Fornitore offresi arredo. Il legno è memoria e futuro

Lariofiere, 16-18 gennaio Protagonista in fiera Eugenio Guglielmi, storico del design e consigliere dell’Ordine degli Architetti di Lecco

Il legno, elemento centrale del proto design degli anni Trenta, si intreccia con temi come la conservazione degli oggetti di design, l’evoluzione del ruolo del designer e l’importanza di riscoprire le radici per affrontare l’innovazione con maggiore consapevolezza.

Eugenio Guglielmi storico del design e consigliere dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Lecco, terrà nell’ambito di Fornitore Offresi - Arredo&Design a Lariofiere una conferenza per gli Ordini di Como e Monza Brianza, e un’altra in veste di coordinatore per l’Ordine di Lecco. Come ricordato da lui stesso, nel corso della conferenza stampa di giovedì 9 gennaio: «Gli Ordini si sono schierati subito in supporto di Fornitore Offresi, un’iniziativa coraggiosa e importante a livello di sistema».

Giovedì 16 gennaio è fissato l’appuntamento “L’essenza della materia: legno e progettualità”, di cosa si tratta?

È un convegno che si inquadra all’interno di un interesse che l’Ordine ha da tempo su questo argomento. Un excursus sulla storia del legno applicato alla tradizione locale e alla rivalutazione dell’artigianato. Ci troviamo in un comprensorio importantissimo per il settore, sappiamo cosa significhi questo territorio per la storia del mobile. Un distretto legato anche alla presenza del razionalismo. Il recupero della tradizione deve entrare nell’ottica di quella cultura del “saper fare” che anche gli architetti razionalisti avevano. Il proto design è nato dal legno, così come tutta la grande storia del boom economico degli anni Cinquanta. I prototipi realizzati per i grandi designer sono stati fatti in legno, addirittura le auto erano di legno. Attraverso il convegno vogliamo rigenerare nella memoria queste radici culturali.

“Dall’idea al progetto: forma innovazione e tutela del product design in plastica” è invece in agenda per venerdì 17, perché parlare di plastica in una fiera dedicata tendenzialmente al legno?

Come Fondazione Pio Manzù stiamo affrontando un tema cruciale: il destino degli oggetti di design prodotti dagli anni Cinquanta a oggi. La conservazione non riguarda solo la plastica, ma tutti i materiali, dal legno al cemento, ogni manufatto umano.

Il convegno vedrà l’intervento di Elisa Storace, consigliere della Fondazione Museo Kartell e curatrice, tra le maggiori esperte mondiali di metodologie di conservazione. Un’occasione per condividere riflessioni e per approfondire l’interdisciplinarietà della conservazione, un tema di grande rilevanza per il nostro tempo.

Tutte le nuove sfide, dalla circolarità all’Intelligenza Artificiale, possono essere affrontate con successo solo guardando al passato?

Il nuovo approccio che emerge oggi è che non si realizza più nulla fine a sé stesso, non c’è più spazio né tempo per costruire senza un obiettivo di sostenibilità collegato con l’aspetto sociale. Questa è l’unica strada per uscire dalla crisi di identità culturale, economica ed educativa che stiamo vivendo, e che sta influenzando anche le nuove generazioni. È fondamentale per esempio che le istituzioni scolastiche tornino a essere protagoniste nel trasmettere il sapere. Un tema che verrà approfondito anche all’Oasi di Baggero, un esempio eclatante di questa ricerca della tradizione guardando all’innovazione. Il 26 giugno si terrà un convegno internazionale, organizzato in collaborazione con la Camera di Commercio, il Politecnico di Milano e l’Università di Firenze, focalizzato sui luoghi abbandonati o della memoria, da riconvertire in chiave sostenibile per tutelare e rilanciare il territorio.

A fronte di tutto questo, quanto è cambiato il ruolo del designer?

Sono stato uno degli ultimi allievi di Marco Zanuso e ho insegnato al Politecnico e alla scuola di design di Firenze. Nel tempo il ruolo del designer è cambiato profondamente. La prima grande trasformazione si è verificata negli anni Settanta quando i maestri della Scuola di Firenze, insieme ad altri movimenti, hanno iniziato a vedere il design non solo come un’operazione progettuale, ma anche come un intervento estetico e sociale. Fino agli anni Sessanta si parlava di industrial design, incentrato sulla produzione in serie di oggetti, dove l’obiettivo era “fare per produrre”. Il nuovo design “fa per rimettere in discussione”. L’industrial design non esiste più come una disciplina unica, sono emersi diversi tipi di design. Si è passati dall’estetica alla semiotica, l’oggetto non è più solo bello o brutto, utile o inutile, ma è un segno con significati più complessi.

Che importanza ha Fornitore Offresi - Arredo&Design oggi?

Sono molto contento di essere stato coinvolto e mi ha piacevolmente sorpreso l’atteggiamento della dirigenza che ha avuto il coraggio di non sottrarsi, ma anzi di implementare l’iniziativa. Solo con la presenza si riesce a sollevare interesse. Anche le grandi fiere di Rho, con le giuste proporzioni, affrontano lo stesso problema: la mancanza di espositori interessati e il dialogo poco incisivo con il territorio. Fornitore Offresi è sulla buona strada, è riuscito a coinvolgere una serie di piccole e grandi realtà in questa fase intermedia, che potrebbe portare a qualcosa di più importante. È un grande atto di coraggio e una preziosa opportunità di confronto.

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