A Menaggio hanno incatenato la chiesa: vietato sedersi sui gradini

Menaggio Fa discutere l’intervento del Comune all’ingresso di San Rocco. «Migliaia di ragazzi si sono seduti lì aspettando il passaggio degli autobus»

Hanno incatenato la chiesetta di San Rocco. E non c’è nulla di metaforico, in questa espressione. Nei giorni, infatti, sui gradini di accesso all’edificio sacro fondo all’abitato sono comparse alcune file di catene che impediscono di accedere o sostare. E subito si sono registrare reazioni, di sorpresa e sconcerto, ma anche di condivisione per quella iniziativa. «A cosa servono queste catene?» - si è chiesto più d’uno. «Ho passato anni, tutti i giorni, su quei gradini, aspettando le coincidenze della corriera per andare e rientrare da scuola – scrive un altro utente della pagina facebook “Menaggio passato e presente, da vivere e ricordare” – Eravamo tutti lì – Adesso pure sedersi sui gradini dà fastidio, non ho parole».

La messa di don Gnocchi

Su quei gradini, è il caso di dirlo, si sono sedute generazioni di studenti e di pendolari in attesa dei bus di linea o anche solo di un passaggio di fortuna in direzione dell’Alto Lario. In assenza di panchine, quelle lastre di granito hanno fatto da sollievo a tanta gente che si è sempre spostata con i mezzi pubblici quando a San Rocco c’era una fermata.

Ma ogni medaglia, come si sa, ha sempre il suo rovescio: «Viene da piangere nel vedere tutti i giorni l’inciviltà, la maleducazione e il poco rispetto di giovani e meno giovani, con atteggiamenti di certo non consoni per un luogo sacro – scrive un altro non nascondendo l’irritazione per il comportamento di tante persone – Oltre a bottiglie, lattine e cartacce abbandonate sui gradini, compaiono con una certa frequenza scritte e impronte di piedi sulle pareti. Credo sia stato giusto intervenire».

La chiesetta di San Rocco ha una lunga storia alle spalle. Venne eretta nel 1772, forse sul luogo dell’antico oratorio di San Michele, e dedicata al protettore dal flagello della peste. Nel 2019, su iniziativa degli Alpini, vi fu celebrata una messa in occasione del decennale della beatificazione di don Carlo Gnocchi, con posa di una targa a ricordo della messa celebrata il 29 aprile 1951 proprio da don Gnocchi nella chiesetta stessa per i 100 anni dell’Associazione nazionale Alpini.

Resta una domanda. A chi si deve la paternità di questo intervento? Ebbene, le catene le ha installate il Comune dopo aver consultato il parroco, don Pierino Riva.

«I gradini venivano utilizzati da alcune persone per attendere l’autobus in maniera impropria, perché di fronte ai gradini non c’è alcuna fermata di Asf, o da giovani autostoppisti – fa notare a questo proposito il sindaco, Michele Spaggiari – Giovani o giovanissimi che, mentre erano in attesa, a volte giocavano tra loro addirittura con il rischio di finire in mezzo alla strada». Di recente è successo che un ragazzo sia inciampato sui gradini cadendo in strada: solo la prontezza di riflessi di un automobilista in transito ha evitato un dramma.

L’alternativa

«Per chi vuole sedersi è disponibile una panchina sull’altro lato della chiesa e la fermata di Asf è dall’altra parte di via Roma – precisa il primo cittadino – Contestualmente si evita che qualcuno si sdrai sui gradini con i piedi sulla facciata della chiesetta, contravvenendo alle più basilari regole del decoro».

Ma non c’erano altri modi per indurre le persone a trattare con la delicatezza e il decoro che si deve quella zona? A questa domanda, il primo cittadino si mostra comunque possibilista: «La catene rappresentano una soluzione temporanea – aggiunge Spaggiari – valuteremo, sempre insieme alla parrocchia, qualcosa di più idoneo, per esempio un cancello».

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