Coltello come quello del delitto a casa del sospettato

Omicidio di Garzeno La vittima il giorno prima della morte aveva fatto girare la voce in paese che il minorenne aveva denaro falso

Un coltello del tutto identico a quello che ha strappato la vita a Candido Montini è stato sequestrato a casa del minorenne in carcere da lunedì con l’accusa di omicidio volontario. Il ritrovamento è avvenuto lunedì nel corso della perquisizione domiciliare, seguita al blitz nel corso del quale i carabinieri del Nucleo investigativo e del Reparto operativo di Como hanno prelevato da casa il diciassettenne sospettato del delitto del 24 settembre scorso.

Gli indizi

Si aggiunge un ulteriore tassello al quadro indiziario che ha portato al fermo del ragazzo il cui Dna è stato riscontrato dai Ris all’attaccatura tra lama e manico del coltello rinvenuto poco lontano dalla scena del crimine. A uccidere Candido Montini, titolare di un piccolo negozio d’alimentari di Catasco, ex consigliere comunale di Garzeno, è stato un coltello da cucina marca Masterpro, con una lama di 12 centimetri e 10 di manico, completamente in acciaio. La stessa identica posata è stata ritrovata a casa del minorenne che, oggi, sarà interrogato dal giudice delle indagini preliminari per la convalida del fermo.

Proprio una macchia di sangue rinvenuta tra la lama e il manico ha dato la svolta all’indagine. Perché quella traccia, analizzata nei laboratori del Ris dei carabinieri di Parma, ha trovato una rispondenza con i prelievi di Dna effettuati in paese. In particolare con quello di un ragazzo di 17 anni, aspirante trapper in cerca di un lavoro.

Tracce del minorenne sono state trovate anche sul cancelletto che porta verso la casa di Candido Montini. Più precisamente: una sul corrimano della scala esterna della casa, scala che collega il piano terra al primo piano dove si trova la porta di ingresso dell’abitazione della vittima; una sul lato interno dell’estremità superiore della colonna a sinistra del cancello, che divide la proprietà del settantaquattrenne dalla via pubblica; infine una terza sulla parte esterna del cancelletto pedonale. Queste ultime tre tracce sono compatibili con l’ipotesi, già formulata quando ancora non si conosceva il nome del sospettato, che l’omicida avesse scavalcato il cancelletto sia prima che dopo il delitto, anziché aprirlo.

Il movente

Nel frattempo si fa sempre più largo l’ipotesi di un duplice movente, riguardo il delitto: quello economico, a Candido Montini è stato portato via il portafoglio e - molto probabilmente - anche altro denaro che si trovava all’interno dell’appartamento, e la rabbia per via della voce diffusa il giorno prima in paese dalla stessa vittima, ovvero di prestare attenzione a quel giovane - ora in carcere - perché aveva tentato di farsi cambiare 300 euro false in banconote da cinquanta.

«Quando era in giro a portare il pane - ha raccontato agli investigatori una donna - chissà a quante persone ha riferito questa cosa. Candido era così: si preoccupava per gli altri». Ma l’aver diffuso quella voce, il fatto che in paese il nome del ragazzo fosse associato a un tentativo di spendita di denaro falso, potrebbe aver fatto scattare la reazione.

E il sospetto degli investigatori è proprio che il minorenne sia uscito di casa prendendo il coltello per vendicare l’onta subita.

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