Fiori e silenzio sul luogo della fucilazione di Mussolini: quest’anno nessun sussulto a risvegliare i fantasmi del passato

Tremezzina Davanti a Villa Belmonte i gesti discreti a ricordo del 28 aprile 1945. La cerimonia del 7 maggio con la messa in suffragio di Benito Mussolini e Claretta Petacci

Due mazzi di fiori sono stati deposti alla vigilia del 28 aprile - data dei “fatti di Giulino” - sopra l’effigie di Benito Mussolini e Claretta Petacci ospitata sul muro perimetrale di Villa Belmonte a Giulino di Mezzegra.

Un piccolo mazzo di fiori, per contro, è stato incastonato nella recinzione sopra la croce con la scritta “Benito Mussolini 28 aprile 1945”.

Quella di ieri è stata una giornata senza particolari sussulti a Giulino, nonostante i giorni più vicini al 28 aprile rievochino inevitabilmente i fantasmi del passato.

Per il secondo anno, la messa in suffragio di Benito Mussolini e Claretta Petacci - celebrata dal 1984 da don Luigi Barindelli prima (scomparso lo scorso 21 ottobre) e da don Luca Giansante poi (oggi a San Fermo della Battaglia) - si terrà nel mese di maggio.

L’organizzazione è curata dall’associazione culturale “Mario Nicollini” guidata da Primo Turchetti. L’appuntamento, come già annunciato dal nostro giornale, è per domenica 7 maggio alle 11.30.

Ottenuto il nullaosta della questura e del parroco don Ferruccio Ortelli la celebrazione è stata dunque programmata anche in questo 2023 non nella domenica più vicina al 28 aprile bensì nel mese di maggio.

Di fatto dal 2019 la celebrazione non si è più tenuta ad aprile, considerato che nel biennio segnato dalla pandemia alla messa è stata preferita una benedizione sul sagrato della parrocchiale di Sant’Abbondio. Dopo il ricordo di domenica a Como di Sergio Ramelli dunque si conoscerà anche il programma di Mezzegra solitamente accompagnato anche dalla deposizione del mazzo di fiori sul lungolago a Dongo.

Dopo la messa nella parrocchiale di Sant’Abbondio la celebrazione per Benito Mussolini e Claretta Petacci si concluderà con il “Presente!” davanti al cancello di Villa Belmonte. Da ricordare infine, per stemperare i toni, le parole di don Luigi Barindelli, il quale soleva ripetere nelle omelie che «oggi qui ricordiamo due persone e non due personaggi storici».

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