Carlazzo: non basta il divieto. Sul lago ghiacciato vince l’incoscienza

Nonostante l’ordinanza del sindaco Mazza decine di persone continuano a usarlo per passeggiare. E chi protesta viene subissato dalle critiche dei social

Esiste l’ordinanza e, se non bastasse, il Comune ha fatto affiggere anche dei cartelli ben visibili che vietano l’accesso alla superficie ghiacciata del Lago di Piano. Paradossalmente, tuttavia, sembrano aumentare gli utenti che, in barba alla normativa, si addentrano sulla coltre ghiacciata per pattinare o anche solo per il gusto di camminarci sopra.

E c’è pure chi si mostra insofferente nei confronti di chi mette in guardia sui pericoli legati a questo comportamento: «Ancora con questa storia del laghetto – commenta per esempio un utente della pagina facebook Porlezza e Valli – Fatevi una vita vostra e non giudicate quella degli altri».

Considerazione che non è sfuggita a un vigile del fuoco del Comando di Como, che replica così: «Concordo. Speriamo solo che, se dovesse mai succedere qualcosa, non ci chiamino e si arrangino da soli a risolvere il problema». Già, perché non mancano i precedenti che hanno obbligato la macchina dei soccorsi a mobilitarsi.

Nel 2019, raccontano le cronache, un settantenne di Tavordo era entrato con i pattini sul laghetto, il ghiaccio aveva ceduto e si era trovato intrappolato nell’acqua gelata; provvidenziale il passaggio casuale di due ragazzini che avevano lanciato l’allarme, consentendo all’uomo di cavarsela con un bello spavento e poco più.

Qualche anno più addietro ancora un pensionato di Piano Porlezza aveva rischiato di annegare nell’acqua gelida: venne salvato in extremis grazie al tempestivo arrivo dell’elisoccorso. Eventi che dovrebbero indurre alla prudenza e che, invece, non sembrano neanche lontanamente scalfire la sicurezze di parecchi: «I controlli ci sono stati, i cartelli del pericolo anche – interviene un’altra utente dei social – ma siamo tutti abituati a farci gli affari nostri e andremo sempre avanti così. Basta essere consapevoli che, se succede qualcosa, è colpa del singolo e non del Comune». Un altro dà addirittura lezioni di civiltà: «Non fate i professori, semmai dovesse capitare qualcosa sarebbe una disgrazia e non la regola. E’ come cadere in montagna o farsi male mentre si pratica il parapendio. Un tempo, tra l’altro, sul laghetto ghiacciato ci passavano i carri pieni di legna». Peccato, verrebbe da dire, che i tempi sono cambiati e anche le condizioni climatiche non possono essere paragonate a quelle di alcuni decenni fa. Ma tant’è...

L’ordinanza firmata dal sindaco, Antonella Mazza, per rimanere alla stretta attualità, risale al 30 dicembre. È stata apposta sulle sponde del lago e dice espressamente “Divieto assoluto alla superficie ghiacciata del Lago di Piano alle persone e ai mezzi mneccanici”, ma molti la interpretano, a quanto pare, come semplice soluzione adottata dall’Amministrazione per scaricare ogni responsabilità.

Il rischio, invece, sussiste, perché un laghetto ghiacciato è una superficie che sfugge a qualsiasi controllo sulla sicurezza. Ma la tradizione di sfidare il ghiaccio persevera e nemmeno le sanzioni previste per i trasgressori – da 25 a 500 euro – sembrano per il momento fungere da deterrente.

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