Imprese e Lavoro / Cantù - Mariano
Lunedì 08 Agosto 2022
Cabiate, la capitale della sedia. Dal progetto alla produzione
Make Como, a rete comasca dei percorsi del saper fare coinvolge la cittadina brianzola con le sue aziende e la scuola d’arte. Parco tematico e un’installazione che richiama Parigi
Cabiate ai confini della provincia, tra le capitali dell’arredo con Meda e Cantù, porta in dote al progetto Make Como il saper fare della Brianza legato al legno e sceglie come oggetto simbolo la sedia.
È riconosciuta infatti come sede della produzione della sedia, tanto nelle sue versioni classiche, quanto nei più moderni esempi di design. Il più semplice degli arredi di casa si fonde con la cultura e il folklore locale attraverso eventi della tradizione come la “Cursa con la Cadrega” gara di velocità per le strade del comune con il telaio in legno di una sedia.
La propensione verso il disegno e la progettazione dei complementi d’arredo nasce dalla presenza sul territorio della Scuola d’Arte.
La tradizione
L’unione di un tessuto imprenditoriale artigiano tra i più attivi e la presenza di una realtà pluricentenaria della formazione finalizzata al lavoro, quale è la Scuola d’Arte, sono le ragioni che fanno di Cabiate punto di interesse tra gli interventi del progetto di museo diffuso coordinato da Lariofiere e cofinanziato da Fondazione Cariplo.
Attraverso la produzione simbolo di Cabiate, Make Como intende valorizzare il passato e il presente manifatturiero della località, valorizzandone la cultura d’impresa e il tessuto imprenditoriale che ne rappresenta la colonna portante a livello economico. La presenza di numerose micro-aziende artigianali rende Cabiate uno dei comuni con il più alto rapporto aziende / residenti del territorio provinciale facendone un ideale crocevia del distretto del Legno-Arredo brianzolo.
L’intervento di Cabiate prevede la realizzazione di un parco tematico destinato alla valorizzazione della cultura imprenditoriale e alla produzione della sedia, un percorso per conoscere storia, evoluzione di un prodotto emblematico ma anche per approfondire il tema della progettazione industriale e del design, a cui la storica Scuola d’arte di Cabiate ha dato negli anni un notevole impulso, proiettando la tradizione artigiana nel futuro.
Le azioni specifiche previste dal progetto all’interno del territorio comunale sono: la realizzazione del Parco della Sedia, l’adeguamento del piazzale antistante la Scuola d’Arte di Cabiate e la predisposizione di installazioni artistiche da realizzarsi in collaborazione con la stessa scuola, coinvolgendo studenti e insegnanti.
«Cabiate è stata identificata attraverso il complemento di arredo per eccellenza, la sedia, e attorno a questo elemento gli interventi previsti sono diversi. I lavori sono già stati appaltati e sono in partenza questo mese - ha detto Mariapia Tagliabue, sindaco - è prevista la riqualificazione esterna della Scuola d’Arte con una terrazza e l’imbiancatura sarà realizzata con una particolare finitura che consente, in un momento successivo, la realizzazione di un murale». Quest’ultima opera sarà affidata agli studenti e agli insegnanti della scuola.
«Inoltre - continua Mariapia Tagliabue - è previsto un percorso con una cartellonistica per illustrare i luoghi e la storia che unirà la scuola con il parco della Libertà. Proprio nel parco è prevista un’installazione permanente opera degli artisti Enrico Cazzaniga e Filippo Borella dal nome inequivocabile “Le Scagn”».
Fattore creativo
Entrambi sono rappresentativi di un territorio generativo e della sua creatività.
Cazzaniga, originario di Mariano Comense, è noto per le sue opere in microasfalto, come il “Fuoristrada”, ma anche per le realizzazioni in fustagno e in carta, ed è anche l’ideatore di un font.
Filippo Borella, laurea in architettura, è un artista internazionale e insegna alla Scuola d’Arte di Cabiate.
«L’opera vista dall’alto avrà una forma che ricorda quella della Torre Eiffel - conclude Mariapia Tagliabue,- perché Cabiate è detta la “piccola Parigi”, una leggenda affascinante e radicata, probabilmente dovuta al fatto che, in passato, molti degli abili artigiani cabiatesi, hanno lavorato nella capitale francese».
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