A processo il prof che insultava i ragazzi, la difesa: «No, loro lo trattavano male»

Porlezza È cominciato il processo a un docente di lettere dell’istituto alberghiero Vanoni. Il suo comportamento era stato contestato anche durante le sedute dei consigli di classe

«Siete nati da genitori ignoranti, ed io vengo ad insegnare a voi che andrete a vendere pizze. Dovete staccare il cordone ombelicale e mandare a quel paese i genitori». E poi ancora: «Siete ignoranti, le mie sono perle date ai porci».

E frasi anche più volgari, che non è possibile riportare nella loro interezza, ma che in sostanza invitavano a «farsi le canne» e a «fare sesso con chiunque per rilassarsi». Un metodo di condurre le lezioni che gli studenti dell’istituto alberghiero “Vanoni” di Porlezza, nel 2019, avevano denunciato anche ad altri docenti, che era pure finito anche nei verbali dei consigli di classe, con quel prof sopra le righe che era stato più volte richiamato a tenere un comportamento più consono al ruolo importante che ricopriva.

Il ruolo dei genitori

La vicenda era finita ovviamente anche all’orecchio dei genitori, che avevano denunciato pure loro la cosa. Ed ora, dopo una indagine condotta dalla procura di Como e dai carabinieri, la storia è approdata anche in aula di fronte al giudice monocratico del Tribunale di Como, chiamato a giudicare l’ormai ex professore – Alessandro Corrieri, 43 anni, residente in Abruzzo – per l’ipotesi di reato di abuso dei mezzi di correzione e di disciplina con persone a lui affidate per ragioni di istruzione.

Sono due le classi che avevano puntato il dito contro il professore di italiano che nel frattempo ha lasciato l’istituto e l’insegnamento. Ieri in aula sono sfilati i primi testimoni, ovvero altri professori che erano venuti a sapere di quello che avveniva, ma anche i genitori degli alunni di quella classe. Sono cinque le parti offese che erano state individuate dalla procura. Procura che aveva chiesto però l’archiviazione, che tuttavia non era stata accolta dal giudice delle indagini preliminari che invece aveva disposto l’imputazione coatta in considerazione del «comportamento gravemente inappropriato del docente» desumibile non solo dalle testimonianze dei ragazzi ma anche «anche nei verbali del consiglio di classe».

Rinvio al 2025

Tra le questioni che vengono segnate nel capo di imputazione, ce n’è anche una particolarmente antipatica che riguarda l’aver fatto cadere (per gli altri alunni fu di proposito, mentre per il professore fu per errore) una alunna disabile spostandole la sedia.

La posizione tenuta dalla difesa è all’opposto, ovvero che fossero i ragazzi delle due classi ad aver messo nel mirino il professore di italiano. «Abbiamo già chiarito il contesto in cui sono state pronunciate alcune frasi tanto da ottenere la richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero – ha commentato l’avvocato Simone Gatto che assiste il professore di italiano – Se passasse l’orientamento della Cassazione accolto invece dal Gip, e quindi si ritenesse anche la minima forma di violenza morale integrante il reato, non si potrebbero sgridare gli alunni in nessun modo». Dopo l’udienza di ieri il giudice ha rinviato tutti al 2025 per finire di sentire gli altri testimoni dell’accusa.

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