Crescita e stabilità politica sono gli asset dei mercati forti

Intervista Alessandro Gandolfi, già responsabile per l’Italia del fondo di investimenti Pimco Europe: «Francia e Germania ristagnano» mentre negli Usa: «Sorprendente robustezza». India: «È sempre più influente»

Leader globale nella gestione obbligazionaria, Pimco ha sviluppato una profonda esperienza sui mercati pubblici e privati. Alessandro Gandolfi, comasco, è stato managing director e responsabile per l’Italia di Pimco Europe, lascerà l’azienda a fine giugno.

Dopo 20 anni di globalizzazione c’è stata una cesura per la pandemia

Nella sua esperienza recente ha attraversato quel momento di svolta economica globale che è stata la pandemia del 2020. Da quel momento i mercati di riferimento per le pmi del territorio sono cambiati, si sono creati scenari difficili, si sono aperte nuove opportunità e soprattutto è aumentata la complessità generale.

A lungo termine vanno considerate le azioni sostenibili e l’innovazione

C’è un prima e un dopo Covid che segna la storia recente: quali sono stati i cambiamenti su scala mondiale portati dalla pandemia?

La realtà che osserviamo oggi è segnata da un fenomeno interessante di divergenza nei comportamenti dei vari mercati internazionali.

Analizzando gli ultimi vent’anni, a partire dal 2000 fino ad oggi, abbiamo assistito a una fase di intensa globalizzazione e di interdipendenza economica con cicli economici tendenzialmente sincronizzati a livello globale. Abbiamo vissuto per un lungo periodo una situazione omogenea sia per i mercati globali che per l’economia.

Improvvisamente la pandemia nel 2020 ha portato una significativa cesura. La risposta a livello mondiale, caratterizzata da un massiccio intervento della politica monetaria e fiscale, ha iniettato nel sistema una spinta inedita alla ricerca di nuove dinamiche di crescita economica. Questo ha notevolmente modificato le prospettive a breve e medio termine.

Come si inserisce l’Europa in questo contesto?

Al momento, l’Europa si presenta come un caso di studio molto particolare e anche potenzialmente preoccupante. Il nostro continente è un’area interessata da specifiche sfide economiche: paesi avanzati come la Germania e la Francia stanno affrontando una crescita stagnante aggravata da tensioni politiche interne e da una complessa transizione energetica. In particolare la Germania, che tradizionalmente è stata una delle economie più solide del continente, attualmente mostra segni di una prolungata recessione, che si sta estendendo per diversi trimestri.

Questo contrasta nettamente con la situazione negli Stati Uniti, dove, nonostante le difficoltà globali e il significativo rialzo dei tassi di interesse, l’economia dimostra una sorprendente robustezza.

Questi diversi andamenti stanno influenzando anche le relative prospettive sulla politica dei tassi di interesse, creando un divario che non sarà senza conseguenze. Nonostante molte aspettative di mercato indicassero una possibile diminuzione dei tassi per stabilizzare l’economia, il persistere di una solida crescita negli Usa comporta attese di inflazione meno benigne e ci suggerisce che questo processo non sarà né immediato né sincronizzato con l’Europa.

Quali mercati considera a oggi come i più promettenti ai quali possono guardare le pmi del territorio?

Osservando il panorama globale, gli Stati Uniti nonostante il dollaro alto continuano a essere una meta attraente per gli operatori economici che intendono esportare all’estero. I recenti report economici forniscono numerose conferme su come la loro economia stia continuando a surclassare le aspettative del mercato, mostrando una resilienza e una forza che molti analisti non avevano anticipato.

In particolare, il settore tecnologico e quello finanziario stanno mostrando una crescita sopra la media. Un altro mercato da guardare con interesse è quello del Medio Oriente, dove l’influenza della valuta forte, come il dollaro, si combina con una grande liquidità e possibilità di spesa grazie a un posizionamento geopolitico strategico e massivi investimenti in infrastrutture.

I mercati asiatici sono sempre più importanti per le pmi dei nostri territori, quali prospettive si aprono per le imprese che guardano a Oriente?

L’Asia è un continente estremamente variegato con dinamiche molto diverse tra le varie economie. La Cina, ad esempio, è alle prese con un’importante riflessione su come adattare alla nuova situazione internazionale il proprio modello di crescita, storicamente basato sulle esportazioni. Ora, con l’intento di sostenere una crescita futura più equilibrata, Pechino sta cercando di potenziare il consumo interno e di affrontare le sfide legate alla sostenibilità dello sviluppo, caricando di una maggiore enfasi i temi di protezione ambientale e innovazione verde.

Al contempo sta cercando nuovi sbocchi per la propria sovraproduzione di beni e in questo senso l’Europa è un mercato a rischio perché più permeabile di quello Usa in assenza di protezioni.

Contrariamente, l’India sta beneficiando di una gioventù estremamente numerosa e di un sistema educativo con un forte accento sulle discipline Stem, scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, caratteristiche che la stanno posizionando come un attore globale sempre più influente, principalmente nei settori ad alta tecnologia e nell’innovazione digitale.

Tutte queste caratteristiche la candidano a tassi di crescita più alti della media della regione e quindi potenzialmente interessanti per chi esporta beni di qualità come il Made in Italy.

Quali consigli si sente di dare agli imprenditori che operano in un contesto economico così complesso?

Consiglierei agli imprenditori di investire in mercati che non solo esibiscono forte crescita potenziale ma che sono anche caratterizzati da politiche orientate alla stabilità economica e politica. È cruciale valutare compiutamente i paesi target sulla base di entrambe queste caratteristiche. Questa analisi dovrebbe comprendere l’approfondimento delle leggi locali che possano influenzare direttamente gli affari, come quelle relative al commercio internazionale, alla proprietà intellettuale e alla regolamentazione degli investimenti esteri.

Incorporare una comprensione multidimensionale di questi aspetti può decisamente ridurre i rischi di operare in paesi che non danno adeguate garanzie di creare un business locale sostenibile nel tempo oppure di esportare know how anziché le eccellenze tipiche del nostro modello di produzione.

Allo stesso tempo, è importante non sottovalutare l’importanza di adottare e mantenere strategie a lungo termine, che dovrebbero includere l’innovazione costante e l’attenzione a pratiche sostenibili. Questi elementi non sono solo vitali per il successo a lungo termine, ma sono anche sempre più valutati dai consumatori e dalle altre parti interessate in un contesto globale che premia le aziende capaci di implementare dinamiche di crescita orientate alla sostenibilità ambientale.

Un approccio strategico di questo tipo non solo aiuta a costruire un’impressione positiva sui mercati, ma stabilisce anche le fondamenta per un vantaggio competitivo duraturo in un panorama economico globale che continua a evolversi rapidamente.

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