La spesa si fa all’Alveare: «Modello francese a Como»

L’intervista Pietro Agostinelli e Luca Aranella illustrano la start up di San Fermo nata nel 2023. «Agricoltori e piccoli produttori in rete»

Da qualche mese, a Como c’è un nuovo modo per acquistare dai piccoli agricoltori ed allevatori: è l’Alveare che dice Sì, a San Fermo della Battaglia. Ogni settimana, formaggi, frutta e verdura vengono prenotati dai cittadini, attraverso un portale in cui vicino al nome di ogni produttore si legge il numero di km che lo separano dal punto di ritiro. Vengono poi consegnati al nuovo Alveare gestito da Pietro Agostinelli. Ed è proprio Pietro, insieme al Community Manager Luca Aranella, a raccontare qualcosa di più su questa realtà.

Qual è la storia dell’Alveare e quanti punti vendita esistono al momento?

Luca Aranella: «Il progetto L’Alveare che dice Sì! affonda le sue radici in Francia, dove è stato fondato nel 2011 sotto il nome di “La Ruche qui dit Oui!”. Arriva in Italia nel 2014 in forma di startup innovativa, affermandosi poi negli anni successivi. Quest’anno infatti L’Alveare festeggia i dieci anni dalla sua fondazione in Italia, con circa 170 Alveari.

L’azienda fa parte del network europeo The Food Assembly che è presente in Francia, Germania, Belgio, Spagna, Svizzera e Olanda con quasi 800 punti di ritiro della spesa».

Come funziona un Alveare?

Luca Aranella: «Il funzionamento de L’Alveare che dice Sì! è reso possibile da diversi attori. Il ruolo fondamentale è quello dei produttori, che portano la stagionalità locale nelle mani di chi fa la spesa. Poi ci sono i gestori, che sono l’anello di congiunzione tra iscritti e produttori: il loro compito è quello di dar vita e informare la comunità.

Naturalmente, ci sono poi i membri stessi della comunità, che decidono di far parte della nostra rete facendo la spesa sostenibile, stagionale e a Km0. Infine veniamo noi, L’Alveare Madre. Gestiamo la piattaforma, ci occupiamo della diffusione e del coordinamento della rete. Questo sforzo collettivo dà vita, una volta a settimana, a un mercato temporaneo dove produttori e consumatori si incontrano in un ambiente conviviale».

Quali sono le competenze richieste per diventare gestore di un Alveare?

Luca Aranella: «Bisogna immaginare ogni Alveare come un piccolo progetto imprenditoriale, agevolato da una struttura organizzata, l’Alveare Madre. Per diventare gestore non servono competenze particolari, si richiede un impegno stimato di 10 ore settimanali, il piacere di relazionarsi con gli altri, sia dal vivo che tramite i social network, qualche dote organizzativa e possibilmente una partita IVA. E naturalmente credere in un sistema alimentare alternativo!».

Chi vende tramite l’Alveare?

Luca Aranella: «L’Alveare accoglie agricoltori e piccoli trasformatori che lavorano nella produzione agricola o artigianale, garantendo così un legame autentico con i loro prodotti. È fondamentale produrre localmente, in modo da ridurre l’impatto ambientale e rispettare la stagionalità. Chiediamo anche ai nostri produttori di partecipare attivamente alle distribuzioni e di consegnare personalmente i loro prodotti. Infine, è essenziale che i produttori condividano e rispettino i valori de L’Alveare che dice Sì! e aderiscano alla nostra Carta Etica. Unendosi alla nostra rete diventano parte di una comunità che valorizza la qualità, la trasparenza e la sostenibilità».

Avete dei canali social molto attivi. Come li gestite?

Luca Aranella: «L’Alveare Madre gestisce l’account principale de L’Alveare che dice Sì!, siamo presenti su Instagram, Facebook, Youtube e abbiamo anche un blog dove condividiamo articoli su vari temi quali sostenibilità alimentare, filiera corta, stagionalità.

Una delle nostre rubriche social più amate è il calendario stagionale che esce ogni mese con tutta la frutta e verdura di stagione. Pensiamo che sia importante condividere le esperienze dirette dei nostri produttori e gestori, in modo da far vedere da vicino cosa significa, e perché è importante, un modo diverso di concepire la spesa e la produzione alimentare. Tra l’altro anche ogni singolo Alveare, tramite il suo gestore, si occupa della propria pagina social».

Come sta andando l’esperienza comasca?

Pietro Agostinelli: «L’Alveare FuoriComo a San Fermo della Battaglia è stato inaugurato a novembre 2023, è attualmente l’unico in Provincia di Como e ha trovato fin da subito il favore della comunità locale. Nell’ottobre 2018, dopo aver conseguito il diploma di perito agricolo, decido di fondare un’azienda agricola, oggi anche luogo di distribuzione, insieme ai miei fratelli per l’allevamento di animali da carne, la produzione ortofrutticola all’aperto e presto apriremo anche un agriturismo. L’attenzione per la sostenibilità e la filiera corta mi hanno portato a voler diventare gestore della rete L’Alveare che dice Sì! e oggi quello di San Fermo è il mio terzo Alveare, mentre, come produttore, fornisco i miei prodotti a diversi Alveari in Lombardia».

C’è spazio per far nascere nuovi Alveari nei dintorni?

Pietro Agostinelli: «Sì, visto il buon riscontro ottenuto dall’Alveare Fuori Como, l’Alveare Madre ha in programma di sviluppare ulteriormente la rete a Como e nella Provincia per rendere la spesa sostenibile accessibile ad un maggior numero di persone.

Scrivendo a [email protected] è possibile proporsi come gestori e ricevere più informazioni».

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