Tassa di soggiorno: sì o no? Scenari diversi sul confine

Turismo I proventi versati dai turisti ai Comuni: in Svizzera posizioni molto diverse, con il Ticino tra i meno esosi

Tassa di soggiorno, non è tutto oro ciò che luccica (anche se a volte lo è di più). E soprattutto, anche in Svizzera c’è tutto tranne che omogeneità su questo fronte: non è “disordine”, va precisato, ma una conferma dell’autonomia dei Cantoni. Tuttavia, si vedono differenze anche tra città dello stessa realtà cantonale.

In ogni caso, un’eccezione è rappresentata dal Ticino, ma altrove è veramente varia la situazione. Può capitare che in città vicine si applichi oppure no l’imposta. Inoltre, non è facilissimo “captare” subito e con facilità il dato relativo al luogo che si vuole visitare. Con diversi problemi a partire da quello principale: particolarmente svantaggiato è il cosiddetto viaggiatore in transito, che pagherà di più senza usufruire di fatto di servizi messi a disposizione.

La complicata mappa è stata messa a fuoco da Comparis e fa riflettere. Secondo questo studio, tra gli 80 comuni svizzeri con il maggior numero di pernottamenti, le tasse di soggiorno più care si versano a Saas-Fee e Montreux: si tratta di 7 franchi a notte a persona. Regna l’economicità invece per Andermatt, Arosa, Celerina/Schlarigna, Engelberg, Sils im Engadin e Spreitenbach: in questi casi, o non si riscuotono tasse per gli ospiti oppure si prevede un forfait.

L’esperto Comparis in viaggi Adi Kolecic la dipinge così, direttamente: « «La Svizzera si riconferma una giungla delle tasse di soggiorno. L’importo della tassa di soggiorno dipende non solo dalla località, ma anche dalla struttura. Spesso in un hotel a quattro stelle è più alta che in un appartamento vacanze». Questo accade anche in località italiane.

In ogni caso, è una spesa che incide non di poco sul budget delle famiglie che vengono a trascorrere le vacanze in Svizzera. Si è ritagliato un caso: una famiglia di quattro persone (con due bambini sopra i 12 anni) se trascorre due notti a Davos, paga 47.20 franchi. Se va ad Arosa, dunque non lontano, versa zero. Eppure entrambe le località offrono una carta ospiti e i turisti possono così usare gratuitamente i trasporti pubblici e ottenere sconti sugli impianti di risalita e altri servizi. Addirittura, nell’economica Arosa, molti impianti di risalita si possono utilizzare gratis con questa carta.

Raccapezzarsi è insomma piuttosto complicato. Da una parte ci sono distinguo nazionali, a volte nello stesso cantone o nello stesso comune.

Ma come si accennava, il Ticino – come Ginevra – è un cantone più ordinato. Le tasse per gli ospiti sono uguali in tutti i comuni. In Ticino per un pernottamento in un hotel a quattro stelle è di 4.50 franchi. Sempre nel cantone confinante con l’Italia, c’è una tassa promozionale di 1.70 franchi: si arriva dunque a 6.20 franchi di tassa di soggiorno. Ma almeno è chiaro e trasparente e una persona si sa regolare. Può cioè compiere scelta in maniera oculata e senza sorprese.

Ci sono anche cantoni dove la legge non prevede questa imposta: è il caso di Zurigo o Argovia. Il paradiso? Non troppo, perché ad esempio nel primo c’è una “city tax” e ci possono essere tariffe estremamente diverse in due hotel vicini. Ci sono poi i Grigioni che hanno rimpiazzato questa formula con forfait per abitazioni secondarie, a metro quadrato o per letto. Questo fa sì che sia più complicato raffrontare la tassa di soggiorno.

E anche per il visitatore più arduo capire se gli convenga o meno.

La cosa interessante in Svizzera però è che la tassa si collega quasi sempre a una carta ospiti, che spalanca un mondo di opportunità ai visitatori. Si va dai già citati mezzi pubblici ai musei. Tuttavia, come si precisava all’inizio, questo è un vantaggio per chi si ferma in quella località, non per chi fa mordi e fuggi.

In un universo così vario sarebbe importante avere una mappa precisa di questo costo. Invece, non è proprio così. In parte, come si è visto, non è semplice paragonare le diverse realtà, ma a volte sui siti ufficiali è anche difficile individuare una cifra precisa, e non solo un range. Si rischia così di avere sorprese, rispetto alle proprie aspettative. Di qui la raccomandazione di Comparis – che ha analizzato gli 80 principali comuni turistici della Confederazione, stabiliti dal numero di pernottamenti lo scorso anno – di fornire informazioni più nette e trasparenti, anche paragonabili.

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