Imprese e Lavoro / Como città
Lunedì 17 Luglio 2023
Imprese a caccia di talenti. «Così si diventa attrattivi»
Michela Conterno, ad di Lati, trecento collaboratori, una realtà modello nella gestione delle risorse umane. «Oggi sono le persone a scegliere le aziende, non più il contrario. Dipendenti nel cda? Un’idea da valutare»
I temi delle risorse umane e della sostenibilità ambientale e sociale delle imprese sono ormai da tempo approfonditi nel dibattito economico nazionale e non solo. Dalla carenza di personale qualificato alla necessità di rendere le nostre imprese più attrattive, dall’attenzione nei confronti dell’ambiente fino alla consapevolezza del ruolo sociale e non solo economico delle aziende. Queste tematiche sono da tempo anche al centro della riflessione di Michela Conterno, amministratore delegato della Lati spa di Vedano Olona, specializzata nella produzione di termoplastici tecnici per uso ingegneristico. Conterno è anche membro del consiglio generale di Confindustria Varese.
Dottoressa, quale è stato il suo percorso formativo?
Sono nata e cresciuta a Milano, dove ho svolto gli studi classici. Già al liceo, ho avuto la possibilità di porre le basi per una cultura internazionale attraverso un programma di scambio in Australia. Successivamente mi sono laureata in Economia e questa è una peculiarità della nostra famiglia: anche se lavoriamo in un’azienda tecnica, siamo tutti economisti; credo che questo, nel tempo, sia stato un punto di forza. Ho poi iniziato la mia carriera professionale in Lati, l’azienda di famiglia fondata tra il 1943 ed il 1945 da mio nonno Cosimo Conterno, commercialista milanese. Mi sono occupata in azienda di finanza, controllo, vendite, marketing internazionale, esplorando anche mercati esteri di peso come Cina ed India. Successivamente ho scelto di fare un’esperienza in una multinazionale del recruiting, assecondando la mia passione per le risorse umane, prima di rientrare in Lati e di occuparmi dell’Europa dell’est. Nel 2016 è avvenuto il secondo passaggio generazionale della nostra impresa, con mio papà che ha scelto di nominarmi amministratore delegato.
Cosa rappresenta oggi Lati?
Siamo certamente uno dei principali produttori di termoplastici tecnici per uso ingegneristico ad alte prestazioni, che trovano impiego principalmente nei settori elettrico, elettrodomestico, industriale e dei trasporti. Abbiamo una capacità produttiva di 40mila tonnellate sviluppata nei due siti produttivi di Vedano Olona e Gornate Olona, 300 dipendenti e 2mila clienti. Abbiamo superato lo scorso anno i 200 milioni di fatturato e vendiamo principalmente all’estero, con un export che vale il 70% dei ricavi, del resto siamo presenti oltre confine fin dagli anni Ottanta. I pilastri della nostra politica aziendale sono digitalizzazione, sostenibilità e crescita internazionale. L’innovazione di prodotto è invece il filo conduttore che unisce le tre generazioni di Lati, tenendo conto che mio nonno ha avviato fin dall’inizio un progetto di riciclo di materie plastiche e quindi, di conseguenza, un progetto di economia circolare ante litteram.
I primi sei mesi del 2023 sono stati positivi per l’azienda?
Abbiamo ormai da tempo una solidità finanziaria e produttiva tali da generare reddito e proseguire la politica di investimenti. E infatti abbiamo approvato un piano da cinquanta milioni di investimenti nel Varesotto nei prossimi cinque anni. Oggi tuttavia viviamo una fase di recessione, perché i nostri settori di applicazione sono in forte rallentamento. Nel periodo post Covid abbiamo assistito ad un’impennata di acquisti che sono stati accumulati: successivamente si è generato un calo della domanda e quindi un rallentamento della produzione, anche per l’imponenza dello stoccaggio effettuato precedentemente. Oggi abbiamo quindi una contrazione dei volumi rispetto allo scorso anno, ma guardiamo comunque con fiducia ai prossimi mesi, pronti a recuperare nelle prossime fasi espansive dei mercati di riferimento.
Come è avvenuto il passaggio generazionale all’interno della vostra azienda?
Posso dire che è avvenuto da un lato in continuità, perché abbiamo mantenuto l’azienda ancorata a valori di riferimento che derivano dalle passate generazioni, dall’altro lato introducendo innovazioni. Siamo passati da una leadership incentrata su esecuzione e controllo ad un altro modello basato su fiducia e risultati, con un maggiore coinvolgimento dei dipendenti. Abbiamo inoltre introdotto nuove misure di welfare con particolare attenzione alla conciliazione tra lavoro e famiglia: una sensibilità che probabilmente deriva anche dal passaggio di testimone al femminile. Insieme a me, infatti, è azionista di riferimento mia sorella Livia e quindi la leadership aziendale, per la prima volta nella nostra storia, è declinata al femminile. Peraltro si tratta di un caso molto raro per quanto riguarda il nostro settore.
Come valuta la situazione attuale con numerose imprese che faticano a trovare il personale che cercano?
Il mio percorso mi ha permesso di sviluppare una sensibilità particolare sul tema e non è un caso se in azienda abbiamo introdotto lo smart working contrattualizzato fino a cinque giorni, un fenomeno certamente non comune nelle imprese industriali. Oggi le aziende non possono più permettersi di non essere attrattive, anche perché sono i candidati a scegliere il luogo di lavoro, con un rovesciamento delle parti rispetto a quanto avveniva in passato. Con il calo demografico ormai strutturale, avremo sempre minori risorse umane a disposizione. Inoltre, i candidati oggi valutano non solo l’aspetto economico ma anche l’approccio delle aziende nei confronti della sostenibilità ambientale e sociale, oltre all’attenzione dimostrata nei confronti delle persone e della loro vita quotidiana. In questo momento, Lati sta riuscendo a reperire le risorse umane necessarie, soprattutto per quanto riguarda tecnici ed ingegneri dei materiali. Ovviamente per il nostro futuro diventa un tema rilevante rendere anche la fabbrica sempre più attrattiva. Digitalizzazione, automazione e maggiore comfort sono le leve sui cui stiamo lavorando. Sul lato formazione, invece, lavoriamo intensamente con le scuole e gli Its, che rappresentano una straordinaria opportunità. Con gli Its le aziende possono diventare protagoniste della formazione dei futuri lavoratori: per questo siamo in prima linea con attività di docenza, per coltivare i nostri giovani talenti ancora prima che entrino in azienda. Infine, dovremo sempre più pensare anche ad attrarre gli stranieri, sempre per fronteggiare il calo demografico, attraverso progetti di integrazione ed ospitalità per persone che vengono dall’estero, ad esempio i rifugiati politici.
La sostenibilità ambientale come viene declinata in Lati?
Per noi è un tema doppiamente rilevante, in quanto le materie plastiche sono spesso ingiustamente demonizzate dall’opinione pubblica. In realtà, i nostri materiali sono tecnici e durevoli ed abbiamo investito molto sulla sostenibilità dei prodotti. Peraltro nella nostra impresa sono presenti competenze che permettono di aiutare i clienti nella gestione dell’impatto dei propri prodotti. Sul fronte delle azioni messe in campo, riveste grande importanza il capitolo energia: la nostra azienda infatti può definirsi energivora a causa dei processi di trasformazione realizzati ad alte temperature. Una nostra priorità è quindi la decarbonizzazione per l’autoproduzione di energia per il nostro consumo. Ho cercato di inserire, dove possibile, impianti fotovoltaici ed oggi questa produzione vale il 10% del nostro consumo.
Ha parlato di coinvolgimento dei dipendenti. Sarebbe disposta ad aprire il consiglio di amministrazione di Lati ad una rappresentanza dei lavoratori come avviene ad esempio in Germania?
In primo luogo voglio sottolineare che siamo già in una fase di rilancio della nostra governance: dal prossimo anno, infatti, ci apriremo a consiglieri indipendenti e questo, per un’azienda famigliare non quotata, è certamente una grande novità. Abbiamo fatto questa scelta perché riteniamo molto utili i contributi che possono arrivare anche dall’esterno. Sul fronte interno, invece, l’attuale direttrice del settore ricerca e sviluppo fa già parte del consiglio di amministrazione. In questo momento abbiamo un ottimo dialogo con i rappresentanti dei lavoratori, che si concretizza peraltro in un premio di risultato articolato, e quindi non escludo per il futuro una partecipazione diretta di un rappresentante. Siamo aperti anche nei confronti di questa opzione.
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