Imprese e Lavoro / Como città
Lunedì 29 Luglio 2024
La trasformazione digitale a misura di ogni impresa
Innovazione Stefano Poliani, presidente del DIH di Confindustria Lombardia, presenta la mission del network M.I.A.- «Dodici partner al servizio delle aziende: assessment, roadmap e anche analisi dei possibili finanziamenti»
Un network composto da dodici partner che ha lo scopo di individuare un percorso di trasformazione digitale per le aziende, studiando e sviluppando progetti su misura basati sul grado di maturità digitale di ciascuna impresa. Si chiama Manufacturing Innovation Alliance Mia Lombardia - European Digital Innovation Hub, è stato presentato nei giorni scorsi e ne abbiamo parlato con Stefano Poliani, presidente Digital Innovation Hub Lombardia di Confindustria Lombardia, consigliere con delega all’innovazione di Confindustria Como, vice presidente di ComoNext e membro del consiglio della Camera di Commercio Como Lecco.
Cosa sono i Digital Innovation Hub?
Previsti dal Decreto Industria 4.0 nel 2017, hanno l’obiettivo di orientare le pmi all’interno dell’ecosistema dell’innovazione che è composto da diversi soggetti, ognuno dei quali ha un ruolo specifico. Ci sono le università, alle quali le aziende chiedono progetti di ricerca, personale qualificato o corsi di formazione, oppure i Competence Center che rispondono più alle necessità di soluzioni tecnologiche. I Digital Innovation Hub supportano le pmi nell’orientarsi in questo mondo, le aiutano a capire a chi chiedere e cosa chiedere. La complessità dell’ecosistema dell’innovazione è una delle barriere che frenano le imprese nell’attivare processi di transizione tecnologica. Il sistema confindustriale comprendendone l’utilità, ha attivato 23 Digital Innovation Hub in tutta Italia. Quello lombardo è nato sei anni fa ed è partecipato da tutte le territoriali della regione. Il decreto prevedeva un finanziamento, mai arrivato, e gli Hub hanno lavorato in questi anni con risorse proprie.
Come si struttura un percorso di trasformazione digitale?
La prima cosa che ha fatto il Digital Innovation Hub è di predisporre, grazie anche al Politecnico, un assessment, una valutazione, con l’obiettivo di aiutare le pmi a capire il proprio grado di maturità digitale che viene valutato su otto macro processi, dalla produzione al marketing. Il valore che si ottiene consente all’imprenditore di avere una visione della propria realtà. Si passa alla seconda fase, una roadmap dove sono definite le priorità dell’azienda, mentre la terza parte è dedicata alla realizzazione dei progetti e all’eventuale ricerca di finanziamenti.
La Commissione Europea ha riconosciuto l’importanza degli Hub e ha deciso di sostenerli , in Italia sono finanziati dal Pnrr, ed è a questo punto che nasce la Manufacturing Innovation Alliance Mia Lombardia - European Digital Innovation Hub. Di cosa si tratta?
È un network composto da dodici partner che all’interno della politica industriale europea hanno l’obiettivo di supportare tutte le imprese nella digitalizzazione. I partner hanno un’esperienza pluriennale nell’ecosistema dell’innovazione e possono agevolare le aziende ad attivare un percorso virtuoso di transizione digitale. Il Digital Innovation Hub Lombardia mette a disposizione di Mia quello che ha fatto in questi sei anni. L’impresa viene seguita dall’assessment, alla roadmap, all’analisi dei possibili finanziamenti e in collaborazione con il Competence Center Made, è possibile ottenere un supporto completo.
Quanto costa a una pmi questo processo all’interno di Mia?
Per le pmi, specialmente nella prima fase di assessment, quella di accesso alle piattaforme tecnologiche o la parte di formazione per le prime 24 ore, è tutto gratuito al 100%, per attività più strutturate come la validazione del progetto, il proof of concept o lo scouting tecnologico, le risorse coprono oltre l’80%. Per le medie imprese non cambia molto, dal 90 al 70%, per le grandi siamo intorno al 50%.
Il progetto ha ottenuto l’accesso a un finanziamento, tramite i fondi assegnati dal Pnrr, che ammonta a 5,85 milioni di euro, il 18% dei questi sono già stati utilizzati
C’è molto interesse da parte delle aziende, il percorso è completo, personalizzato e fornito da partner conosciuti e affidabili. Ci auguriamo che i fondi finiscano velocemente, essendo legati al Pnrr abbiamo 24 mesi per utilizzarli, sono convinto che ce la faremo. L’interesse c’è, ma dobbiamo mantenerlo vivo e attivo, la fase di ingaggio è fondamentale, le imprese devono capire la potenzialità del percorso. Quando ci sono progetti di questo tipo che funzionano le realtà investono, se guardiamo all’impatto che ha avuto Industria 4.0 in questi anni, il sostegno attraverso il credito d’imposta, il salto in avanti che è stato fatto è evidente, nel 2017 eravamo nelle ultime posizioni in Europa, adesso abbiamo recuperato molto e in alcuni ambiti abbiamo superato i nostri competitor. Un piano chiaro e definito nel tempo consente agli imprenditori di pianificare una serie di investimenti. I dati sull’assessment ci dicono che in un ranking da zero a cinque le nostre imprese sono mediamente a tre, che dimostra come le aziende hanno capito l’importanza della transizione digitale, ma hanno bisogno di iniziative come questa per mettere a terra tutto il loro potenziale.
Come si fa ad attivare tutto il processo?
Mia ha predisposto una serie di punti di contatto, l’accesso più facile e privilegiato per le imprese è attraverso le proprie associazioni di categoria che si sono organizzate per dare il primo supporto.
Quali sono i principali ostacoli per un’impresa?
In questi anni ne abbiamo osservati principalmente due: l’ostacolo economico che con l’attività di Mia viene praticamente azzerato soprattutto per le pmi, il secondo è quello delle competenze, abbiamo notato che all’interno delle imprese mancano quelle competenze digitali che sono poi in grado di giustificare e far comprendere il valore di un processo di transizione digitale. La tecnologia è una parte del processo, ma è soprattutto una trasformazione culturale, bisogna lavorare molto sulle competenze proprio per questo motivo.
I percorsi partono dalla valutazione della singola impresa, esistono trend comuni che state rilevando?
Quando si entra nell’azienda nella fase di assessment si fa una fotografia dello stato dell’arte, esistono trend simili per settore e dimensione. Ci sono temi trasversali come quello culturale, oppure l’importanza della gestione dei dati: spesso ci rendiamo conto che i dati all’interno delle imprese ci sono, ma non sono organizzati nella maniera corretta, se pensiamo di utilizzare tecnologie come l’Intelligenza Artificiale a servizio per esempio della manutenzione predittiva, non possiamo immaginare di scrivere i dati delle macchine a controllo numerico su file Excel.
© RIPRODUZIONE RISERVATA