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Giovedì 23 Febbraio 2023
Sistema trasporti in Italia: tra le infrastrutture lombarde e la sfida delle Olimpiadi. Così i bisogni sono cambiati
Il quadro Dodicimila chilometri di rete stradale e duemila di ferroviaria. Eppure i problemi non mancano in una regione ad altissima densità
Un’eccellenza, certo. Ma non basta. Se la Lombardia ha avuto anche dei primati storici in termini di rete infrastrutturale, è vero che le esigenze sono aumentate e chiedono risposte celeri per stare al passo con l’economia.
Il quadro
Nel Libro bianco di Uniontrasporti si mettono in luce sia la situazione attuale lombarda, sia ciò che serve per dare una svolta. Oggi si parla di 12.300 chilometri di rete stradale di cui il 7% è di categoria autostradale e il 16% da strade di rilevanza nazionale in gestione Anas. Ci sono poi 1.760 chilometr di rete ferroviaria RFI (84% elettrificata e 49% a doppio binario), a cui si aggiungono 331 km di rete regionale in concessione a Ferrovienord Spa (65% elettrificata e 42% a doppio binario).
Sul fronte delle infrastrutture non si possono certo tralasciare i quattro aeroporti che gestiscono il 75% e il 25% dei traffici nazionali rispettivamente delle merci e dei passeggeri: Milano Malpensa (primo in Italia per trasporto cargo nel 2021, con poco meno di 750 mila tonnellate di merci e secondo per trasporto passeggeri, oltre 9,6 milioni di unità), Bergamo Orio al Serio (terzo per trasporto passeggeri con circa 6,5 milioni di unità e sesto per trasporto cargo con 26 mila tonnellate di merci), Milano Linate (settimo per trasporto passeggeri, circa 4,3 milioni), Brescia Montichiari (quinto per trasporto cargo, circa 39.000 tonnellate). Si citano inoltre cinque terminal intermodali nel network europeo: uno inserito nel Core Network, Milano Smistamento, e quattro nel Comprehensive Network, Interporto di Mortara (unica infrastruttura in Lombardia a disporre contemporaneamente di un terminal intermodale e di un centro logistico, si precisa), Gallarate (Busto Arsizio), Brescia, Mantova. Chiudono il quadro due porti interni nel network europeo: Cremona e Mantova.
La performance
Queste le presenze, le cifre, ma come si può misurare la loro performance? Secondo l’indicatore di performance costruito da Uniontrasporti per conto di Unioncamere italiana, nel 2021 - con dati riferiti al 2019 - la condizione infrastrutturale delle singole province è decisamente varia: domina Milano, seguono Brescia e Bergamo.
Il capoluogo lombardo ha diversi punti di forza, in particolare il contesto molto favorevole per numerosità e prestazioni delle stazioni, l’elevata consistenza di rete ferroviaria elettrificata e a doppio binario, la funzionalità fra treni, altri mezzi pubblici, taxi. Agli antipodi, invece, troviamo le province di Sondrio e Lecco.
Da notare come il porto più vicino sia quello di Genova, che comunque dista più di 150 km, ad esempio, da Milano Smistamento.
Sul fronte delle strade, per scendere nel dettaglio, il primato spetta sempre alla provincia di Milano, leader anche a livello nazionale. Primato dovuto «a una elevata consistenza di rete stradale, soprattutto di categoria autostradale (anche a tre o più corsie), alla funzionalità della rete stradale rispetto al territorio e agli investimenti previsti in opere strategiche (al 2019)». Sempre in fondo Sondrio e Lecco, condizionate anche dal contesto montuoso e dalla carenza autostradale.
Il Libro bianco evidenzia tre livelli di priorità per nuove opere che sono «rilevanti per gli imprenditori lombardi e ritenute imprescindibili per gli obiettivi di sviluppo e crescita del territorio».
Venti quelle del primo livello tra cui l’intervento di quadruplicamento ferroviario Monza- Chiasso e il completamento della Pedemontana, una questione su cui si batte da tempo. Occhi puntati anche su Malpensa per la sua funzione a servizio di tutta l’economia del Nord. Sul fronte delle merci, gestisce - con la sua cargo city, di cui è previsto un ampliamento - il 69% del cargo italiano. Si vuole in particolare rafforzare l’accessibilità stradale e ferroviaria di questo importante gateway internazionale anche per attrarre capitali stranieri.
La sfida a cinque cerchi
Come si desidera incentivare la navigazione interna. Tutto questo senza dimenticare ovviamente che la Lombardia aspetta i giochi olimpici del 2026, che porteranno nelle due regioni due milioni di visitatori, per metà italiani e per metà stranieri.
Si parla di un impatto economico di circa 4,3 miliardi di euro e della creazione di 36 mila posti di lavoro nelle due regioni interessate. Con introiti fiscali stimati a 600 milioni di euro.
Le infrastrutture dovrebbero essere una eredità solida da lasciare dopo l’evento. Per le aziende e i cittadini. Rientrano in questa ottica le aspettative di numerose province del nostro territorio, a cominciare proprio da Sondrio.
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