Caos Variante e l’ultimatum dei sindaci: «Avanti o sarà battaglia»

Tremezzina Documento unitario dopo l’inchiesta sulle presunte tangenti: «Cronoprogramma entro il 31 ottobre, cantiere riaperto entro gennaio»

Il 31 ottobre 2024 e il 10 gennaio 2025 si candidano seriamente a diventare due date decisive nella travagliata storia della Variante della Tremezzina, ancor più dopo l’inchiesta giudiziaria che ha interessato da giovedì l’assegnazione dell’appalto dell’infrastruttura destinata a collegare Griante con Colonno con un percorso di quasi dieci chilometri in galleria.

Entro il 31 ottobre ad Anas e ministro delle Infrastrutture. le forze politiche e sociali del territorio - ieri mattina riunite all’auditorium del polo scolastico di Ossuccio - hanno chiesto con tutta l’ufficialità del caso «un cronoprogramma aggiornato dei lavori con l’indicazione delle modifiche intervenute e da prevedere in termini tecnici, finanziari e temporali».

L’indignazione

Questo uno dei passaggi clou delle due pagine di documento congiunto che il sindaco di Tremezzina Mauro Guerra (ben 32 i primi cittadini presenti ieri mattina) ha riassunto al termine di due ore di summit.

«C’è stata grande convergenza su un punto e cioè che l’inchiesta della Procura di Milano ha aperto una pagina grave, ribadendo la massima fiducia nell’operato della magistratura - le parole pronunciate dal primo cittadino di Tremezzina - Contestualmente da parte di tutti c’è la grande volontà di tutti di ribadire che questa è un’opera essenziale e che il cantiere deve proseguire con le giuste tempistiche. Per questo motivo, abbiamo approvato un documento nel quale anzitutto viene chiesto che entro la fine di ottobre al Tavolo di coordinamento guidato dal prefetto e dal presidente provinciale Anas e ministero relazionino sullo stato dei lavori, sulle criticità riscontrate nonché su quello che è stato fatto e che se si pensa di fare per superare tali criticità, nonché sui fatti che sono dentro l’indagine della magistratura e sulle possibili conseguenze che questo può avere sulla prosecuzione dei lavori».

Di sicuro il territorio ieri ha espresso una sorta di fiducia a tempo. E qui si innesta la seconda data, quella del 10 gennaio 2025, termine ultimo - in base a quanto affermato dal presidente provinciale Fiorenzo Bongiasca per arrivare ad una ripresa su larga scala dei lavori e non a ranghi ridotti, come sta avvenendo ormai da mesi.

Uno stop ripetutamente segnalato nel corso dei mesi da “La Provincia” e che, fino a poche settimane fa, si scontrava con l’assicurazione che il cantiere avrebbe continuato a lavorare.

«L’unità di intenti di oggi (ieri, ndr.) rappresenta sicuramente un segnale importante - le parole del presidente provinciale - Credo però che ci sia una data entro la quale le risposte che abbiamo chiesto debbano arrivare non solo a parole, ma anche in termini pratici, come piace alla gente del lago e delle valli adiacenti. Se entro il 10 gennaio a Colonno e soprattutto a Griante i lavori non saranno ripresi sui ritmi che tutti noi amministratori e il territorio auspicano, sarà inevitabile una mobilitazione su larga scala».

Il messaggio

Anas, come anticipato ieri mattina dal nostro giornale, non era presente al summit, peraltro l’invito che era stato recapitato all’ente proprietario della statale Regina nonché stazione appaltante della variante era “per conoscenza”, dunque non diretto. Ciò non toglie che il messaggio del territorio è arrivato forte e chiaro all’ente proprietario della statale Regina nonché stazione appaltante della variante.

Quanto all’iter dei lavori, il sindaco di Tremezzina ha anche confermato che «tra le richieste figura l’apertura in tempi celeri del salto di montone a Colonno, così da garantire un bypass in caso di problemi alla cascata delle Camogge, come avvenuto durante l’ondata di maltempo d’inizio luglio».

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