Non si trovano gli operai: crescerà l’impiego dei lavoratori stranieri

Il caso Alla Poliblend di Mozzate proviene dall’estero la maggioranza dei capiturno: «Saranno sempre di più con la stabilizzazione dei contratti a tempo»

Non è un buon momento per proiettarsi nel futuro e stimare una forte crescita del personale, il mercato sta rallentando. Ma fino a poche settimane fa il tema della ricerca di profili professionali a tutti i livelli era al primo posto tra le emergenze delle imprese.

Una delle possibili risposte è una migliore gestione dei flussi migratori per garantire nel tempo alle attività produttive manodopera sufficiente a far fronte all’evidente decrescita demografica.

L’emergenza

«In Poliblend, come accade per molte aziende del territorio, non stiamo vivendo questi giorni una grande emergenza per la ricerca del personale, gli ordini sono stabili, ma con uno sguardo più ampio si osserva una tendenza generale alla crescita del fabbisogno di manodopera» Gemma Vergara è responsabile risorse umane per Poliblend e Esseti Plast del Gruppo Ascend performance materials, con sede italiana a Mozzate per la produzione di tecnopolimeri.

I dipendenti assunti nelle due aziende sono un centinaio, ai quali si aggiunge il personale interinale temporaneo composto da 120 persone.

«Al momento molti dei nostri contratti a termine sono con persone straniere semplicemente perché sono gli ultimi a essere entrati in azienda e poi, se la performance è positiva e ci troviamo bene a vicenda, tendiamo a stabilizzare il rapporto di lavoro» spiega Vergara.

Circa il 20% dei dipendenti di Poliblend sono di origine straniera, di diverse nazionalità. Tra i dipendenti con un contratto di somministrazione, più del 60% sono stranieri, in azienda da meno tempo.

«Se il trend dovesse sbloccarsi e continuassimo a crescere, la priorità per la stabilizzazione dei contratti sarà data ai lavoratori che sono già con noi - assicura Gemma Vergara - e mi aspetto anche che quella percentuale del 20% vada progressivamente a crescere».

I canali di ricerca del personale sono le agenzie per il lavoro, con alcuni partner l’azienda collabora da tempo, conoscono la realtà di Poliblend, sanno le caratteristiche ricercate ed è più facile che presentino profili che si integrano facilmente.

«Abbiamo già avuto diversi inserimenti nei primi sei mesi dell’anno e auspichiamo che si riprendano presto le selezioni - continua - come politica aziendale siamo interessati alla competenza dei candidati e non alla loro provenienza geografica. Quando apriamo la ricerca non abbiamo un target specifico, usiamo i canali istituzionali per la ricerca, per esempio, di operai con contratti di somministrazione, questo è il primo passo per conoscerci e poi, in un secondo momento e dopo un periodo di collaborazione, il rapporto di lavoro viene stabilizzato con il contratto collettivo al quale si aggiungono benefit come il ticket restaurant e un pacchetto di welfare aziendale, molto comune per realtà di dimensioni come la nostra».

I lavoratori stranieri sono più numerosi nell’area produttiva. Per accedere a mansioni diverse serve migliorare la conoscenza della lingua italiana ma anche il tempo per essere formati su pratiche e procedure.

L’ingresso è quindi spesso nei settori più impegnativi come quello di stampaggio plastica, ma si può crescere.

«Infatti la maggior parte dei capi turno sono di origine straniera e seguono un percorso in azienda dove lavorano da oltre 10 o 15 anni - aggiunge Vergara - il turnover nei nostri reparti è molto basso, la tendenza è di proseguire il rapporto di lavoro a lungo».

L’età

Non sono solo giovani i nuovi assunti, la fascia della popolazione aziendale è molto ampia e anche per gli stranieri sono rappresentate tutte le fasce d’età. Oltre a chi attorno ai vent’anni e alla prima esperienza riceve una formazione in azienda, ci sono persone di tutto il mondo tra i 40 e i 60 anni e anche tra gli over 60.

«Prevediamo per il futuro che la percentuale di persone straniere crescerà in azienda, sempre con un passaggio intermedio in somministrazione. In genere poi il rapporto di lavoro prosegue, in parte perché valutiamo prima se c’è la competenza e la disponibilità necessarie, in parte perché si tratta di una realtà che può dare sicurezza e continuità».

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