Imprese e Lavoro / Olgiate e Bassa Comasca
Lunedì 11 Luglio 2022
Nuova vita ai capi tecnici, Ratti con Texun sperimenta il processo
Il progetto Un trattamento per ripristinare l’idrorepellenza dei tessuti. L’input da due guide alpine. Garantita una resa top fino a dieci lavaggi
Ripristinare la capacità idrorepellente dei tessuti che l’hanno persa e favorire così il riuso di giacche e pantaloni di abbigliamento sportivo altrimenti destinati a finire nei rifiuti. È la sfida ecologica del progetto Texun, che ha trovato nella Ratti di Guanzate un partner non solo prestigioso e di capacità industriale indubbia, ma anche convinto della mission nel nome della sostenibilità.
«L’idea - spiega Marco Passera, del team Ratti che sta seguendo il progetto - è venuta alle guide alpine Giuseppe Gidaro e Roberto Rossi, che hanno avuto la necessità (e la sensibilità) di non dover buttare via abbigliamento tecnico la cui idrorepellenza, dopo 5-6 lavaggi, viene meno». L’idea aveva bisogno di sperimentazioni, di competenze tecnico-chimiche e di una struttura che ospitasse macchinari per trattare i capi. Tutto questo l’ha trovato in Ratti: «Noi produciamo tessuti, accessori, prodotti per il mondo casa, non capi confezionati. Ma Ratti da sempre è aperta all’innovazione su prodotti, processi, logistica».
Gli studi e le ricerche di laboratorio, partiti nel 2019, hanno portato a inventare una miscela spray efficace e con impatto ambientale zero, priva di sostanze fluorocarboniche (Pfc: garantiscono alta idrorepellenza ma sono molto inquinanti e quindi sono state bandite dall’Unione europea) che viene immessa in un macchinario che la nebulizza sui capi da trattare. Miscela e macchinario sono stati brevettati sia in Italia che in Europa: «Sul mercato -precisa Passera- c’erano già bombolette spray che chiunque può usare a casa per ripristinare l’idrorepellenza sui capi. Ma noi garantiamo una resa più alta (fino a 10 lavaggi successivi al trattamento) e soprattutto garantiamo lavorazioni, qualità e certificazioni ambientali. Al netto del lavaggio preliminare dei capi (in cui comunque l’acqua di risulta viene filtrata dalle microplastiche prima di finire in fognatura), il trattamento vero e proprio non richiede acqua. Si pensi che per produrre un capo tecnico nuovo servono 300-400 litri d’acqua; la nostra rigenerazione ne chiede 40».
Dopo l’impregnatura, i capi vengono messi ad asciugare a temperatura ambiente e poi riconsegnati al cliente. «Prolunghiamo la vita dei capi tecnici senza modificarne le qualità di idrorepellenza e impermeabilità. Vale per capi da montagna, pesca, ciclismo, vela, motociclismo, running per citare alcune discipline. Il trattamento non è utile per capi in pelle, in lana, pellicce. È un sistema per capi tecnici, non per capi di moda». Accoglienza degli utilizzatori? «Il servizio di raccolta e trattamento è partito all’inizio del 2022. Finora sono stati trattati una sessantina di capi. I feedback sono positivi. C’è chi ha provato i capi trattati in ambienti molto severi (pioggia forte e continua) e non ha rilevato cambiamenti tattili, funzionali o visibili nei tessuti. La raccolta di dati comunque continua».
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