Cronaca / Lago e valli
Giovedì 03 Ottobre 2024
Bufera sulla Variante: «Tangenti all’Anas per 850mila euro per avere i lavori»
L’inchiesta Dirigenti Anas indagati per corruzione. Avrebbero incassato denaro dal Consorzio Stabile Sis per il maxi appalto della Regina
Tre dirigenti dell’Anas sono indagati dalla Procura di Milano con l’accusa di corruzione per aver accettato tangenti per “pilotare” l’appalto per i lavori della variante Tremezzina. È una delle ipotesi di accusa che, stamane all’alba, ha spinto gli uomini del nucleo di polizia economico finanziaria di Milano a compiere diverse perquisizioni a carico di 9 indagati e di alcune aziende a loro collegate.
Due dei tre indagati per l’appalto Anas, secondo l’accusa dei pubblici ministero Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi, avrebbero incassato dal Consorzio Stabile Sis, ovvero la società che ha vinto l’appalto per la variante della Tremezzina, alcune centinaia di migliaia di euro a testa. Il Consorzio Sis si è aggiudicato l’appalto per i lavori sulla Tremezzina per una cifra superiore ai 388 milioni di euro. Il terzo avrebbe ricevuto una quota minore, nella “spartizione” del denaro destinato al fratello.
Più nel dettaglio, sotto indagine è finito Stefano Liani, che dal 2015 al 2019 è stato responsabile della “Direzione progettazione e realizzazione lavori” di Anas. Anche Eutimio Mucilli, ingegnere Anas che ha partecipato a praticamente tutti i summit sulla variante Regina organizzati sul nostro territorio, è indagato perché anche lui, al pari di Liani, avrebbe intascato soldi dal Consorzio Stabile Sis quando era Responsabile del coordinamento nuove opere presso la direzione generale di Anas. Terzo indagato il fratello di Liani, Luigi, ora non più organico ad Anas ma all’epoca con incarichi operativi per l’opera della Tremezzina.
Quest’ultimo, secondo la Guardia di finanza, avrebbe ricevuto 70mila euro dal fratello, quota di una somma ben più cospicua (oltre 485mila euro) che il Consorzio vincitore dell’appalto per la variante avrebbe versato al fratello Stefano. A Mucilli sempre il Consorzio di imprese avrebbe pagato qualcosa come 360mila euro. Denaro che, nella lettura degli atti che allo stato fa la Procura di Milano, sarebbe da leggersi come una tangente per agevolare chi poi ha vinto l’appalto per la Tremezzina.
Com’è noto, a inizi settembre anziché riaprire il cantiere per l’ultimazione della variante (annunciata solo poche settimane prima per la primavera 2028) ha subito un brusco stop, con i camion che hanno iniziato a smobilitare e a lasciare l’area delle gallerie. Tutto è dovuto al braccio di ferro tra Anas, consorzio e imprese sugli extra costi (le cosiddette “riserve”). Unico cantiere aperto, in attesa di un summit fissato nei prossimi giorni, è il cantiere di Colonno che però è attivo solo per i lavori di impermeabilizzazione e consolidamento definitivo delle due gallerie. Ma senza esplosioni e senza scavi, il cantiere di fatto è bloccato.
Ora questa nuova tegola che getta un’ombra sull’intero maxi appalto, con i tre dirigenti Anas (nessuno dei quali attualmente coinvolto nei lavori e nei sopralluogo degli ultimi mesi) accusati di aver agevolato un Consorzio d’imprese in cambio di centinaia di migliaia di euro.
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