Crociata dei sindaci: «Soldi per l’ospedale di Menaggio»

Il caso I primi cittadini pronti a mettere a disposizione locali per il personale, ma chiedono collaborazione. Spaggiari: «Servono finanziamenti, perché non è pensabile che il territorio possa farsi carico degli interventi»

In occasione di un incontro fra la direzione dell’ Asst Lariana e i rappresentanti dei lavoratori dell’ospedale di Menaggio è emerso che servono 50 nuove figure, tra medici, infermieri, radiologi e altri specialisti, per riportare il presidio ai suoi livelli standard.

Ma la situazione oggettiva non smuove di una virgola il fronte dei sindaci, che in maniera compatta non concede attenuanti.

La mozione

«L’approvazione della mozione in consiglio regionale non vuol dire aver risolto i problemi – riconosce Michele Spaggiari (Menaggio) – . Siamo ben consci delle difficoltà generali che riguardano la sanità e quelle legate al reperimento di personale sono al primo posto. I Comuni sono disponibili a concedere immobili pubblici da ristrutturare o a individuare aree ove realizzarne di nuovi da mettere a disposizione del personale ospedaliero, ma servono anche dei finanziamenti, perché non è pensabile che il territorio possa farsi carico degli interventi». Anche Antonella Mazza (Carlazzo) è eloquente: «Serve un impegno da parte di tutti, ma all’ospedale di Menaggio non si può rinunciare – dice – . Credo che l’autonomia differenziata possa giovare alla causa e comunque è d’obbligo pretendere un ritorno del presidio ai livelli degli anni passati. Nessuno pretende la chirurgia di alto livello o la maternità, ma i reparti di base, utili anche al funzionamento del pronto soccorso, devono tornare operativi».

Anche dall’estrema periferia arriva un appello a non mollare: «Il progetto non è semplice, ma va sostenuto e ottenuto – commenta Ermanno Rumi, primo cittadino di Cavargna – . Non è facile nemmeno garantire i servizi essenziali in un minuscolo Comune come il mio, ma se una cosa è d’obbligo la si persegue. Mancano 50 figure? Vanno reperite. Aggiungerei – conclude Rumi – che ritengo importante anche rapportarsi con l’ospedale di Gravedona, affinché i due presidi possano diversificare l’offerta e servire meglio il territorio dal punto di vista sanitario».

«Troppo importante

L’ospedale di Menaggio è irrinunciabile anche per Claudio Raveglia, vicesindaco di San Siro, che interviene con una provocazione: «Noi amministratori comaschi dovremmo lottare per un’azienda sanitaria che ci riservi un peso decisionale maggiore, rivedendo la suddivisione generale».

Anche la portavoce del Comitato per la difesa dell’ospedale, Giovanna Greco, fa una propria osservazione: «Delle figure che mancano non viene specificato per quante ore dovrebbero prestare servizio nella casa della comunità; nessuna si riferisce al pronto soccorso o ai reparti di chirurgia, ortopedia, anestesia e rianimazione. Vengono ignorate, dunque, le richieste del documento firmato da 45 sindaci allegato alla deliberazione del consiglio regionale. E poi che senso ha – conclude il suo ragionamento– evidenziare, da parte del direttore generale di Asst Lariana, che dal 2019 ad oggi gli accessi al pronto soccorso sono diminuiti? Con i reparti collegati chiusi c’era forse da attendersi un incremento? Concordo con i cittadini: basta farci prendere in giro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA