L’inclusione sostenibile dà impiego a 55 “fragili”: «È un lavoro di squadra»

Empower-net L’esperienza di Il Seme e dell’Ufficio di Collocamento Lucini, Ceo di Creazioni Digitali: «Processo non semplice, ma riuscito»

«Non è stato facile. Inserire in azienda una persona con disabilità non è un processo semplice. Questo dev’essere ben compreso e devono essere considerati i bisogni e le esigenze dei lavoratori. Sia di chi viene accolto, sia della squadra di lavoro che accoglie. Abbiamo intrapreso questo percorso di integrazione non per obbligo, ma perché ci sentivamo motivati. Lo abbiamo fatto e il risultato è positivo» ha spiegato Roberto Lucini, Ceo di Creazioni Digitali, stamperia ad alto tasso di innovazione di Lurate Caccivio e tra le prime aziende ad aderire al progetto Empower-net.

Il ruolo del tutor come medium tra associazioni e aziende

Promosso dalla cooperativa sociale Il Seme in collaborazione con l’Ufficio collocamento mirato della Provincia di Como e con il contributo di Fondazione Cariplo, il progetto ha introdotto nella provincia di Como un nuovo modello di inclusione lavorativa per persone con fragilità o disabilità. Lo scopo è accompagnare le imprese all’adempimento dell’obbligo di assunzione di categorie protette (l.68/99) attraverso percorsi facilitati di inserimento lavorativo e l’attivazione di convenzioni ex art. 14 e art 12 bis.

«In questo percorso di inclusione, abbiamo scelto di collaborare con la cooperativa Il Seme e di avvalerci del supporto di un tutor – ha proseguito Roberto Lucini – reputo sia stata importantissima la figura del tutor per il successo del processo di inserimento della persona che ora lavora con noi. Ha svolto un ruolo essenziale nel suo accompagnamento lungo il loro percorso. Inoltre il tutor supporta anche l’azione dell’azienda, perché integrarsi in un team, per chi è fragile, non è semplice, richiede impegno e serietà da parte di tutti».

La ministra Locatelli: «Salto di qualità, oltre l’assistenzialismo»

Non tutte le convenzioni con le 70 aziende coinvolte e gli accompagnamenti di circa 80 persone hanno avuto buon esito, o meglio, non tutte le esperienze hanno potuto concludersi con un contratto a tempo determinato o indeterminato, ma nella maggior parte dei casi sì.

Sono 55 le persone con disabilità che attraverso questa formula integrata hanno potuto iniziare un lavoro.

Il ruolo del tutor come medium tra associazioni e aziende

«Siamo riusciti a inserire una persona che ora è operativa, in linea, con noi. Si occupa delle pulizie all’interno della nostra azienda e si è integrata benissimo nel nostro team. Spesso la vedo prendere un caffè insieme ad altri colleghi e devo dire che tutto ha iniziato a funzionare bene – ha osservato con soddisfazione il Ceo di Creazioni Digitali – per noi che operiamo nel mondo della moda dobbiamo rispondere a precise richieste di sostenibilità».

Valore non solo ambientale

Il rispetto dei principi Esg lungo la filiera del tessile è tra le priorità dei clienti della moda che hanno impresso da anni al settore a monte dei prodotti finiti una cura dell’impatto ambientale. «Ma la sostenibilità non è solo ambientale, è anche sociale. Non si può pensare solo all’ambiente, dobbiamo integrare le persone più fragili – ha concluso Roberto Lucini - fare questo insieme alla cooperativa “Il Seme”, che lavora sul territorio e ne conosce le esigenze, è un altro aspetto importante».

La ministra Locatelli «Un salto oltre l’assistenzialismo»

Il progetto ha quindi stabilito un metodo, avvalendosi di diverse e preziose esperienze pregresse, che è in linea con le best practices delle politiche per l’inclusione lavorativa. Lo ha confermato Alessandra Locatelli, Ministro per le disabilità e la famiglia, intervenuta alla presentazione dei risultati del progetto: «attraverso la riforma sulla disabilità alla quale stiamo lavorando, cerchiamo di fare un salto di qualità nel modo di intendere l’inclusione lavorativa delle persone fragili. L’intento è superare l’assistenzialismo per agire nell’ottica di valorizzare i talenti e le competenze di ogni persona. L’obiettivo è provare a non guardare i limiti ma le potenzialità di ognuno. E questa capacità mi sembra sia stata colta dal progetto Empower-net».

Il modello su quale è stato costruito il progetto si inserisce nell’ambito della filiera delle Politiche attive per il lavoro. Si è voluto offrire alle aziende uno strumento per rispondere al mismatch tra domanda e offerta di lavoro e i risultati sono incoraggianti.

Il progetto ha inoltre previsto azioni di ricerca e la sperimentazione di processi organizzativi ispirati ai principi lean manufacturing e tecnologie assistive come elementi abilitanti di inclusione lavorativa e di gestione della differenza. Tra gli altri strumenti, la nuova soluzione tecnologica utilizza la realtà aumentata sviluppata in collaborazione con il Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco, laboratorio Sensori e Sistemi Biomedicali – Sensibilab e laboratorio di Realtà Virtuale e Aumentata. Il visore di realtà aumentata guida il lavoratore durante l’attività permettendogli di interagire più agevolmente con l’ambiente. Questo favorisce un’esperienza di apprendimento immersiva, che consente di memorizzare rapidamente le sequenze lavorative.

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