«Tra Italia e Svizzera non solo confini, ma legami profondi»

L’intervista L’Ambasciatrice Monika Schmutz Kirgöz parla dell’importanza dei rapporti transfrontalieri: «Ci uniscono ormai da tempo legami umani, culturali, scientifici ed economici. E il lavoro di 85mila frontalieri»

La collaborazione via maestra con il supporto dell’innovazione. E alleate fondamentali sono le donne. Sui rapporti tra Italia e Confederazione Svizzera, con uno sguardo su questi ultimi mesi e il senso di rinascita post pandemia, ci parla l’Ambasciatrice di Svizzera Monika Schmutz Kirgöz.

Da quanto tempo è in Italia e cosa apprezza di più? Lei è a Roma, ma l’abbiamo vista a Milano presente con la bella iniziativa di House of Switzerland nelle scorse settimane. Come vede due città così diverse?

Il mio attuale mandato come Ambasciatrice di Svizzera in Italia, iniziato a luglio 2021, rappresenta un felicissimo ritorno a Roma, visto che 15 anni fa sono stata responsabile per gli affari economici bilaterali e prima ancora ho avuto la fortuna di trascorrervi un anno di formazione diplomatica. L’Italia è un Paese a cui sono molto legata: Roma e Milano, certamente diverse, mi hanno sempre affascinato per la loro complementarietà. Oltre ad essere una rappresentanza diplomatica prestigiosa, Roma condensa in sé, ai massimi livelli, la solennità, la storia, l’arte, la bellezza e la gioia di vivere. Milano è una città dinamica, all’avanguardia, innovativa, quadro perfetto per ospitare la prima edizione della House of Switzerland in Italia, una piattaforma temporanea di networking e comunicazione per promuovere la visibilità della Confederazione all’estero e rafforzare le relazioni con gli amici italiani. Quest’iniziativa, inaugurata a fine aprile in presenza del Presidente della Confederazione Ignazio Cassis e dei Ministri Italiani Luigi Di Maio e Vittorio Colao, si è conclusa il 12 giugno scorso. Abbiamo vissuto sei interessantissime settimane ricche di eventi, esposizioni, tavole rotonde, incontri ufficiali e workshop sui temi dell’innovazione, della sostenibilità, dell’arte, della scienza e della cultura.

Come ha vissuto ad esempio la MilanDesign Week e il fermento ritrovato?

Il fermento durante la MilanDesign Week è un chiaro segnale del desiderio dell’Italia di risollevarsi con orgoglio dalla terribile prova della pandemia. L’edizione di quest’anno è stata molto interessante per la Svizzera in quanto si è inserita nell’ultima settimana di attività della House of Switzerland Milano. La MilanDesign Week è stata inaugurata alla House of Switzerland Milano il 6 giugno in presenza del nostro Ministro della cultura Alain Berset, mettendo in risalto il desiderio di “fare sistema” coinvolgendo enti pubblici, scuole, aziende e designer (sia emergenti che affermati) con l’obiettivo di promuovere la cultura, il turismo e gli scambi tra i due Paesi.

Più in generale, quanto è importante per lei la collaborazione transfrontaliera tra Svizzera e Italia, e come è opportuno portarla avanti, tanto più in tempi difficili a livello globale come questi?

La Svizzera e l’Italia non condividono soltanto una lunga frontiera terrestre di 800 km e una lingua comune, ma anche vivacissimi legami umani, culturali, scientifici ed economici. Le relazioni tra i nostri due Paesi sono solide e costanti, rimanendo salde anche nei più drammatici mesi della pandemia. A livello economico, l’Italia esporta verso il nostro Paese, di soli 8.7 milioni di abitanti, tanto quanto verso la Cina, la Russia e l’India complessivamente (un bacino di quasi 3 miliardi di abitanti). La Svizzera è il quarto mercato di esportazione per l’Italia e l’Italia è per la Confederazione il terzo partner economico. A ciò si aggiunge la particolare vivacità delle regioni transfrontaliere: le Regioni italiane confinanti con la Svizzera contribuiscono complessivamente a circa il 40% degli scambi con la Confederazione, senza dimenticare ovviamente gli 85. 000 lavoratori frontalieri che quotidianamente si recano in Svizzera. A sancire ulteriormente la qualità delle relazioni, in autunno il Presidente italiano Sergio Mattarella dovrebbe recarsi in Svizzera per una visita di Stato.

Quale può essere il ruolo delle donne nella collaborazione tra Svizzera e Italia?

Stiamo vivendo un momento per certi versi epocale: la Confederazione può infatti contare attualmente su cinque Segretarie di Stato in ruoli chiave per la collaborazione tra i due Paesi: economia, finanza, ricerca, affari esteri e migrazione. Questo mostra chiaramente che negli ultimi 50 anni, da quando le donne in Svizzera hanno ottenuto il diritto di voto e di eleggibilità, sono stati fatti passi enormi. Tuttavia, non solo in Svizzera e in Italia, ma ovunque nel mondo, siamo ancora lontani dalla piena parità di genere e dalla completa realizzazione dei diritti delle donne. Ecco perché investire sulla valorizzazione del ruolo e dei talenti femminili non è solo una priorità della politica estera Svizzera, ma anche una mia personale priorità in quanto Ambasciatrice.

Le donne hanno un ruolo chiave in molti temi di rilevanza per la Svizzera e l’Italia: imprenditoria, sostenibilità, ricerca e innovazione, tanto per citarne alcuni. Recentemente la House of Switzerland Milano ha ospitato degli incontri interessantissimi a riguardo, come l’evento “100% Women” a cui ho partecipato accanto a donne svizzere e italiane leader nel loro settore. Un altro esempio della forte implicazione dell’Ambasciata di Svizzera a favore dell’empowerment femminile quale generatore di benessere e veicolo di inclusione nella società contemporanea è l’organizzazione, ormai da alcuni anni, del ciclo di conferenze intitolato “La Svizzera delle donne” in occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna. La presenza di personalità di spicco del settore istituzionale, accademico e privato alimenta il dialogo su temi quali la promozione dei talenti femminili in posizioni di leadership, la parità salariale e i modelli di lavoro flessibili. Come dicevo, sono stati compiuti progressi importanti, ma non siamo ancora dove dovremmo e vorremmo essere: proprio per questo i modelli virtuosi in tutti i settori fungono da stimolo e ispirazione.

Anche sul fronte dell’innovazione, lei citava ampia collaborazione. Ci può fare alcuni esempi di impegno comune?

L’Italia e la Svizzera condividono una lunga e stretta collaborazione nei settori della formazione, della ricerca e dell’innovazione. Con soli 8.7 milioni di abitanti, la Svizzera vanta un alto numero di ricercatrici e ricercatori, tra cui molte italiane e italiani. Menziono a riguardo l’Università della Svizzera italiana (USI) e la Scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana (SUPSI), che hanno un ruolo molto importante, in quanto unici atenei italofoni fuori dalla Penisola. La cooperazione tra i nostri due Paesi è varia e particolarmente intensa nei settori delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, delle scienze, della salute, dell’energia e dello spazio. Oltre agli intensi scambi bilaterali, l’Italia e la Svizzera sono attivi a livello multilaterale, in primo luogo nei programmi quadro di ricerca europei. Non è noto a tutti che nell’ambito programma di ricerca UE «Horizon 2020», l’Italia è stata il quarto Paese partner della Svizzera, con 1,266 collaborazioni a progetti.

Purtroppo questo trend molto positivo si è interrotto per motivi politici e mi aggiungo qui all’appello di un grande numero di scienziati, ricercatrici e ricercatori svizzeri, italiani e internazionali che chiedono con forza che la Svizzera sia accolta in tempi brevi come Paese pienamente associato al programma di ricerca UE «Horizon Europe». La nostra esclusione non implica solo un grave danno per la Svizzera, ma comporta anche un indebolimento di tutto l’ecosistema di ricerca e innovazione del continente europeo.

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