«Il nostro grafene è unico: naturale e senza chimica»

L’intervista Continua lo sviluppo di Directa Plus, già ora tra i primi fornitori di prodotti per i mercati consumer e industriale. L’ultima applicazione è nel settore militare: «Una membrana per tute e tende che può camuffare i raggi infrarossi»

Directa Plus è uno dei più importanti produttori e fornitori di prodotti a base grafene destinati ai mercati internazionali, consumer e industriali. Fondata nel 2005 da Giulio Cesareo e quotata all’Aim di Londra da maggio 2016, Directa Plus produce nelle Officine del grafene di Lomazzo, attraverso un processo brevettato e un modello produttivo scalabile ed esportabile.

Il particolare processo di produzione del grafene sviluppato da Directa Plus è unico, qual è stata la prima azione per proteggerlo?

Le innovazioni sul grafene sviluppate da Directa sono state coperte, da subito, da un brevetto in Europa, negli Stati Uniti e in Cina. Fin dall’origine ci siamo fatti guidare dall’idea di espanderci sui mercati internazionali mantenendo un primato tecnologico. Oggi nessun altro può realizzare membrane e tessuti con contenuto di grafene così come lo produciamo a Lomazzo, neanche i grandi gruppi e questo può darci un importante vantaggio competitivo.

Al momento abbiamo 106 brevetti approvati e 33 pending, in attesa di conferma. Di questi brevetti, una buona parte, circa una ventina, protegge il processo, tutti gli altri sono applicazioni o prodotto.

Con un paradosso: il mio nome come inventore è su 104 dei nostri brevetti, ma io non facevo l’inventore prima di avviare l’azienda. Piuttosto è importante avere l’idea, immaginare tutte le possibili applicazioni del nuovo materiale. Il tema vero oggi è avere la visione, non tanto essere un super esperto della scienza perché ci si può sempre avvalere di scienziati e tecnici che ottimizzano e perfezionano i prodotti, ma la spinta allo sviluppo è trovare le strade perché una innovazione come il grafene, ma può valere per ogni valida novità, possa declinarsi in diversi utilizzi e arrivare lontano.

Qual è il vantaggio competitivo del grafene prodotto a Como?

I prodotti a base grafene di Directa Plus sono naturali, chemical-free, realizzati in modo sostenibile e versatili, su misura per applicazioni commerciali nei settori smart textile, elastomeri, materiali compositi e soluzioni ambientali. Apporta proprietà radicalmente nuove o migliora significativamente le prestazioni dei materiali standard, dalla traspirabilità dei tessuti, alla capacità di assorbimento degli oli, potenzia le proprietà meccaniche e di dissipazione del calore negli pneumatici, i campi sono molteplici.

In particolare sulle integrazioni delle membrane abbiamo un vantaggio competitivo importante che potrebbe anche portarci a fare alleanze con i grandi gruppi internazionali che le realizzano per le diverse necessità del mercato.

Per i big player un prodotto come il nostro può essere estremamente interessante perché in questo momento la richiesta delle aziende e dei consumatori è per prodotti sostenibili in tutte le loro componenti e quindi l’integrazione con il grafene non solo conferisce una serie di qualità importanti, ma rispetta ampiamente tutti i requisiti di sicurezza e sostenibilità richiesti. In questo modo si realizza un prodotti finale molto allineato alla domanda del mercato, che siano prodotti per lo sport, per la difesa o workwear.

Come viene realizzato il grafene nello stabilimento di Lomazzo?

Il “nostro” Graphene Plus è ottenuto attraverso un procedimento puramente fisico della grafite naturale, evitando quindi qualsiasi trattamento chimico con solventi organici o acidi, ma sfruttando semplicemente acqua, temperatura e pressione per ridurre lo spessore della grafite a livello nanometrico, in modo sicuro e sostenibile. Graphene Plus è costituito da nanopiastrine di grafene con una dimensione laterale nell’ordine dei micrometri.

Sin dalla nostra fondazione della nostra azienda, adottiamo un approccio attento alla salute, alla sicurezza e alla tutela dell’ambiente monitorando il nostro processo produttivo e i nostri prodotti. Dal 2013 abbiamo raccolto 43 certificazioni o riconoscimenti che attestano l’assenza di impatti negativi sui sistemi biologici.

Il processo di trasformazione dalla grafite al grafene comporta, nel nostro sistema, alte temperature, per questo il materiale finale che si ottiene è molto puro.

A partire dalla materia prima fino all’energia, quali sono i costi di produzione,?

Sono relativamente contenuti: il processo, nonostante le altissime temperature raggiunte, ha un assorbimento di energia estremamente limitato tanto che la nostra voce di costo principale non è l’energia ma la materia prima, la grafite naturale. Si tratta però di un materiale di cui c’è ampia disponibilità. Noi lo importiamo in parte dalla Germania e il resto da diversi paesi del mondo perché cerchiamo di tenere aperti diversi canali di approvvigionamento, ma è un materiale non geopoliticamente localizzato e i quantitativi a disposizione sono immensi.

Tra le qualità del grafene c’è la grande capacità di assorbimento, con quale finalità concreta?

Abbiamo realizzato prodotti per assorbire gli idrocarburi dispersi in acqua, li abbiamo progettati per sfruttare al meglio la capacità assorbente del grafene. Delle apposite barriere sono realizzate con una grafite super espansa in grado di assorbire 100 volte il proprio peso e possono essere utilizzate per rimuovere il petrolio dalla superficie dell’acqua e dal suolo, in caso di fuoriuscite di petrolio oppure possono essere utilizzati ovunque sia necessario posizionare un dispositivo efficace per rimuovere e trattenere oli e idrocarburi.

Si tratta di una applicazione che sta suscitando grande interesse. Siamo stati in paesi del medio oriente e siamo in contatto con interlocutori molto interessati. Abbiamo costruito un business case in Romania significativo perché pulendo le acque e i fanghi delle navi cisterne abbiamo recuperato 10mila tonnellate di petrolio e sono state rimandate in raffineria. La nostra soluzione diventa strategica soprattutto quando sulla superficie del mare ci sono le iridescenze che sfuggono ad altri sistemi e che noi riusciamo ad assorbire.

Potenzialmente si apre un mercato globale, qual è il vostro modello di business per crescere?

Non siamo sufficientemente grandi per investire in modo da implementare tutte le diverse applicazioni su scala industriale, però se il nostro modello di business è dare la licenza della tecnologia, questi sviluppi, già testati e certificati, potrebbero essere disponibili molto velocemente.

Qual è l’ultima innovazione che avete presentato per Como Lake 2024 The Great Challenge a Villa Erba?

La Grafytherm, che è una membrana a base poliuretanica con all’interno il grafene. Riesce a camuffare le radiazioni infrarosse e può avere un utilizzo in campo militare per esempio nelle tute mimetiche o nelle tende. La membrana con queste caratteristiche è estremamente versatile, può essere laminata e in futuro potrebbe schermare anche le radiazioni elettromagnetiche.

Siamo partiti per il suo sviluppo con un partner italiano specializzato in membrane nel tessile ad altissima tecnologia e ora le abbiamo implementate con il grafene. Ora siamo in contatto con i grandi gruppi internazionali per valutare successivi sviluppi.

Già le applicazioni in ambito tessile che sfruttano invece il pregio della traspirabilità e della trasmissione omogenea del calore conferito dalla componente di grafene sono utilizzate da alcuni brand importanti che hanno voluto dare un valore esclusivo ai loro capi di abbigliamento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA