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Imprese e Lavoro / Como città
Lunedì 12 Settembre 2022
Energia, il conto è pesante: un’impresa su cinque è a rischio sopravvivenza
Artigianato A Como crisi per 7.956 attività, a Lecco 4.839 e a Sondrio 3.513. Soffre soprattutto la manifattura. Il commento di Marco Granelli, presidente nazionale di Confartigianato: «Possibile un’ecatombe»
Soffrono le grandi imprese, che in alcuni casi stanno predisponendo programmi di sospensione della produzione. Ma soffrono, forse anche di più, le micro e piccole imprese, direttamente ed indirettamente a causa della frenata dei capo-filiera. L’incremento dei costi energetici sta mettendo in grave difficoltà l’economia nazionale e le conseguenze, in assenza di interventi in tempi ravvicinati, potrebbero essere gravissime.
Una ricerca effettuata da Confartigianato evidenzia infatti come il caro-energia metta a rischio, a livello nazionale, 881.264 micro e piccole imprese con 3.529.000 addetti, pari al 20,6% dell’occupazione del sistema imprenditoriale italiano.
I territori
A livello territoriale, la regione più esposta da questo punto di vista è proprio la Lombardia: sono a rischio infatti 139mila aziende con 751mila addetti. In provincia di Como il rapporto considera in grande sofferenza 7.956 imprese, pari al 17,9% del totale delle aziende, con 38.074 addetti (il 21,5% del totale).
A Lecco in difficoltà sono 4.839 aziende (il 19,2% del totale) con 25.304 addetti, mentre in provincia di Sondrio l’incidenza è ancora più marcata: sono in pericolo infatti il 26,6% delle aziende (3.513) con 13.712 addetti.
Secondo il report dell’associazione degli artigiani, le attività più esposte ad un potenziale lockdown energetico o addirittura alla chiusura di imprese sono quelle cosiddette “energy intensive”: ceramica, vetro, cemento, carta, metallurgia, chimica, raffinazione del petrolio, alimentare, bevande, farmaceutica, gomma e materie plastiche e prodotti in metallo. Ma i rincari dei prezzi dell’energia fanno soffrire anche altri sedici comparti manifatturieri, tra cui spicca il tessile, come confermano anche gli imprenditori della provincia di Como.
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Altri settori che stanno subendo le conseguenze di questa situazione sono la lavorazione del legno, le attività di stampa, la produzione di accumulatori elettrici e di apparecchi per uso domestico, di motori e accessori per auto, la fornitura e gestione di acqua e rifiuti.
«Rischiamo un’ecatombe di imprese – afferma Marco Granelli, presidente nazionale di Confartigianato -: servono interventi immediati ma anche rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare una crisi senza precedenti». Secondo il presidente dell’organizzazione, le misure di emergenza devono includere «l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la proroga e l’ampliamento del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre – conclude Granelli - va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico».
Secondo l’associazione, vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in particolare per creare comunità energetiche e per incrementare l’autoproduzione. Tra gli interventi che vengono sollecitati c’è anche la riforma della tassazione dell’energia che oggi tocca il 51% della bolletta e che penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno.
I settori
Sempre secondo l’analisi di Confartigianato, gli effetti del caro-energia non risparmiano il settore dei servizi, con almeno diciassette comparti sotto pressione a causa dell’escalation dei prezzi di energia elettrica, gas e carburanti. Si tratta, nel dettaglio, del commercio di materie prime agricole e di prodotti alimentari, ristorazione, servizi di assistenza sociale residenziale, servizi di asili nido, attività sportive, parchi di divertimento, lavanderie e centri per il benessere fisico.
A questi si aggiungono i settori del trasporto colpiti dall’aumento del costo del gasolio: dal trasporto merci su strada ai servizi di trasloco, taxi, noleggio auto e bus con conducente, trasporto marittimo e per vie d’acqua. I rischi si estendono anche alla logistica, con il magazzinaggio e le attività di supporto ai trasporti che subiscono pesanti rincari delle bollette per la refrigerazione delle merci deperibili.
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