«Turismo, stagione più lunga se c’è uno sforzo collettivo del territorio»

L’intervista Marco Montagnani, general manager del Grand Hotel Victoria di Menaggio, fa un primo bilancio dell’estate. «Ospiti in crescita e sempre più ricchi. Nomination ai Global Virtuoso Awards, giusto investire sul benessere»

Aumentano i turisti americani che scelgono il Lago di Como come meta dei propri viaggi in Europa. Cosa cercano, cosa apprezzano e cosa invece non trovano sul territorio, lo abbiamo chiesto a Marco Montagnani general manager del Grand Hotel Victoria di Menaggio che, oltre ad aver appena ospitato il cestista statunitense LeBron James, ha recentemente ricevuto una nomination ai Global Virtuoso Awards 2024 come Best Wellness Community Partner.

Quali previsioni è possibile fare sulla nuova stagione?

La stagione è in linea con le precedenti, forse addirittura migliore. Viviamo con un turismo che arriva da oltreoceano, in prevalenza dai paesi nordamericani, anche per il 2024 riconfermiamo le presenze degli anni precedenti e registriamo una crescita non solo nei numeri, ma anche della capacità di spesa degli ospiti. Abbiamo inoltre visto affacciarsi qualche nuovo cliente europeo più sull’inizio della stagione soprattutto dall’Inghilterra. Speriamo che il nuovo lido Victoria Beach possa attrarre un turismo anche più di prossimità.

C’è qualche nuova tendenza o un’attenzione particolare per esempio alla sostenibilità?

I clienti europei che raggiungono il Lago di Como in auto chiedono la possibilità di poter usufruire dei servizi di ricarica della batteria elettrica, abbiamo dodici postazioni destination charger e non c’è stato un aumento di richieste rispetto agli anni precedenti. Stiamo notando che sul tema della sostenibilità c’è più attenzione ai particolari, come per esempio l’utilizzo della borsa in plastica che viene visto molto male, in albergo non le usiamo, anche la biancheria viene trasportata in sacchi di carta e vediamo che i clienti apprezzano molto questo genere di attenzioni.

I turisti arrivano con una whishlist, una lista di posti assolutamente da vedere, oppure si lasciano consigliare?

Gli americani sono sempre molto curiosi, la prima cosa che chiedono di solito è come raggiungere Bellagio, gli spieghiamo che ci sono anche altri posti da visitare allora li aggiungono al tour, magari conoscono i Giardini di Villa Carlotta e noi li invitiamo a vedere anche quelli di Villa Melzi oppure Villa Cipressi e Villa Monastero. Tutti chiedono sempre le distanze e come percorrerle con i mezzi, la maggior parte non è abituata a camminare tra un luogo e l’altro anche se il tratto è breve, una volta arrivati a Bellagio in traghetto per esempio, cercano un taxi per raggiungere Villa Melzi. Sono interessati alla bellezza dei passaggi, ma anche alle ville antiche, ai giri in barca sul lago e ricercano ristoranti tipici.

C’è qualcosa che può essere migliorato?

La logistica. Abbiamo ospitato alcuni giocatori dell’Nba che avevano in agenda parecchi spostamenti tra pulmini e motoscafi, la persona che si è occupata della gestione della logistica dagli Stati Uniti, mi ha fatto notare che “il Lago di Como è diventato difficile da organizzare, per una distanza di pochi km ci vuole un’ora e mezza di strada”. Dobbiamo pensare che chi arriva qui spesso vive in grandi metropoli, persone abituate ad avere vite frenetiche e dinamiche, luoghi dove i servizi sono molto efficienti, città molto vive come New York dove tutto è sempre aperto e i trasporti sono sempre disponibili. Un ospite che arrivava a tarda notte ci ha chiesto una sarta alle 2.30. La logistica, soprattutto sul lago, rimane una questione da risolvere. La sera, per esempio, non ci sono mezzi, se un turista decide di andare a cena a Cernobbio per esempio, deve prendere un taxi, se lo trova, un driver oppure utilizzare il nostro servizio di concierge e può capitare che tratti di strada siano chiusi. Alla fine tutto questo tempo in più che perdono, lo fanno notare.

E c’è qualcosa che invece cercano e non trovano?

Spesso chiedono qual è il miglior ristorante dove poter fare colazione, chiedono proprio un ristorante non un bar perché sono abituati così, negli Stati Uniti ci sono ristoranti che iniziano alle 7.30 preparando il breakfast. Si informano spesso sul dove trovare i brand store, apprezzano le vetrine dei negozietti, ma ricercano i top brand e alla fine vanno a Lugano.

Si parla molto di strategie per delocalizzare i flussi turistici e di destagionalizzazione, cosa ne pensa?

Invitiamo i turisti a visitare non solo i “posti noti”, ma spesso c’è il problema di come raggiungerli i “posti meno noti”. La destagionalizzazione rimane una gran bella parola, di fatto comporta avere tutta una serie di servizi a disposizione delle persone che vogliamo accogliere. Si tratta di un obiettivo condivisibile ma tutt’altro che semplice da raggiungere. I grandi alberghi sono macchine molto costose e se non ci sono i volumi, per contenere i costi, devi concentrarti sulla stagione. Si può pensare di fare un investimento e rimanere aperti fino al 3 gennaio, ma bisogna ragionare anche sui trasporti e gli altri servizi. Ci vorrebbe l’impegno di tutta la rete dei servizi del territorio, dal negozietto al ristorante che magari aprono a metà marzo. Bisognerebbe fare uno sforzo tutti insieme, dagli imprenditori alle istituzioni, il grande albergo non può trascinare da solo la clientela, bisogna avere tutti la stessa volontà, anche il negozio e la pizzeria. Su un soggiorno di quattro notti, i clienti consumano da noi in media tre pasti su otto, gli piace uscire e se sono già in giro mangiano qualcosa anche di semplice, a volte hanno difficoltà a trovare un bar che gli prepari un panino, bisogna essere pronti tutti insieme.

Il Grand Hotel Victoria ha ricevuto una nomination come Best Wellness Community Partner, il Lago di Como sta diventando anche una destinazione di benessere?

I turisti cercano a fine giornata un momento di relax che sia in una spa o in piscina. Scopriremo il vincitore in agosto, ma già il fatto di essere stati nominati è per noi un traguardo molto importante, questo significa che il nostro investimento, l’aver puntato sul wellness, su una grande spa, ha portato i nostri clienti a riconoscerci come destinazione benessere, anche se di solito si pensa a contesti più montani per questo tipo di servizi. Il mercato turistico della spa è solitamente più domestico, nazionale, il passaparola ci ha riconosciuto questa nomina nelle migliori destinazioni del benessere, ci ha fatto molto piacere.

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