Garzeno, il giovane confessa: «Sì, l’ho ucciso io»

La svolta Il minorenne fermato dai carabinieri ammette l’omicidio e la rapina di Candido Montini

Il giovane fermato dai carabinieri per l’omicidio di Candido Montini ha confessato. Questa mattina, davanti al giudice delle indagini preliminari del Tribunale dei minori, il diciassettenne ha ammesso di aver accoltellato a morte il commerciante di Catasco e di averlo rapinato. Si chiude così definitivamente, dopo un mese esatto dal ritrovamento del corpo, l’indagine sul giallo di Catasco di Garzeno.

A rendere noto l’esito dell’interrogatorio è stato il presidente del Tribunale dei Minori, Maria Carla Gatto:«Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni di Milano Irina Alice Grossi ha convalidato il fermo» del minore arrestato «e ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere all’esito dell’udienza odierna tenutasi alla presenza del pubblico ministero Myriam Iacoviello e dei due difensori di fiducia. Il giovane, che nell’immediatezza del fermo si era avvalso della facoltà di non rispondere, ha ammesso la sua responsabilità in ordine ai reati di rapina e di omicidio ai danni di Candido Montini».

«Anche questa tragica vicenda, che segue a breve distanza di tempo altri eventi parimenti drammatici che hanno come protagonisti giovani appartenenti a famiglie inserite nel contesto sociale - ha sottolineato la presidente - evidenzia un gravissimo e allarmante disagio che non viene tempestivamente intercettato né dalla famiglia, né dalla scuola, né dalle diverse agenzie del territorio».

A carico del ragazzo si erano accumulati, ormai, numerosi gravissimi indizi: la presenza del suo sangue sul coltello trovato all’esterno della casa della vittima, la presenza di tracce del suo Dna sul cancello sia interno che esterno del vialetto che porta sulla scena del crimine e su corrimano delle scale all’esterno della porta di casa, il ritrovamento a casa sua di un coltello identico per marca e modello all’arma del delitto, la lite il giorno prima dell’omicidio per via del tentativo, da parte del ragazzo, di farsi cambiare da Candido Montini 300 euro falsi, l’assenza di un alibi o, meglio, l’inconsistenza dell’alibi che gli era stato fornito dalla madre.

A fermare il giovane, lunedì mattina all’alba, erano stati i carabinieri del nucleo investigativo e del reparto operativo di Como, che nei giorni precedenti avevano chiesto e ottenuto dalla famiglia la possibilità di effettuare il prelievo del dna su tutti i componenti, incluso il minore ora in carcere al Beccaria. I controlli incrociati operati dai carabinieri del Ris di Parma hanno consentito di trovare una corrispondenza nelle tracce attribuite al sospettato.

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