Dieci incidenti in meno di due settimane: allarme sugli scontri tra auto e animali

Il comandante della polizia provinciale, Marco Testa e un fenomeno ormai quotidiano. «Ma la velocità resta sempre la prima causa»

È il comandante della polizia provinciale Marco Testa ad alzare nuovamente il livello di guardia circa il tema sensibile degli impatti tra auto (e mezzi in generale) e fauna selvatica, cervi in particolar modo. E i numeri sono davvero impressionanti. «Abbiamo registrato dieci incidenti o comunque impatti in questi primi quattordici giorni dell’anno, gli ultimi due tra lunedì notte e stamattina (ieri, ndr.) ad Argegno zona Sant’Anna e Castiglione d’Intelvi», le sue parole.

Ad Argegno, per entrare nel particolare, un’auto ha impattato contro un cerbiatto, mentre a Castiglione d’Intelvi un cervo dopo lo scontro con una vettura è riuscito a riguadagnare il bosco sovrastante la provinciale 13. Il comandante della polizia provinciale - che per il 2024 aveva dato conto di 300 impatti, volpi e tassi inclusi - aggiunge un ulteriore elemento al dibattito in corso e cioè che «gli incidenti che non possono essere evitati si attestano attorno al 5%. Una percentuale decisamente bassa, dunque».

Questo per dire che spesso di mezzo c’è la velocità oppure una scarsa attenzione nelle zone - caso emblematico il tratto di provinciale 13 in corrispondenza del distributore di carburante a Castiglione o la zona della centrale di Grandola lungo la Regina - in cui si registra un forte passaggio di ungulati oppure nelle aree definite “di confluenza”, cioè dove soprattutto i cervi si raccolgono ai margini delle strade del territorio.

In particolare, sotto la lente da inizio anno ad oggi è finito il tratto di provinciale che porta a Sant’Anna ad Argegno, dove con quello di ieri mattina si sono già verificati tre impatti. «Il consiglio resta sempre quello di prestare la massima attenzione, soprattutto nei tratti ampiamente noti per quel che concerne la presenza o il passaggio della fauna selvatica - la chiosa di Marco Testa -. Ribadisco un concetto già espresso al vostro giornale, ma che può essere utile per inquadrare l’attuale momento che ampie zone del territorio stanno vivendo. Alla presenza già numerosa di ungulati - cervi in primis - nelle aree di fondovalle si è aggiunta quella di diversi ungulati che scendono ai bordi delle strade o in prossimità delle frazioni alte dei centri abitati in cerca di cibo».

La conseguenza? «Da qui si evince l’elevato numero di impatti stradali, che - lo rimarco - solo in un 5% dei casi non possono essere in alcun modo evitati. Massima prudenza alla guidata, soprattutto nelle ore notturne e nelle prime ore del mattino».

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