Meglio restare a casa propria. Lo dice il 50% dei vacanzieri

Touring Club Per l’associazione la sicurezza è il tema principale. Di qui la scelta di non spostarsi

Uno svizzero su due prevede di trascorrere le vacanze estive all’interno della Confederazione, pur potendo viaggiare oltre frontiera in assoluta libertà (dopo lo stop alle restrizioni imposte dalla pandemia).

La conferma è arrivata da un report griffato Touring Club Svizzero e condotto tra la metà di febbraio e la metà di marzo attraverso 1010 interviste telefoniche e 1039 risposte fornite da altrettanti associati del Touring Club attraverso il sito dell’istituto di ricerca gfs.bern.

«I viaggi all’estero non hanno ancora raggiunto i livelli del 2019. E questo perché la metà della popolazione non prevede di lasciare il territorio federale per le vacanze», uno dei passaggi clou del report.

In un altro passaggio, il Touring Club Svizzero spiega che «in questo periodo molti svizzeri hanno imparato ad apprezzare le informazioni sui Paesi fornite attraverso i nostri canali, che offrono una panoramica rapida e sempre aggiornata di tutte le informazioni di viaggio necessarie relative ad oltre 200 Paesi. Negli ultimi due anni il numero di visitatori della pagina delle informazioni sui Paesi è fortemente aumentato».

Nel dettaglio, la metà degli intervistati ha ritenuto che lo scorso anno i viaggi siano diventati più sicuri, con quattro cittadini su cinque che hanno previsto un ulteriore aumento della sicurezza per l’anno in corso.

Servizi

Ovviamente la sicurezza (personale) continua a rappresentare un fattore importante nella scelta della meta di viaggio. Al primo posto c’è la garanzia della sicurezza e dei servizi di base sul posto. «L’89% degli intervistati lo considera un elemento molto/piuttosto importante - ha rimarcato il Touring Club Svizzero -. Per la maggioranza dei viaggiatori, anche eventuali rischi legati al terrorismo e il tema della criminalità risultano fattori decisivi. Il pericolo di scioperi, nonostante la loro frequenza in alcuni Paesi confinanti, sembra invece avere un peso minore».

Chiaro il riferimento diretto all’Italia, che rappresenta - è bene rimarcarlo - uno dei principali mercati di riferimento per la vicina Confederazione. Significativo anche il paragrafo dedicato ai mezzi di trasporto. «Durante la pandemia l’auto è stata il mezzo di trasporto per eccellenza e la flessibilità offerta da una vettura propria continua a essere molto apprezzata - si legge -. Il 67% degli intervistati, ad esempio, dichiara di preferire viaggiare in auto, il 56% predilige i viaggi aerei, mentre il treno, con il 53% delle preferenze, si colloca solo al terzo posto. Questa tendenza si accompagna al fatto che, dal 2020, le persone intervistate sono men che mai propense a credere che i viaggi debbano essere rispettosi del clima».

Costi energetici

Da rimarcare infine che “l’aumento dei costi energetici dello scorso anno e un’inflazione che ha toccato il 3,5% in Svizzera – e che si è talvolta spinta ben oltre il 10% in alcuni Paesi di villeggiatura dell’Eurozona – hanno fatto sì che anche all’interno della Confederazione, considerata ricca, un terzo degli intervistati abbia dovuto adeguare i propri programmi di viaggio alla situazione economica attuale”. Ciò significa che gli svizzeri hanno viaggiato per un periodo più breve o hanno dovuto cercare destinazioni più economiche.

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