Cronaca / Lago e valli
Martedì 07 Febbraio 2023
Dodici ore di attesa in Pronto soccorso. Anche a Gravedona scatta l’allarme per la medicina d’urgenza
Sanità Il caso di una paziente di Dongo che si è presentata al Moriggia Pelascini con forti dolori. Problema comune: ogni giorno un’affluenza media di 50 persone, con punte di 150 nei festivi
Si avvicinano le elezioni regionali (si vota domenica e lunedì) e i politici candidati promettono di mettere mano alla sanità, solitamente definita un’eccellenza in Lombardia.
Tra le cose che non vanno c’è l’intasamento dei pronto soccorso, problema che riguarda la Regione in tutte le sue latitudini. Emblematica la situazione vissuta nei giorni scorsi al “Moriggia Pelascini” di Gravedona da Michela Rainieri, cittadina di Dongo. Si è presentata con forti dolori allo sportello alle 13 ed è stata trattata alla una di notte del giorno successivo.
Cisti infetta
«Sono giunta in pronto soccorso alle 13 per una cisti infetta – racconta a La Provincia– I dolori mi prendevano a una gamba, schiena e fondoschiena. Sono anche paziente oncologica, tra l’altro, e per me è stato un autentico calvario».
Tempo addietro c’era già stata la protesta esasperata di un paziente oncologico, deceduto qualche settimana dopo, che aveva atteso in pronto soccorso un’infinità di ore prima di essere trattato e, nel suo caso, ogni minuto in più era risultato ancora più pesante. « Sembrava un porto di mare – prosegue la paziente di Dongo – Sono arrivate ben undici ambulanze, ma è accettabile che una paziente debba aspettare 12 ore prima di essere considerata? Nel contempo c’era un ragazzo con una mano sanguinante per un taglio da motosega e ha atteso cinque ore prima che gliela cucissero; un’anziana signora a cui è stata poi diagnosticata una broncopolmonite era lì addirittura dalle otto di mattina, seduta su quelle sedie, e ha dovuto attendere anche lei fino a mezzanotte. – aggiunge Michela Raineri – Fortunato davvero chi gode di buona salute».
Il triage
Problema comune, in buona sostanza, come viene sottolineato dal nosocomio.
All’ospedale di Gravedona, per dare una dimensione del fenomeno, si registra un’affluenza media di 50 pazienti giornalieri in pronto soccorso: poco meno di 20 mila all’anno, insomma, con punte di 150 tra il sabato sera e la domenica, quando ai normali pazienti si aggiungono gli escursionisti e gli sciatori che si infortunano.
La questione dei codici bianchi, cioè di casi non gravi, condiziona parecchio il normale svolgersi dell’attività, anche se in pronto soccorso, in presenza di molti pazienti, viene messa in atto un’attività di triage per assegnare il grado di priorità del trattamento. Di domenica, tra l’altro, i medici di base non sono attivi e il territorio si trova ancora più sprovvisto. Ma quella di Gravedona non è certo un’eccezione; i tempi di attesa nei pronto soccorso, insomma, in media sono ovunque di circa cinque ore. L’auspicio è che con gli ospedali e le case di comunità di fresca attivazione possano assorbire parte dei pazienti, riaffidando ai pronto soccorso ospedalieri la loro funzione più specifica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA