Colonno, Ancora sassi alle Camogge. Ma i lavori non sono ancora partiti

Il 4 novembre l’Anas ne aveva garantito “l’imminente avvio”, il sindaco rilancia l’allarme: «C’è il rischio di dover chiudere la Regina»

Ancora sassi dalla cascata dalle Camogge. Niente a che vedere certo con la gragnuola piovuta il 7 e il 12 luglio scorsi, che aveva portato alla chiusura temporanea della statale Regina, ma certamente un nuovo campanello d’allarme da non sottovalutare.

Tanto che il sindaco Davide Gandola, pur avendo ricevuto importanti rassicurazioni da Anas (con tanto di missiva) del via libera ai lavori di installazione di nuove reti protettive, ieri ha chiesto alla stessa Anas (cui spetta la titolarità dell’intervento) «di accelerare con l’inizio del cantiere». E questo perché - come rimarcato dal primo cittadino - «a fronte di una pioggia torrenziale come quella di questa mattina (ieri, ndr.) attorno alle 8.30, il rischio di chiudere temporaneamente la Regina è più che concreto. Circostanza che va in ogni modo scongiurata, a fronte di un intervento che Anas ha programmato e ufficializzato già da novembre».

Riavvolgendo il nastro di questa (dibattuta) vicenda, lo scorso 21 ottobre il nostro giornale aveva immortalato la situazione di grande pericolo che si era venuta a creare a monte della cascata, con le reti di protezione a protezione della cascata profondamente lacerate. Per diretta conseguenza, la rete a bordo Regina a maglie larghe era rimasta - e lo è tuttora - l’unica protezione contro sassi e terriccio che “piovono” verso la sede stradale e il lago quando la cascata si ingrossa. La posa di queste reti risale peraltro ai primi anni Duemila. «Una situazione che più volte abbiamo segnalato ad Anas al momento senza risposte - ci aveva confermato il sindaco Gandola, aggiungendo che “l’ente proprietario della statale deve attivarsi al più presto».

Tutto questo in virtù del fatto che il 10 ottobre la Regina aveva rischiato, sempre all’altezza della cascata delle Camogge, la terza chiusura la traffico in tre mesi. A stretto giro - l’8 novembre - al Comune era giunta la missiva con cui Anas annunciava il proprio intervento, confermando che «la rete intermedia, ubicata poco più a monte della statale risulta squarciata e palesemente priva di capacità di contenimento». Nella missiva, datata 4 novembre, a firma del “rup” dei lavori della variante della Tremezzina - l’ingegner Giancarlo Luongo - Anas aveva messo nero su bianco il fatto che «seppur afferente ad una zona non interessata dalle attività di cantiere, la Direzione Lavori in collaborazione con l’Area Gestione Rete ha programmato, con imminente avvio, le attività di ripristino delle reti anti-protezione in fregio alla cascata oltre ai controlli e ripristini, ove occorrenti, delle barriere poste a monte del salto della medesima».

Da quel momento, tuttavia, sono trascorsi quasi tre mesi. Ora anche alla luce di quanto accaduto ieri, è importante che i lavori prendano il via a stretto giro. Secondo quanto si è appreso, l’incarico per la posa delle reti paramassi sarebbe già stato affidato. Si attendono però le prime maestranze al lavoro, peraltro all’interno di un’area di cantiere tutt’altro che semplice.

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