Imprese e Lavoro / Cantù - Mariano
Lunedì 01 Agosto 2022
Nella sartoria del colore il Design e la sostenibilità
Intervista Roberto Molteni, dallo scorso anno alla guida della Molteni Vernici di Cantù, leader nelle finiture per l’architettura. Menzione d’onore al Compasso d’Oro con un prodotto ricavato dagli scarti di lavorazione dell’industria del caffè
A Cantù si ricerca il colore perfetto: Molteni Vernici realizza finiture su misura per architetti e designer, il mercato è internazionale, i materiali infiniti. Roberto Molteni, ceo, ha ritirato quest’anno il Compasso d’Oro Adi “menzione d’onore”.
Perché vi è stato assegnato il premio?
Abbiamo vinto con Wakeup, finitura che utilizza gli scarti di lavorazione dell’industria del caffè, una materia prima eco compatibile e rinnovabile. È stata l’occasione per lanciare un messaggio, per andare incontro alla creatività di architetti, designer e aziende formulando soluzioni che siano in grado di salvaguardare l’ambiente.
Si tratta di una finitura con texture materica, tridimensionale al tatto, adatta a rivestire supporti indoor in metallo, plastica e legno, contraddistinta dalla storica resistenza delle nostre vernici. Grazie all’impiego di una nuova tecnologia brevettata dal Centro ricerca e sviluppo, la superficie trattata risulta solida e completamente isolata da liquidi caldi o freddi. Per noi è un riconoscimento prestigioso che ci sprona a proseguire nel nostro percorso di innovazione e di ricerca.
Questo in un momento di difficoltà contingenti: quali sono state le conseguenze dell’aumento dei costi delle materie prime?
Molto dell’impatto dei costi sulle materie prime è dovuto alla speculazione e i prodotti chimici sono sempre coinvolti in questi processi. Come tutti abbiamo rivisto i prezzi al listino con tre revisioni in un anno e abbiamo anche dovuto contenere gli aumenti.
Ma per quanto ci sia stata una contrazione della domanda, lavorando a ventaglio su tanti mercati ne abbiamo risentito parzialmente. Soprattutto noi puntiamo molto sulla qualità del prodotto che garantisce un investimento a lungo termine. Per esempio le aziende della moda ora si sono impegnate nel rinnovo del retail e ci hanno scelto per le finiture. Così quest’anno siamo cresciuti del 10%, ma siamo in crescita costante dal 2018 con percentuali tra il 10 e il 15%.
Le crisi, quella del 2020 ma anche quella del 2009, hanno fatto una grande mietitura dei prodotti a basso prezzo, così le aziende che hanno curato meno la qualità hanno lasciato spazio sul mercato.
Vi rivolgete in particolare al mondo del design e dell’architettura, come è avvenuta l’evoluzione in questo ambito?
Molteni Vernici si occupava di coating, rivestimenti, con una produzione industriale che all’epoca non era indirizzata in modo specifico. Prima il coating era semplice vernice, per il design c’era il vuoto.
Negli anni abbiamo migliorato le performance e i prodotti che erano adatti al calpestio per uso commerciale esterno li abbiamo portati nell’interior design, mantenendo le caratteristiche di resistenza, ma applicate anche agli oggetti di arredo.
I clienti ora ricercano non solo la soluzione estetica ma anche un’alta qualità tecnica. Negli anni abbiamo sviluppato finiture con buone rese estetiche ma pensate per agevolare delle scelte ingegneristiche.
Per esempio?
In questo è stato utile il background galvanico. Negli anni ’70 e ’80 si realizzava l’ottone bronzato e Cantù era famosa anche per i letti in ottobre spazzolato vintage.
Sulla base di quella esperienza abbiamo sviluppato la finitura in ottobre bronzato per qualsiasi tipo di materiale: dall’alluminio all’mdf, supporti che costano meno dell’ottone ma anche che si prestano a soluzioni flessibili per l’architettura. Così se un progettista vuole un controsoffitto ottone brunito, possiamo realizzare l’identica resa estetica con la giusta finitura su un supporto leggero in mdf da sei millimetri, più pratico da installare rispetto a una lastra in ottone da 70 per 70 cm. L’unica differenza con il materiale originale è data dalla diversa trasmissione termica del metallo che si percepisce con il tatto, ma se si tratta di una finitura, appunto, a soffitto l’estetica resta rispettata e le soluzioni tecniche sono più agili.
Tra gli altri il marchio Never è proprio riservato a una serie di prodotti che riproducono gli effetti metallici della galvanica senza utilizzare però un sistema che ha limiti di dimensionamento e di sostenibilità. Queste vernici sono applicabili a qualsiasi materiale. Si tratta di un prodotto brevettato, il marchio è depositato e registrato in Europa, è molto noto nel mondo delle vernici e anche molto copiato.
Perché nel vostro passato c’è la galvanica e cosa ha comportato?
Vittorio Molteni, mio nonno, ha fondato l’azienda nel 1948 come impresa di galvanica a Renate e ha iniziato, come integrazione, a produrre delle resine di complemento del suo lavoro. L’impostazione era artigianale.
Nell’85 è subentrata la seconda generazione con mio padre Giacomo che ha rilevato il portafogli clienti e abbandonato la parte galvanica. Per quanto andasse bene, si intuiva che il tema dell’ecologia sarebbe diventato sempre più importante. Partendo dal trattamento dei metalli, passare al legno è stato un percorso più semplice rispetto al contrario e questa eredità di competenze è rimasta nel nostro dna.
Come è cambiata da allora l’azienda?
A portare in azienda la prima grande innovazione è stato mio padre: ha informatizzato l’azienda e ha fatto in modo che il prodotto fosse completamente tracciabile, dalle materie prime fino alla consegna al cliente. In quegli anni l’azienda ha fatto il passaggio da artigianale a industriale e si è trasferita nella zona di Cantù, dove convergevano gli architetti per le imprese del mobile. Abbiamo spostato la sede e il centro ricerca sviluppo nel 2009, erano mille metri quadrati, adesso sono 3mila e, da quest’anno, c’è un nuovo stabilimento di art division, Open house dove incontrare i clienti.
Negli anni ’80 contava avere un buon prodotto e lo si vendeva, oggi il mercato è più competitivo e differenziato: al prodotto oltre alla qualità si richiede durabilità, resistenza tecnica, resa estetica e, fondamentale, è richiesto il servizio.
Cosa significa?
Nella nostra Open house invitiamo architetti e aziende a prototipare i loro materiali con i nostri colori. Il designer viene da noi con il suo progetto e ragioniamo insieme sulla finitura, ci lavoriamo per tutto il tempo necessario, con le modifiche eventualmente richieste, fino alla definizione del colore sui materiali e sui tessuti. Si sviluppano quattro finiture che sono di proprietà di Molteni Vernici ma riservate in esclusiva a quello specifico studio di architettura.
È amministratore delegato solo dal 2021, qual è il suo specifico contributo all’azienda?
Rappresento la terza generazione e, come è consuetudine per le famiglie brianzole, prima di subentrare alla guida ho cominciato dalla produzione. Dopo la laurea in chimica sono andato a fare resine e vernici. All’inizio non avevo compreso il valore di quel compito, solo adesso mi rendo conto dell’importanza di aver sperimentato le competenze e conoscenze di chi produce. È stato un passaggio fondamentale perché oggi sono il padre di molti prodotti inventati in questa azienda, a volte sono ancora io che vado il laboratorio insieme al team che se ne occupa.
A questo proposito, come reperite e formate il vostro personale?
Utilizziamo delle agenzie per assicurarci un periodo di prova dopo il quale, se c’è desiderio di apprendere e attaccamento all’azienda, proponiamo un contratto a tempo indeterminato.
Non senza grandi difficoltà, quest’anno abbiamo assunto due ragazze. Il personale, con esclusione di poche figure più operative, è per la maggior parte femminile. Da un punto di vista professionale e per la mia esperienza, le lavoratrici nelle diverse mansioni, laureate in chimica o nel settore amministrativo, dimostrano grande precisione e determinazione nella risoluzione dei problemi anche rispetto a tecnici con più esperienza dei competitor.
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