rivelato che il salario minimo di 19,25 ha “obbligato” tutta l’economia ad adeguarsi e ha in realtà portato benefici al mercato del lavoro ticinese. C’era chi diceva che il provvedimento sarebbe andato solo a vantaggio dei frontalieri, chi diceva che avrebbe causato un abbassamento di tutti i salari, invece nulla di ciò è accaduto, ma questa misura ha portato benefici – aggiunge Amalia Mirante – Ricordiamo che quando è stata lanciata l’idea del salario minimo, in alcuni settori c’era il Far West con persone pagate a 11 o 12 franchi l’ora, che non è un salario dignitoso. Anche oggi siamo lontani da un salario che garantisce a tutti una vita decorosa, ma almeno si è impedita la deriva per il Ticino e per pochi altri Cantoni. Ora ci sarà un adeguamento delle forchette salariali e certo chi ha un salario di 19.25 franchi l’ora ha ancora bisogno il sostegno dello Stato, ma un po’ meno di prima. È poi vero che questo innalzamento ha generato un innalzamento anche dei salari più qualificati di quei settori».

Il Consiglio di Stato ha ricordato a fine giugno “che la LSM (Legge sul salario minimo, ndr) prevede un’applicazione graduale, con un aumento progressivo delle soglie salariali minime: tra 19.00 e 19.50 franchi all’ora entro il 31 dicembre 2021, tra 19.50 e 20.00 franchi all’ora entro il 31 dicembre 2023 e l’ultima tra 19.75 e 20.25 franchi all’ora entro il 31 dicembre 2024 (diventati 20.50 perché tiene conto dell’inflazione, ndr)».

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