Omicidio di Garzeno, la cognata della vittima: «Quel giovane fermato? Lo conosciamo di vista»

La cognata Parla la familiare di Candido Montini: «Per ora è un sospettato,è presto per parlare»

«Fino al momento in cui non ci sarà un colpevole riconosciuto, non puntiamo il dito contro alcuno». Sono parole di Silvana Gobba, cognata di Candido Montini, il settantaseienne negoziante di Catasco ucciso brutalmente a coltellate quasi un mese dentro casa.

Il fermo del ragazzo minorenne sospettato dell’omicidio non autorizza, insomma, a ritenere di aver chiuso il cerchio. «E’ un ragazzo che conosco soltanto di vista – dice ancora la cognata della vittima – La giustizia sta facendo il suo corso, ma per ora c’è solo un sospettato. Ci auguriamo che si arrivi presto ad individuare il colpevole, per un bisogno di giustizia e per poter finalmente dare degna sepoltura a Candido dopo quasi un mese dal dramma».

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Telecamere delle più svariate emittenti televisive hanno scandagliato le viuzze di Catasco, nella giornata di ieri, cavalcando l’onda del giallo legato alla morte di Candido Montini, il settantaseienne negoziante di Catasco ucciso brutalmente a coltellate quasi un mese dentro casa. Il fermo di un ragazzo minorenne da parte degli inquirenti ha riacceso di colpo l’interesse per l’omicidio di Catasco, anche se i residenti, per più di una ragione, non se la sentono di esprimere giudizi. «A Catasco mi trovo bene – dice una residente arrivata nella frazione non da molto – Conoscevo Candido e lo stimavo molto, come persona e per la sua attività, che nonostante gli anni portava ancora avanti al servizio degli abitanti. E conosco anche i genitori del ragazzo fermato, che ritengo persone altrettanto per bene. Il figlio lo conosco meno, ma qui, per quel che mi risulta, non si è mai distinto in negativo».

I commenti arrivano per lo più da fuori. Sotto la foto della vittima ricomparsa sui social dopo il fermo del sospettato c’è chi si dice convinto della colpevolezza del minorenne condotto al Beccaria: «Tracce di dna del ragazzino trovate sul luogo del delitto e del suo sangue in casa della vittima. Non credo che queste prove siano finite lì per opera di un fantasma». «E’ già lui il colpevole? – risponde un altro – . Non condanniamo subito chi è semplicemente sospettato». La disputa coinvolge più utenti, ma c’è anche chi rivolge una commossa dedica a Candido, che a quasi un mese dalla sua uccisione non può ancora riposare in pace.

«Mi spiace, caro Candido, di non poter più parlare con te di Padre Pio. I tuoi occhi si illuminavano quando mi spiegavi e raccontavi tutte le grazie e il miracolo ricevuto da lui. Ho pregato e continuo a pregare per te – aggiunge al proposito la compaesana – . La tua candela si è spenta, ma il tuo ricordo rimarrà per sempre con noi nel borgo di Catasco».

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