Mantero, tesoro d’archivio. Così si genera la creatività

La storica azienda tessile possiede uno straordinario patrimonio. Costanti investimenti per altre acquisizioni. Franco Mantero: «Non solo memoria; è un pilastro per guidare la nostra azienda verso orizzonti innovativi»

È fuori strada chi immagina che l’archivio sia un luogo polveroso in cui, anno dopo anno, si accumulano le tracce dell’attività aziendale. Fuori strada perché nel caso del settore tessile e nel caso di una realtà come Mantero, l’archivio è il cuore pulsante dell’attività, presente e futura. È il luogo in cui la memoria vive ogni giorno ispirando nuovi processi creativi ed è per questo che l’archivio è uno degli asset più preziosi del patrimonio aziendale.

Nel passato ci sono i punti di riferimento, gli strumenti per interpretare il presente e coltivare la sfida dell’innovazione. Ed un luogo in costante sviluppo, in questo non dissimile da una grande biblioteca: flussi di materiale in ingresso frutto dell’attività aziendale ma anche di acquisizioni; selezione e scarto; interventi conservativi per contrastare i segni del tempo.

L’archivio genera bellezza, ma anche competenze, nuove possibilità operative.

I numeri sono eloquenti. L’archivio Mantero contiene 77.000 foulard, 81.000 stampe su tessuto, 30.000 disegni realizzati a mano archiviati per tematica, più di 10.000 volumi, migliaia di carte prova dei quadri di stampa e ancora, stampe su tessuto, tessuti uniti e jacquard delle più prestigiose case di moda. Le carte prova sono un elemento fondamentale nel processo di stampa serigrafica. Riassumono visivamente il risultato finale della stampa con la precisa indicazione del numero di quadri e della lettura del disegno stabilita nella fotoincisione. Sopravvivono ai quadri, che si possono danneggiare con l’uso, diventando testimonianza preziosa della storia del motivo.

Fonte d’ispirazione

Grazie anche all’acquisizione di ulteriori archivi tessili francesi, inglesi, tedeschi e americani, l’archivio Mantero è considerato uno dei più ricchi e straordinari nel settore tessile/moda. L’azienda ha recentemente avviato il processo di digitalizzazione, focalizzandosi inizialmente sugli oggetti più antichi e delicati. Tuttavia, nonostante la presenza di copie digitali, i clienti preferiscono vedere e toccare gli oggetti fisici e in alcuni casi visitano l’azienda per consultare i propri archivi personali.

La strategia di Mantero è quella di continuare ad ampliare l’archivio acquisendo materiale e spesso interi fondi da fonti esterne, magari all’estero, perché il focus è ampliare il saper fare attraverso, ad esempio, lo studio e il recupero di antiche tecniche di stampa artigianali e di fibre diffuse nel passato.

«L’archivio rappresenta il nostro patrimonio di 122 anni nel mondo tessile, custodendo la nostra storia, cultura e conoscenza. Mantero è una moderna fabbrica di bellezza e l’archivio è una preziosa collezione che unisce elementi storici e contemporanei, fungendo da incubatore di collaborazioni e apertura a nuove opportunità e sinergie. È un catalizzatore per il futuro, nel quale risiede la nostra identità pronta a plasmare nuove opportunità e a guidare la nostra azienda verso orizzonti sempre più innovativi e prosperi – dice Franco Mantero, presidente dell’azienda - Con la chiara visione dell’archivio come cuore pulsante e fonte d’ispirazione per la nuova creatività, l’obiettivo è quello di ampliare le nostre risorse con nuove acquisizioni, come abbiamo fatto negli ultimi anni con Avantgard e la collezione di Kimono e, più recentemente, con Lasabui. L’Archivio Mantero è molto più di una semplice archiviazione di memoria; è un pilastro fondamentale per guidare la nostra azienda verso orizzonti sempre più innovativi, prosperi e sostenibili nel futuro del tessile e della moda».

Le acquisizioni

L’azienda ha recentemente acquisito le collezioni e i materiali dello studio di disegno Avantgard e una collezione di Kimono. Ospita inoltre l’archivio Ken Scott, del cui marchio Mantero è proprietaria dal 2019 detenendo l’uso esclusivo di tutti i suoi disegni.

Lo studio Avantgard, fondato nel 1975 a Como da Fabrizio Navarra, era dedicato alla creazione di disegni fatti a mano, utilizzati sia per l’accessorio sia per l’abbigliamento. Molto conosciuto tra i clienti di tutto il mondo, fu uno dei pionieri negli anni ’90 del disegno in digitale, fino ad arrivare nel 2005 a una produzione di stampe su tessuto. L’archivio Avantgard comprende circa 270.000 disegni digitali, 32.000 testane di tessuti stampati, circa 3.000 disegni fatti a mano a cui si aggiungono almeno una trentina di volumi, raccolte di tessuto e quasi 5.000 libri fotografici.

Lo scorso anno è stato acquisito il laboratorio Lasabui di Valeria Bosco, dedicato alla decorazione artistico artigianale su tessuto. La collezione racchiude campioni di tessuti di varia dimensione e natura, trattati con tecniche varie: tie-dye, shibori, stampe blotch, rullo e tinture.

La collezione di Kimono è stata raccolta con appassionata ricerca da parte di Nancy Martin Stetson in circa 20 anni di permanenza in Giappone e poi come consulente tessile dall’Italia e consiste in 763 Kimono ad uso quotidiano, parte del periodo Meiji (1878-1912) del periodo Taisho (1912-1926) e del primo ventennio del periodo Showa (1926-1945). 

  La collezione comprende kimono (formal) da donna e uomo, ma anche sotto-kimono  (Nagajuban) e giacche (Haori). La maggior parte sono in seta, ma non mancano quelli con fibre tradizionali come ramiè, banana, lino, canapa. 

  Oltre ai Kimono la collezione comprende circa 70 Obi di rara bellezza, inoltre Nancy ha raccolto circa 500 tessuti, rotoli, kimono smontati, etc e migliaia di frammenti. Trattandosi di Kimono ad uso quotidiano o destinati a cerimonie famigliari, alcuni destinati ad attività lavorative, hanno segni di usura o sono stati rattoppati con la tecnica del Boro (tecnica di rattoppo con vecchi tessuti) rendendoli unici e preziosi. Il maggior valore della collezione risiede nell’unicità delle straordinarie combinazioni di colore e nei decori, astratti e figurativi, realizzati in fase di tintura, dipinti, tessuti e ricamati. 

La caratteristica interessante di questa collezione riguarda la storia della tessitura giapponese con le sue innumerevoli tecniche tessili e di creazioni di disegni (Kasuri, Shibori, Itajime, Tsutsugaki, Ikat, etc.) e tinture. Ogni Kimono è ripiegato nella maniera tradizionale giapponese e protetto nella busta di plastica con zip. La collezione è archiviata e divisa in 55 box di Zinco acquistati in Giappone per questo uso.

Di ogni Kimono esiste una foto in alta definizione numerata e con indicazione del box dove il Kimono è conservato. A corredo è presente una raccolta bibliografica dei volumi sulla tessitura giapponese e le sue innumerevoli tecniche.

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