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Giovedì 12 Gennaio 2023
Laghi e navigazione: è possibile regionalizzare il servizio e renderlo a misura di territorio?
L’appello Dal Maggiore al Lario, elementi naturali che uniscono i territori ma che, per paradosso, sono diventati una barriera. La strategia di Matteo Marnati, assessore alla partita del Piemonte: «Enormi vantaggi per il turismo e i trasporti»
I laghi, questo elemento che unisce naturalmente i territori, persino gli Stati. O che così dovrebbe fare. Invece, spesso si presentano come una barriera paradossalmente, o almeno un’occasione mancata. Per questo motivo, prima delle feste quello della navigazione è emerso come tema portante durante le riunioni dell’Ufficio Presidenziale e del Comitato Direttivo della Comunità di lavoro Regio Insubrica.
Missione possibile, regionalizzare il servizio perché sia più a misura del territorio. E anche degli stessi frontalieri. Ne parliamo con l’assessore regionale del Piemonte Matteo Marnati. Tra le sue deleghe, Ambiente, Energia, Innovazione, Ricerca e connessi rapporti con Atenei e Centri di Ricerca pubblici e privati. Che sottolinea come il momento sia propizio in questa direzione, anche per i fondi a disposizione.
Piemonte e Lombardia hanno un lago in comune con la Svizzera, che diventa particolarmente emblematico per ciò che potrebbe portare in termini di benefici: stiamo parlando del Maggiore.
Ma la strada in questi anni è stata tutto tranne che in discesa. Di qui le richieste a gran voce da parte dei componenti della Regio Insubrica. Messaggio che l’assessore ha ribadito poi in una nota: «Pensare ad un trasporto pubblico che colleghi tutte le località lacustri decongestionando così il traffico sulle strade litoranee, potenziando e rinnovando la flotta con battelli di nuova generazione. Una mobilità sostenibile che porterebbe benefici non solo al turismo ma anche a chi utilizza il battello come mezzo di trasporto pubblico locale, quindi lavoratori, studenti, pendolari e lavoratori transfrontalieri, e, in ultima analisi, sempre nell’ottica di decongestionare il traffico sulle strade rivierasche, anche per il trasporto delle merci».
Assessore Marnati, lei ha commentato in questo modo le riflessioni maturate alla Regio Insubrica. Ci spiega che cosa cambierebbe con una governance diversa?
Penso che quando ci sono questi tipi di servizi locali, dove c’è un lago internazionale, sia più facile avere un’autonomia di gestione. Perché fino ad oggi non siamo molto soddisfatti per il servizio che è stato dato.
Quali sono le principali carenze che si avvertono nel Lago Maggiore?
Intanto è un lago che interessa vari soggetti, unisce Svizzera e Italia ma non c’è un collegamento per i transfrontalieri, ad esempio. I laghi non sono mai stati visti come infrastrutture di trasporto, se non per cose marginali. Di conseguenza il servizio è limitato e risulta più comodo prendere la macchina invece del battello.
A questo punto che cosa bisognerebbe fare per superare un problema diffuso sui nostri laghi?
La nostra idea è collegare tutto il lago: realizzare la metropolitana dell’acqua per così dire, cioè collegare i vari paesi e città e farlo diventare un’infrastruttura. Questo sia per quanto riguarda il lavoro, sia per il turismo e il trasporto delle merci. In questo modo si libererebbe la congestione sulle provinciali, strade più panoramiche che per trasportare merci e accogliere camion e Tir.
Sul turismo, quale sarebbe l’esigenza principale?
Il turismo c’è anche di sera, non solo di giorno. L’ultimo tragitto è alle sette, com’è possibile? Così se va bene, i turisti sono costretti a prendere i taxi privati. Vanno bene, ma se sono una scelta, non un obbligo. È come dire: se vado a Milano la sera, posso prendere un taxi: non la metropolitana o l’autobus. Non dico di garantire battelli fino alle quattro di notte, ma almeno fino alle dieci, undici di sera. Il Covid ci ha insegnato che c’è stato un boom di turismo locale, che la gente ha conosciuto di più il lago, anche coloro non ci andavano più e si sono accorti che è una realtà stupenda. Il turismo, però, ha bisogno di servizi, non è solo una passeggiata.
In effetti, quello che vive il lago Maggiore è un problema comune agli altri, come allo stesso lago di Como. Come accennava prima, però, cruciale è per il turismo e non solo?
Infatti, è importante per i transfrontalieri. Potrebbe servire, ad esempio, per andare a Locarno. Cosa che oggi non puoi fare con il battello. Questo discorso vale anche collegato a quello della mobilità sostenibile, e veloce. Oggi si può fare, ci sono realtà nuove che lo consentono.
Quindi mezzi innovativi, sostenibili e veloci. Ma in tutto questo, perché “senza” il ministero?
Guardi, se il ministero ci sta, noi non è che non lo vogliamo. Ma se ciò comporta lentezza nelle decisioni e nelle azioni, allora è meglio un’autonomia per quanto riguarda la gestione del lago. Conosciamo bene la realtà statale, di solito è più simile a un pachiderma.
La leva per muoversi in questa direzione è la collaborazione tra regioni, anche di Stati diversi? Vedi l’azione della Regio Insubrica?
Sì, sul tema c’è un bel clima di grande collaborazione, unione di intenti. Crediamo che questo sia un valore aggiunto. Per questo possiamo pensare a una metropolitana dell’acqua, che possa collegare tutti i paesi. C’è a circolare di solito, ecco ci piacerebbe una linea che colleghi tutto il lago compresa anche la Svizzera.
Con il triplice effetto per ambiente, sicurezza ed economia? Ma le risorse ci sono?
Sì, ad esempio c’è il programma Interreg e potremmo usare questi fondi per un piano di fattibilità e la partnership pubblico-privato. Per me sarebbe l’ideale, come è successo in altre realtà. Il privato ti permette di avere l’efficienza che il pubblico non ha. D’altro canto, il pubblico è una garanzia che tale sia il servizio, cioè nell’interesse di tutti. Poi da lì nascono tante idee… quando è stato lanciato il discorso, è stato molto positivo. Ci si aspetta questo, e cioè sfruttare il lago in tutte le caratteristiche, non solo quelle panoramiche. Noi poi abbiamo tre isole che sono considerate le più belle d’Europa. È come il mare, ma bisogna creare servizi. Altrimenti resta un’area con begli alberghi.
La morale?
Ripeto, bisogna avere battelli moderni, non è possibile che un viaggio sia un’odissea. Sfruttiamo la natura in modo intelligente, colleghiamoci alla Svizzera e viceversa. Ma pensi anche ai transfrontalieri, come le dicevo prima. Un pensiero affascinante… diventerebbe come Venezia, dove non ci sono le auto, bensì si usa il vaporetto. Ecco, noi abbiamo il compito di far conoscere le nostre zone e renderle appetibili. La mobilità potrebbe essere una delle scintille. Cerchiamo di fare una cosa nuova sul lago Maggiore… noi siamo entusiasti e pronti a convincere gli altri.
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