Il fondo premia la startup. Così involve va nello spazio

L’intervista L’impresa comasca di palloni stratosferici finanziata con 2,5 milioni dalla società di venture capital Earlybird: «Nell’advisory board l’astronauta Paolo Nespoli. Il futuro? Un sito di lancio negli Usa»

Involve, startup specializzata nella tecnologia dei palloni stratosferici con sede a Lipomo, ha chiuso un round di investimento da 2,5 milioni di euro con il lead investor Earlybird, operatore di venture capital focalizzato sullo sviluppo di tecnologie innovative in Europa. Il fondatore di Involve, Jonathan Polotto, continuerà a ricoprire il ruolo di Ceo e presidente.

Qual è la caratteristica di Involve che l’ha resa così interessante?

Ci occupiamo di tecnologia dei palloni stratosferici applicabile al monitoraggio terrestre in tempo reale, alle telecomunicazioni e alle infrastrutture. Abbiamo sviluppato una sonda modulabile e un pallone stratosferico progettati per essere recuperati a ogni lancio ed essere interamente riutilizzati per la missione successiva, creando una circolarità sostenibile dell’intero processo. Gli sforzi in ricerca e sviluppo nel tempo hanno portato a sviluppare un’architettura di lancio sostenibile e circolare alla cui base c’è la sonda, studiata e sviluppata per essere recuperata ad ogni lancio ed essere poi utilizzata per quello successivo.

Complemento della sonda è il pallone, che rappresenta il sistema di propulsione alimentato solamente a elio, senza nessun processo di combustione. Il pallone permette alla sonda di staccarsi da terra a zero emissioni e anche il pallone è stato studiato per essere impiegato e riutilizzato a ogni lancio.

L’architettura del sistema sfrutta il principio di Archimede e permette di raggiungere la stratosfera, sfondando la soglia dei 35mila metri di altitudine sul livello del mare.

Se gli aerei si muovono a 10mila metri di quota e il satelliti a 300 chilometri di quota, nello spazio intermedio volano i palloni stratosferici che viaggiano attorno ai 35mila metri di quota. Possono così risolvere il problema del gap di altitudine operativa tra aeromobili e satelliti, inquinando meno e con costi più ridotti.

A cosa servono i palloni sonda?

Le applicazioni scientifiche dei palloni sonda che raggiungono la fascia della stratosfera vanno dal testing di satelliti, elettronica e materiali, al monitoraggio in tempo reale della superficie terrestre che può includere l’osservazione delle calamità naturali, di aree pericolose o sorvegliate, attività di salvataggio, mappatura terrestre e applicazioni di sicurezza come il monitoraggio marittimo, ma sono solo esempi della varietà di utilizzi e obiettivi che possono arrivare fino agli utilizzi commerciali. Nel caso dei nanosatelliti, che costituiscono la più recente innovazione in ambito di accesso allo spazio, prima di essere lanciati in orbita necessitano di essere prudentemente testati nella loro elettronica, materiali, sistemi di trasmissione e comunicazione.

Involve fornisce la possibilità di equipaggiare la sonda con prototipi e sistemi tecnologici a cui servono attività di testing in condizioni fisiche estreme.

L’osservazione della Terra è un altro dei pilastri della space economy.

Involve dà la possibilità di ottenere immagini ad alta risoluzione della superficie terrestre per raccogliere ed elaborare le informazioni anche relative alla composizione dell’aria e sull’inquinamento dell’atmosfera terrestre.

Per la ricerca scientifica in atmosfera la sonda può registrare dati su temperatura, umidità e pressione, concentrazione di gas e particolato, informazioni sulla qualità dell’aria e ossigeno, CO2 e ozono. È prevista la condivisione visuale dei dati che sono protetti da blockchain.

Siete già stati premiati anche in passato, in ambito europeo?

Come start up siamo stati ammessi al programma di accelerazione dell’Agenzia Spaziale Europea come uno dei pochissimi fornitori europei di voli stratosferici. È stato il primo ambito in cui ci siamo fatti conoscere a livello internazionale. Le relazioni anche con gli Stati Uniti sono proseguite e questo settembre abbiamo chiuso un round di investimento seed da 2,5 milioni di euro dopo 30 lanci commerciali di successo e test approfonditi. Questo round rappresenta un importante traguardo per Involve, che è anche la prima startup italiana scelta da Earlybird-X.

Utilizzeremo i fondi per accelerare lo sviluppo della tecnologia di palloni stratosferici per raggiungere diversi traguardi tecnici come il miglioramento della durata del volo, l’ottimizzazione dei sistemi di controllo tramite l’intelligenza artificiale e l’espansione della capacità di carico utile. Prevediamo inoltre di far crescere il nostro team con nuove assunzioni in aree chiave come l’ingegneria aerospaziale, lo sviluppo software e la gestione dei dati. Inoltre, Involve continuerà a espandere la sua presenza internazionale rafforzando le partnership esistenti e sviluppandone di nuove, in particolare nei settori della sorveglianza, del monitoraggio ambientale e delle telecomunicazioni. Il nostro prossimo passo dovrebbe essere da qualche parte vicino a Houston. Tutto ciò avverrà in tempi abbastanza brevi, grazie al nostro membro del consiglio Alastair Westgarth e al business developer Courtney Stadd, ex Vice Amministratore Associato della NASA ed ex Direttore dello Spazio Commerciale alla Casa Bianca.

Quali sono le prospettive per una collaborazione con gli Stati Uniti?

È in atto un processo di approfondimento del mercato statunitense da circa un anno. Ho trascorso due mesi a Houston l’anno scorso, nel cuore del settore aerospaziale mondiale, dove hanno preso vita le missioni più importanti, tra cui Apollo 11, che ci ha portato sulla Luna. Ho avuto modo di respirare a fondo l’atmosfera dell’industria aereospaziale degli Usa e questo ci ha permesso di iniziare a stringere relazioni, contatti importanti e di comprendere molto bene come funziona il mercato oltreoceano. L’idea è quella di stabilire un sito di lancio negli Stati Uniti, creando un ecosistema di servizi e un’infrastruttura che ci permetta di mantenere un polo di ricerca e sviluppo, oltre a tutta una parte di progettazione, che è strategica e importante per l’azienda in Italia.

Esiste la possibilità che Involve, nata a Como, si trasferisca negli Usa?

Crediamo nelle possibilità di sviluppo in Italia e ci teniamo che rimanga qui a Como, per preservare l’enorme capacità e la grande conoscenza che abbiamo nel nostro Paese. Vogliamo sfruttare il mercato statunitense per portare le nostre conoscenze su quel mercato e utilizzare l’ecosistema, il network e l’infrastruttura che costruiremo per lanciare anche dagli Stati Uniti. In particolare, l’idea sarebbe di prevedere una base in Texas, a Houston, per il semplice fatto che esiste già un “mondo” per l’aereospace che, dei decenni, ha già sostenuto numerosi eventi e lanci.

Paolo Nespoli è entrato nell’Advisory Board. come è avvenuto il collegamento con l’astronauta italiano?

È stata una connessione molto naturale, nel senso che Nespoli ha ricevuto un invito da parte nostra a partecipare come ospite speciale all’edizione di LarioSpace 2024 di quest’anno, che si è tenuta ad aprile a Gera Lario. Ha accettato l’invito, era l’ospite speciale di questa edizione, che si è svolta in un contesto meraviglioso. Da lì, si è creata una connessione estremamente forte, in particolare tra me e lui. Ci siamo trovati sulla stessa lunghezza d’onda ed è molto facile sviluppare un buon rapporto e generare idee insieme. Da quel momento ci siamo tenuti in contatto. Lui ha fatto visita ai nostri headquarters a Como, ha conosciuto il team e approfondito ciò che facevamo. Siamo arrivati al punto in cui è stato naturale dire: lavoriamo insieme. Ascoltare le sue esperienze ci dà ispirazione e ci porta un punto di vista che ci aiuta a comprendere anche aspetti tecnici in modo indiretto. D’altra parte, lui ha visto nella nostra missione una forte rispondenza alla sua intraprendenza e alla capacità di evolvere sia tecnologicamente che a livello di innovazione.

Involve ha una storia diversa dalla maggior parte delle start up, non è stata incubata in ambito accademico, come è nata l’idea iniziale?

In Italia la grande maggioranza delle startup nasce generalmente da spin-off universitari. Il nostro caso è stato molto diverso, l’università non c’entra nulla. È iniziato tutto da un esperimento ludico, quasi a sfondo scolastico. Nel lontano 2016 ero fortemente appassionato di spazio e avevo seguito degli esperimenti effettuati negli Stati Uniti. Volevo a tutti i costi realizzare un lancio. Così riunii un gruppo di amici del liceo. Era un gioco, ma l’esperimento riuscì.

Il risultato fu un bellissimo video che riprende la curvatura terrestre. È stata una grande soddisfazione per tutti. Ciò che ha fatto la differenza è il non volersi fermare lì. Circa due anni dopo decidemmo di rifare l’esperimento, cercando di massimizzare i sistemi e implementare novità. Dopo la pandemia, nel 2021, è stata fondata la società come startup innovativa e abbiamo avviato un percorso di ricerca e sviluppo. Ho condotto una ricerca di mercato per capire se il nostro esperimento scientifico potesse avere un’applicazione pratica. Era un tentativo di comprendere se quello che realizzavamo quasi per gioco potesse inserirsi in un mercato e potesse essere utile per un settore.

Non eravamo esperti, ma come fare una startup e diventare imprenditori non si impara nemmeno in un corso universitario: bisogna conoscere le persone, il sistema e il settore. Andare a Houston, ad esempio, ha fatto crescere enormemente la nostra comprensione. È partito tutto da un gioco e poi, senza volerlo, si è trasformato in qualcosa di grande e bello.

© Riproduzione riservata

© RIPRODUZIONE RISERVATA